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LA STORIA DELLA...

MIRANDA

I fondatori furono Ogihara Akira e Otsuka Shintaro, giovane studente di ingegneria aeronautica all'Università Imperiale di Tokyo. Terminata la seconda guerra mondiale, avviarono un piccolo laboratorio nell'ex centro di ricerca aeronautica offrendo riparazioni e modifiche per camere professionali, vecchi obiettivi o obiettivi per camere militari.

Alla fine degli anni '40 fu fondata la Orion Seiki Sangyo YK, che significa Orion Precision Products Industries Co., Ltd. Il logo iniziale consisteva nella parola “Orion” con tre stelle e un arco, corrispondono alla cintura e all'arco della figura del cacciatore mitologico Orione della omonima costellazione perché Ogihara era interessato anche all'astronomia.
Ogihara visitò vari distributori per organizzare lo sviluppo e la produzione di fotocamere ma l’unico supporto ricevuto fu quello finanziario.


logo ORION

Ciò ha consentito comunque ai proprietari di raccogliere fondi sufficienti per fondare la Orion Camera Co. e iniziare la produzione. Il nome della ditta fu poi cambiato a causa di un conflitto di marchi anche se la prima produzione fu sviluppata principalmente come prodotto promozionale per pubblicizzare la loro futura fotocamera.

  
1952 Orion Mirax

Nella prima metà degli anni '50, furono rilasciati quelli che possono essere considerati il primo passo nello sviluppo di Orion Mirax: un adattatore per telemetri Leica, Nikon, Canon, ecc. con soffietto e obiettivo Supreme-C 10.5cm f/2.8 in montatura M39.
La scatola dello specchio principale Mirax ha una lente condensatrice con una superficie superiore convessa circondato da una filettatura maschio, e un'altra filettatura sotto, che consente di collegare un cavo di rilascio collegato al pulsante di scatto della fotocamera.

Ogihara e Otsuka svilupparono per diversi anni anche una camera che presentarono nel 1954, era il prototipo della Phoenix 35mm con l’otturatore da 1 sec. a 1/500 di sec. più posa B e l'obiettivo 50mm f/2.

prototipo Phoenix



TABELLE MIRANDA REFLEX, DA 1955 IN POI (italiano)
 

Da Orion a Miranda

La prima fotocamera prodotta dal 1954 circa, fu la Orion 66 o l'Orion SIX. Era una folding 6x6 cm a sviluppo orizzontale con bordi leggermente affusolati; lo sportello pieghevole si apriva tramite un bottone scorrevole, posto nella parte superiore dell'anta stessa e i montanti pieghevoli in tre parti, si ispiravano a quelli dell'Ikonta 6x6. Il mirino e il telemetro erano contenuti all'interno dell'alloggiamento superiore.
Le fotocamere degli anni successivi furono denominate 
Orion Six RII, Six RIII e Orion 66 Super S


1954 Orion SIX

Le fotocamere avevano una originale scatola gialla e nera con la scritta ORION SIX e ORION SEIKI CO. Nel 1955 la società fu rinominata Orion Camera K.K., nel 1957  Orion Camera Company e finalmente Miranda Camera K.K.
Sul mercato giapponese, le prime Miranda furono distribuite per un po' di tempo autonomamente poi fu deciso di unirsi alla Ricoh. L'accordo fu comunque di breve durata: le vendite di camere Miranda furono interrotte bruscamente sul mercato interno a metà del 1959 per una ragione sconosciuta. Per alcuni anni, dal 1960 al 1964, le camere Miranda furono prodotte solo per l'esportazione, poi non furono più vendute in Giappone e tutta la produzione fu esportata.

Famiglia Reflex

Ci fu un'ampia sovrapposizione di funzioni nei vai modelli e il pentaprisma era intercambiabile.
La 
prima famiglia aveva l’avanzamento della pellicola a pomello (dal 1956 al 1959), e comprendeva le Miranda T, T II, S e ST. Non avevano esposimetri, lo specchio non aveva il ritorno automatico, gli obiettivi erano preimpostati (il diaframma non automatico) e avevano un attacco a vite da 44 mm. Il design delle prime Miranda sembrava essere modellato sulla falsariga della piccola Ihagee Exe del 1952.
La 
Miranda T, lanciata nel 1956, fu la prima fotocamera da 35 mm, appositamente progettata e dotata di un mirino pentaprisma intercambiabile; era dotata di un doppio innesto per gli obiettivi, ereditato dal corpo della reflex Mirax. Consisteva in un attacco a vite di grande diametro da 44 mm e in un robusto attacco a baionetta esterna. L'obiettivo standard originale era il raro Zunow 50mm f/1.9. Tra i primi obiettivi intercambiabili disponibili per la fotocamera c'era l'Orion Supreme 50mm f/2,8. Un piccolo numero di queste fotocamere, note come Miranda T II, era disponibile con velocità dell'otturatore fino a 1/1000 di secondo. Avevano uno stile leggermente diverso, incluso un quadrante nero del tempo di posa, e di solito venivano vendute con l’obiettivo Arco 50mm f/2.4.

1955 Miranda T

... sopra

... mirino e ottiche

1957 Miranda S

1957 Miranda ST

La seconda generazione si differenziava per la leva di carica (dal 1958 al 1962) e comprendeva le Miranda A, A II, B, C, D e DR.
Il design delle prime 
Miranda A e Miranda A II sembra essere modellato sulla Kine Exakta: avevano il rilascio dell'otturatore da 1 sec fino a 1/500, obiettivi con diaframma automatico ed una delle principali caratteristiche era il sistema di mirino intercambiabile.
Il pratico concetto fu visto successivamente nel 1957 sulla 
Topcon R, nel 1958  sulla russa Start e l'anno successivo sulla Canonflex e sulla Nikon F.
La 
Miranda B, introdotta nel 1959, offriva uno specchio a ritorno istantaneo, seguita dalla Miranda C, essenzialmente la stessa fotocamera con l'aggiunta dell’autoscatto. La Miranda D aveva invece una piccola manopola girevole per impostare i tempi di posa, compresi tra 1 e 1/500.

1958 Miranda A

... sopra

ottiche a vite

1959 Miranda B

1961 Miranda DR

Nel 1960 fu introdotta la Miranda Automex, la prima sostanziale riprogettazione dell'azienda. Le caratteristiche principali furono mantenute: mirini intercambiabili (ma non gli schermi), lo stesso doppio attacco per obiettivi (vite 44mm e baionetta) e specchio e otturatore silenziosi.


1960 Miranda Automex

Differenze con la Miranda Automex II del 1962: 
a) l'intervallo ASA per 
Automex I era solo 10 - 400, per Automex II era 10 - 1600; 
b) la cella dell’esposimetro: un vetro frontale sulla prima, una superfice piatta con sottili linee di delineazione dorate sulla seconda;
c) una nuova sincronizzazione e una montatura del flash personalizzate, forse ispirate ai telemetri Canon.

Nel 1964 fu sostituita dalla Miranda Automex III, segnando il passaggio a un misuratore a celle CdS.

 

L'alleato Impex

La società tornò al mercato giapponese nell'autunno 1964 e riprese gradualmente il controllo della proprietà. Si alleò poi anche con l'importatore statunitense di Allied Impex (o AIC), proprietario del marchio Soligor, marchio utilizzato sulle lenti per le camere Miranda.
Ci furono quattro varianti della 
Miranda F e le successive variazioni furono introdotte per accogliere nuovi accessori di misurazione e/o design per gli obiettivi più recenti:

a) 1963-64 - Miranda F/FB, con una ghiera di velocità dell'otturatore fissa, velocità massima di 1/1000 di secondo e interruttore di anteprima montato sul corpo; 
b) 1964-67 - Miranda FM/FMB, con una ghiera di velocità dell'otturatore rimovibile per ospitare un esposimetro a clip; 
c) 1967-69 - Miranda Fv, che assomigliava all'FM ma accettava obiettivi più recenti con un pulsante integrato (e quindi mancava dell'interruttore di anteprima montato sul corpo); 
d) 1968-69 - 
Miranda FvT, che era come la Fv ma aveva una velocità massima di 1/500 di sec.

Alla fine, introdotta nel 1965, la Miranda G (e un modello simile, la Miranda GT) avevano un prisma nuovo, entrambe utilizzavano un otturatore sul piano focale con velocità da 1 a 1/1000 di secondo più la modalità Bulb.
Sempre nel 1965 fu lanciata la 
Mirax Laborec: "laboratorio" adatta ad usi scientifici: per microscopio, astronomia, ecc. Il corpo aveva un pomello più grande, il mirino aveva un ingrandimento, il pulsante di scatto era differente e l'otturatore andava da 1 a 1/125 e B. Un anno più tardi fu presentata la Mirax Laborec II, nel 1972 la Mirax Laborec Electro-D con il motore ed alla fine, nel 1975, la Mirax Laborec III.

1963 Miranda F

... sopra

1965 Miranda G

1965 Mirax Laborec

1966 Mirex Laborec II

1968 Miranda Fv-T

Nel 1966 fu lanciata la Miranda Sensorex, una reflex ad obiettivo singolo con misurazione dell'esposizione TTL e un pentaprisma rimovibile. Il dispositivo era abbastanza pesante (quasi 1 kg con l'obiettivo base), ma con fabbricazione di altissima qualità. Aveva la misurazione a diaframma completamente aperto e i mirini erano intercambiabili. Aveva una rotella preimpostata sul lato anteriore per la preselezione dell'apertura massima per il sistema di misurazione. I primi corpi macchina avevano un dorso rimovibile per un azionamento a motore, che però non è mai stato realizzato.
La 
Miranda Sensomat,  reflex economica lanciata nel 1969, ha venduto abbastanza bene: aveva un esposimetro integrato nello specchietto; una funzionalità avanzata per i suoi tempi. Il misuratore si basava su un sensore TTL CdS con una sensibilità da 1,6 a 18 EV (ISO 100 f/1,8) su una scala da 25 a 1600 ASA. L'otturatore aveva un design sul piano focale con velocità da 1 a 1/1000 e B e la sincronizzazione flash disponibile con terminali FP (superiore) o X (inferiore) era al massimo di 1/45 di secondo. Era alimentata da una batteria al mercurio PX675.
La produzione della fotocamera fu interrotta nel 1972 e sostituita con la 
Sensorex II e, circa un anno dopo, con la Sensorex III: il modello top di gamma di Miranda. Il mirino intercambiabile della Sensorex poteva essere rimosso facendo scorrere una piccola manopola sul retro della fotocamera, accanto all'alloggiamento della batteria. Furono realizzati diversi mirini e la fotocamera funzionava perfettamente anche con il mirino rimosso, consentendo una vista dall'alto verso il basso direttamente sullo schermo di visualizzazione.

1966 M. Sensorex

1969 M. Sensomat

1972 M. Sensorex II

1972 M. Sensorex EE

1975 Miranda DX-3

Nel 1971 l'azienda introdusse la Miranda Sensorex EE con esposizione automatica a priorità di tempi e un nuovo set di mirini e, nel 1972, rilasciò la Miranda Sensorex II, con un otturatore elettronico Seiko, una cella CdS (solfuro di cadmio) e un obiettivo Soligor 2,8/38 mm. Nel 1975 presentò l’aggiornata Sensorex EE-2, sarebbe stata l'ultima Miranda con mirino intercambiabile.
Durante la fiera Photokina di Colonia presentò la 
Miranda DX-3 con un otturatore elettronico, ma richiedeva ancora di regolare l'apertura del diaframma e la velocità dell'otturatore. Le vendite però non furono soddisfacenti in quanto i modelli proposti non erano paragonabili alle fotocamere elettroniche di Canon, Nikon, Minolta, ecc. Nessuna delle fotocamere sopra descritte ebbe un grande successo e la società Miranda fallì il 10 dicembre 1976 interrompendo la produzione di fotocamere lo stesso mese.
 

1982 Miranda MS-1

1982 Miranda Memoflex

1984 Miranda Computron

1986 Miranda MS-2 Super

1986 Miranda MS-3

Dopo il fallimento della storica Miranda Camera Company il suo marchio fu riciclato per obiettivi, flash economici e fotocamere effettivamente prodotte da Cosina o Chinon e dal rivenditore britannico Dixons.
Nel 1982 ecco 
Miranda MS-1 e, due anni dopo, Miranda MS-1 Super, semplicemente versioni ribattezzate rispettivamente di Cosina CT1G e Cosina CT1 Super. Poi, sempre nel 1984, anche Miranda Memoflex, molto simile a Cosina CT1 o Chinon CE4, e infine Miranda Computron copia della serie Cosina CT1 o Chinon CM4s con attacco Pentax K, dove l'otturatore era completamente meccanico e la fotocamera necessitava solo di batterie per l'esposimetro.
Alla fine, nel 1986, 
Miranda MS-2 Super e Miranda MS-3, che sembravano essere una versione leggermente ridisegnata della Miranda MS-1 Super, in altre parole, una Cosina CT9.

Testo:  C.Scocco & G.A.Suardi

Libri: "Japanese, 35mm SLR Cameras"  di Hansen & Dierdorff, pag.256:  

Bibliografia: almanacco fotografare, wikipedia.org, camera-wiki.org/wiki, www.analogica.it, https://web.archive.org, https://mirandageek.eu, http://www.novacon.com.br, http://www.pentax-slr.com,