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LA STORIA DEI MARCHI

TOPCON

Le origini

Il 1° settembre 1932 è nata una nuova industria ottica di Tokyo, chiamata Tokyo Kogaku Kikai Kabushiki-Kaisha, ma diventata famosa in tutto il mondo come Topcon (inizialmente nota anche come Tokyo OPtical CON e successivamente Topcon Optical Co.). Era una ditta che produceva ottiche, meccanismi ottici di precisione e binocoli militari. Aveva 85 dipendenti e l'azionista principale era Kintario Hattori, proprietario anche di Seiko, l'antico produttore di orologi. Nell'anno successivo acquisì la Seiko Company Ltd. specializzata nella costruzione di dispositivi di sorveglianza. Nel 1935 il suo presidente Shinohara, acquistò Ohara Optical Glass, una divisione di un gruppo tra cui c’era anche la Nippon Kogaku (Nikon), rivale futura di Topcon e anche di Seiki Kogaku  la società che sarebbe diventata Canon.

Telemetri…

Nel 1936 la Tokyo Kogaku decise di costruire una fotocamera per uso civile per il mercato interno. Stabilite le sue caratteristiche principali (formato 4,5 x 6 cm che con il film120 dava 16 esposizioni) la fotocamera Lord fu dotata di telemetro e avanzamento automatico della pellicola. L'obiettivo era il nuovo Simlar 3,5/75mm, un quattro elementi Tessar con otturatore centrale (tipo Seikosha S con velocità massima di 1/200, più B e T). Però il telemetro fu realizzato con materiali scadenti il che ne compromise la necessaria precisione.

Curiosità: microcamera per spionaggio

L’Esercito giapponese aveva incaricato la Topcon di produrre una microcamera per spionaggio da poter essere utilizzata senza essere visti. La loro soluzione fu la Kaitenkei, una camera dalle dimensioni di una scatola di fiammiferi che utilizzava una pellicola cinematografica da 8 mm in caricatori da 10 fotogrammi. La sua lente era di 13,9 mm f/2,8 e il suo otturatore forniva una velocità fissa di 1/50. Nonostante la sua alta qualità, la Kaitenkei non fu accettata dall'Esercito per l’alto costo. Analoghe macchine fotografiche europee erano state costruite a costi inferiori, in particolare una piccola impresa, molto piccola, a Riga, la capitale della Lettonia, fra Norvegia, Polonia e Russia, aveva in catalogo la “RIGA”, che a guerra finita sarebbe stata acquisita dalla Minox GmbH a Wetzlar (Germania): Minox 8x11mm.

1938 - Kaitenkei

Nel 1938 la Tokyo Kogaku presentò una nuova fotocamera per uso civile, la Minion. Era una fotocamera pieghevole, formato 4x5cm, che otteneva 10 esposizioni utilizzando il film 127. Però mancava il telemetro. Alla fine del 1939 fu rilasciato un nuovo modello, la Minion I e la successiva Minion II del 1940. La principale modifica fu di inserire tra il segno dei 10 mt e l’infinito la nuova indicazione dei 20 mt. per aumentare la precisione di messa a fuoco. Durante la seconda guerra mondiale, la Tokyo Kogaku, quintuplicò i suoi contratti militari rispetto al 1937. Al fine di soddisfare le esigenze della produzione specializzata, aprì una scuola esclusivamente per la formazione in ottica tecnica. Creò una lente f/0,7 da 5 cm e istituì una nuova società per mantenere costante la fornitura dei materiali. Impiegava circa 7.000 persone e utilizzava 2.300 macchine per la produzione. Successivamente cambiò la denominazione in Tokyo Optical Kogaku da cui deriva il nome Topcon. Nel 1946 produsse la Minion III: rispetto ai modelli precedenti, ora usava un Simlar 6cm f/3.5 con otturatore rapido con velocità da un secondo a 1/500 più B e T. Nel 1948 fu introdotta la Minion 35A adottando il mezzo formato 24x32mm, cioe il 4x5 cm. La sua lente era di 40mm f/3.5 Toko, una lente a tre elementi. Nello stesso anno produsse la Minion 35B, e nell'anno successivo 1949 ecco la Minion 35C. Nel 1953 la Topcon presenta ancora una telemetro, la Topcon 35A Original: aveva una lente da 40 mm f/3.5 Toko e un otturatore Copal centrale con velocità da un secondo a 1/300, più B. La Topcon 35B è stata rilasciata nel 1955 con un otturatore più versatile ma l'obiettivo non era ancora intercambiabile. Nella Topcon 35S del 1956 la luminosità è stata aumentata con un Topcor f/2.8 44mm ed anche l'otturatore è stato cambiato con un Seikosha MX con velocità fino a 1/500. Nel 1957 ecco la Topcon 35L con il suo obiettivo ultraleggero Topcor f/2 44mm; l'otturatore era un tipo LVS (Light Value Setting) Seikosha MX1 e aveva una cella di selenio Topcon Meter. Alla fine arrivò la Topcon 35JL.

1937 - Lord

1938 - Minion I

1938 - Lord IVa

1948 - Minion 35A

Curiosità: machine-gun mod.17

Nello stesso anno Tokyo Kogaku produsse la macchina fotografica a pistola (modello 17), che era una macchina fotografica a rapido fuoco in grado di riprendere in un attimo 16telai di 4,5x6 cm su 120 film. Questa era evidentemente una macchina fotografica che derivava dalla produzione di guerra: nel 1939 la forza militare del Giappone era sotto pressione e tutte le industrie furono chiamate a partecipare allo sforzo.

… Biottica

Il periodo subito dopo la guerra fu per la Topcon un periodo di riorganizzazione e ripresa. Nel 1951 presentò la sua Primoflex I, ispirata alla Rolleiflex dell'epoca. Entrambe le lenti erano 75mm f/3.5 Tokos, l'otturatore aveva una velocità da un secondo a 1/200, più B e la distanza minima di messa a fuoco era di 0,9 metri. La Primoflex I B, del 1952, ha avuto un importante miglioramento nella gestione dell'avanzamento del film, il primo fotogramma veniva posizionato mediante una finestrella sulla parte posteriore.La Primoflex II (o Laurelflex II) del 1952 aveva un più sofisticato 4 gruppi di 75mm f/3.5 Simlar, ispirato al Tessar, mentre la Primoflex III A (o Topcoflex III A) del 1953 è stato un modello meno raffinato ma più moderno in cui sono state accoppiate le lenti a doppia f/3.5 75mm Toko, La Primoflex IV A fu presentata nel 1954 ed, alla fine, la Primoflex V A nel 1955; l'obiettivo principale era un Topcor da 4 elementi da 75 mm f/3.5 e anche più luminoso Toko 75mm f/3.2. La Primoflex Automat (o Topcoflex Automat) del 1956 era una macchina professionale: la lente era stata sostituita da un 75mm f / 3.5 e l'otturatore era stato sostituito con un Seikosha MX con le stesse velocità di otturazione del suo predecessore.

La Primoflex Automat L dal 1957 aveva le stesse funzioni della Automat e una scala di esposizione in EV.
Nel 1958 fu presentata la 
Primo Jr con fotogrammi 4x4cm su film 127. rimodellata in imitazione di Yashica. Utilizzava una lente da 60 mm f/2.8 Topcor, rispettivamente per la visione e l'esposizione, ed utilizzava un otturatore Seikosha.
Compatta ed efficiente, la Primo Jr. ha però pagato, alla fine degli anni '50, la concorrenza con il 24x36mm amatoriale Leica e soprattutto con il formato professionale 6x6cm, utilizzato da Rollei e Hasselblad.

1951 - Primoflex

1958 - Primo Jr

 

La reflex Topcon

Nel 1957 la Tokyo Kogaku immise sul mercato la Topcon R, una fotocamera dotata di diaframma semi-automatico: negli Stati Uniti, nel 1959, era nota come Beseler Topcon B. Esteticamente era piuttosto piacevole, con un design semplice. L'otturatore era tradizionale, con tendine in gomma a scorrimento orizzontale; la sincronizzazione flash elettronico (X) era di 1/40 e i tempi andavano da 1” a 1/1000 + velocità B. La Topcon RS era dotata di un misuratore di esposizione concettualmente simile a quello montato sulla Topcon R 3, ma con un sensore al solfuro di cadmio (CdS) anziché al selenio. Tuttavia c'èra un problema: quando un Auto-Topcor era montato sull'RS, il controllo dell'obiettivo era perfettamente in linea con il pulsante di scatto della fotocamera, ma la distanza di alcuni millimetro a causa dello spessore inferiore del corpo, rendeva impossibile la pressione. Nel 1960 fu fondata una nuova fabbrica chiamata Tokyo-Kogaku-Seiki, nel nord, per strumenti meccanici di precisione e per macchine fotografiche e, quindi, ecco la Topcon PRII con il suo otturatore centrale.

1957 - Topcon R

1960 - Topcon PR II

1961 - R III Automatic

1963 - Wink Mirror S

Curiosità: reflex del mondo

Dopo la guerra nell'Unione Sovietica venne prodotta la Sport: non solo non è mai stata venduta nel mondo occidentale, ma non ebbe nemmeno successo in patria. L' Exakta (Ihagee) invece ripartì con la sua produzione in Germania. L'Italia produsse la Rectaflexche, presentata alla Fiera di Milano del 1947, era il modello più sofisticato. In Germania orientale la Contax S è stata prodotta dalla Zeiss Ikon, meno pretenziosa e realizzata con materiali poco costosi. L’Ungheria produsse la Gamma Duflex, tecnicamente la più avanzata, con diaframma automatico preimpostato e retrovisore speculareA poco a poco anche altri produttori iniziano a mostrare interesse durante la prima metà degli anni '50: l'Alpa in Svizzera su un vecchio disegno di guerra, l'Edixa in Germania, Miranda T e Asahiflex in Giappone. Ed anche altri marchi meno conosciuti come Kowa  e la magnifica Contaflex di Zeiss Ikon.
Nel 1960 Topcon introdusse la Topcon R II, sostanzialmente lo stesso modello precedente ma senza i difetti: è stato inoltre implementato il pre-selettore automatico e quindi il diaframma era sempre aperto. Ancora nel 1961 è stata prodotta la Topcon R III Automatic, il selettore della velocità aveva i vari valori uniformemente distanziati e la sincronizzazione X è stata portata da 1/40 a 1/60. Lo scopo era tuttavia quello di ospitare un misuratore di esposizione al selenio accoppiato con l'anello delle velocità: si chiamava Topcon Meter e presentava una notevole superficie di elementi di selenio, ad alta sensibilità. Due anni dopo comparve la Topcon Wink Mirror S: le lenti potevano essere cambiate, ciò era reso possibile dalla baionetta UV. Non disponeva di un sistema di messa a fuoco automatica però c'era l’esposimetro, un controllo automatico dell'apertura e anche un autoscatto.  

Topcon professionale

Nel 1962 è stata presentata a livello pre-serie la Topcon RE Super (Topcon Super D per il mercato americano). L’anno successivo è stato immesso sul mercato il modello definitivo. La presentazione ufficiale è stata alla Photokina di Colonia nel mese di marzo, dove la Tokyo Kogaku aveva prenotato un piccolo stand per mostrare la sua macchina fotografica, senza pubblicità. La Topcon RE Super aveva una caratteristica esclusiva: il corpo, tre mirini  e gli obiettivi intercambiabili. Il corpo della fotocamera era molto simile alla precedente Topcon RS, con una differenza fondamentale: l'esposizione poteva quindi essere regolata anche senza spostare l'occhio dall'oculare. Il misuratore di esposizione si basava su una foto-resistenza CdS (solfuro di cadmio) inserita nello specchio reflex. E' una lente Fresnel consisteva in due forme diverse: una forma croce e l'altra pettina nei quattro angoli. In questo modo la forma a croce delimita quattro rettangoli a pettine impostati negli angoli della piastra, misurando 24x36mm. Rispetto al selenio, il CdS aveva lo svantaggio di avere bisogno di una fonte per emettere energia elettrica in funzione della quantità di luce ricevuta. E' stato quindi ricavato un vano batterie con una copertura per contenere un tipo di batteria a mercurio da 1,3 volt che doveva essere periodicamente sostituita. L'autoscatto, sul carter metallico frontale, sul lato destro dell'obiettivo, era programmabile per un ritardo compreso tra i 5 e i 10 secondi e la sua attivazione veniva impostata premendo il pulsante posizionato sopra la leva d’autoscatto stesso. Il selettore delle sensibilità indicava valori da 25 a 800 ASA (da 15 a 30 DIN), portati poi dal 1964 fino a 1600 ASA (corrispondenti a 33 DIN. La Topcon RE Super è stata considerata una macchina fotografica professionale anche per la disponibilità di obiettivi standard intercambiabili. Sono stati resi disponibili anche un motore dando la possibilità di scattare tre fotogrammi al secondo, diversi tipi di trasmettitori per l'uso radiocontrollato e molti accessori per macrofotografia.

 

1963 - Topcon RE Super

 

Gli anni d'oro e il seguente declino

La Topcon, considerata la RE Super professionale, adottò la stessa politica di Nikon, che proponeva insieme all’ammiraglia Nikon F, la più modesta, ma estremamente efficace Nikkormat. Nel 1965 fu presentata la Topcon RE-2, con otturatore Copal, velocità tra 1 secondo e 1/1000, tranne B. La sincronizzazione X era a 1/125. Sul fondo vi era il vano con un tappo a vite per la batteria al mercurio, la presa a vite a treppiede e il pulsante di riavvolgimento del film. Il pulsante di scatto era stato spostato dalla piastra anteriore alla parte superiore della camera. Lo schermo di messa a fuoco era costituito da un vetro smerigliato con lente Fresnel. La RE-2 è stata commercializzata fino al 1970 ed è stata prodotta sia in versione cromata che in versione nera.

1964 - UNI

1969 - UNIREX

Curiosità: reflex UNI e UNIREX

Nel 1965 produsse la Topcon UNI (in USA era Beseler Topcon Auto 100 e in UK era Topcon R Auto): otturatore era Seikosha SLV, velocità 1sec-1/500 e B, baionetta era Exakta e lenti 53/2, la batteria Mercury 1.35. Dimensioni 136x93x84mm, peso 845g.
Nel 1969 ecco Topcon UNIREX: è quasi uguale però, le spese non sono più giustificate dalle sue vendite, simile a di media classe quali Asahi Pentax Spotmatic, Fujica ST 701 e Minolta SRT-100.

L'inizio degli anni '70 segnò la fine del boom delle reflex meccaniche con l’avvento della macchina fotografica elettronica. Nel1972,  dopo quasi dieci anni, ecco la Topcon Super D 
(Beseler 
Topcon Super D negli Stati Uniti), che sembrava essere solo una versione leggermente migliorata del RE Super. Il corpo Super D era la copia della RE Super ma la rotazione della leva di avanzamento del film era stata accorciata da 180 ° a 135 °, con una pre-rotazione di 20°. Poi, praticamente identica alla Super D, venne immessa sul mercato la Topcon Super Dm, quale concorrente della Nikon F e della Nikon F2. L’Auto Winder vantava un motore da circa 5 fotogrammi al secondo.


 1972 - Super D e Super Dm

Le quattro batterie a stilo per l’alimentazione (tipo AA) dovevano essere collocate nella parte inferiore, mentre il motore vero e proprio era racchiuso in un grande cilindro anteriore che fungeva anche da pratica maniglia.

Curiosità: uso scientifico

La fotocamera Topcon DM 15 fu riprogettata sul corpo della Super Dm con motore incorporato: una reflex ad uso esclusivamente tecnico e scientifico. Non aveva otturatore e le esposizioni avvenivano mediante la sincronizzazione con un apposito flash elettronico di potenza elevata. Aveva un caricatore di pellicola 35mm che alla velocità di 6/15 immagini al secondo forniva 380 fotogrammi formato 24x24mm.

1973 - IC-1

1976 - RE 200

1978 - RE 300

1980 - 135 EE

Dopo un’epoca d’oro di 10 anni la Topcon chiuse i battenti. Le ragioni possono essere molte, ma principalmente i motivi furono prettamente commerciali. Nikon, Canon e Pentax avevano saturato il mercato con le loro grandi quantità di fotocamere vendute. Quindi con la Topcon IC-1 auto del 1973, che assomigliava alla Topcon Unirex del 1966, e la Topcon RE 200  del 1976 iniziò il periodo di decadenza. La produzione non era più Topcon ma era Exakta e Carena ed era senza la personalità che aveva contraddistinto il marchio. Poco dopo fecero un ultimo tentativo nel 1978 con la Topcon RE 300, ma era identica ai modelli precedenti. Un anno di più, fu presentata la Topcon RM 300 con un supporto a baionetta Pentax K, ma ormai era tardi. Nel 1980 l'ultima fotocamera prodotta fu una compatta, ma fu solo un lampo nella padella: la Topcon 135 EE durò solo alcuni mesi. Alla fine cercò un nuovo rilancio affidandosi a Cima Company Ltd, azienda che produceva le lenti. Topcon decise quindi di fermare definitivamente l’attività. 
La fine di Topcon ricorda da vicino l'esperienza Zeiss Ikon, che si rese conto troppo tardi che la fotografia era una moda di massa
meno, la Icarex, ed lo stesso valore simbolico del RE 200 per Topcon.

 


Testo: di Carlo Gracci, C.Scocco
Bibliografia: il libro "Topcon story" di M.Antonetto e C.Russo, estratto "fotografare" e "almanacco fotografare"