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LA STORIA DELLA...

PENTAX

La Asahi Pentax è una delle più antiche e prestigiose aziende, nel mercato della fotografia e dell'ottica. L'azienda Asahi Kogaku Goshi Kaisha (Asahi Optical Company) fu fondata nel 1919 da Kumao Kajiwara a Tokyo.  Può essere considerata l'azienda che ha maggiormente contribuito allo sviluppo delle fotocamere reflex: a lei si devono infatti innovazioni quali lo specchio a ritorno istantaneo (Asahiflex IIb), la misurazione esposimetrica TTL (Spotmatic), l'esposizione automatica a priorità dei diaframmi (Pentax ME), la reflex autofocus (Pentax ME-F), il trattamento antiriflesso multistrato degli obiettivi (Super-Multi-Coating).
Oggi appartiene alla Ricoh, che l'ha acquisita nel 2011 dalla Hoya Corporation costituendo Pentax Ricoh Imaging Company. Oltre alle fotocamere produce anche binocoli, lenti e diversi strumenti ottici.

IL SISTEMA ASAHIFLEX
Negli anni 1950 per dare il nome ad una reflex non occorreva molta fantasia: solitamente veniva aggiunto il suffisso ‘flex’ al marchio del costruttore o al nome di una precedente fotocamera fortunata. Quindi i responsabili del marketing risolsero il problema del nome con facilità: Asahiflex.

La Asahiflex I è stata la prima reflex 35 mm del 1952. Lo specchio era direttamente comandato dal pulsante di scatto e quindi si sollevava premendolo e ritornava rilasciandolo. Il mirino principale era quello a pozzetto, come è noto, fornisce immagini dai lati ribaltati. L’otturatore disponeva dei soli tempi veloci da 1/20 a 1/500, oltre alla posa B. L'innesto a vite M37x1 mm, poco comprensibile in quanto piuttosto piccolo, perfortuna fu cambiarlo pochi anni dopo con la vite M42 già adottata dalla tedesca Pentacon, rimpiazzandola Asahiflex IA.

Invece la Asahiflex IIB del 1954 è una pietra miliare nella storia della reflex 35mm, in quanto introdusse per la prima volta lo specchio a ritorno istantaneo. Venne in tal modo risolto l’annoso problema dell'oscuramento dell'immagine durante ed immediatamente dopo lo scatto, permettendo così di seguire oggetti in movimento.
La Asahiflex IIA è stata sviluppata contemporaneamente alla Asahiflex IIB ma fu introdotta nel febbraio del 1955 e, per la prima volta, si affiancò al modello precedente anziché sostituirlo. L’unica differenza, non da poco, consisteva nell’aggiunta dei tempi lenti a completare la scelta: B, T, 1/2, 1/5 e 1/10 a quelli già esistenti.
Le Asahiflex americane: la Sears, Roebuck & Company era una importante ditta di vendita per corrispondenza con sede a Chicago. All’inizio degli anni cinquanta strinse con la Asahi, un accordo per la distribuzione negli USA delle marcate Sears. Il primo modello Tower 23 e corrispondeva alla Asahiflex IA, Tower 24 corrispondeva Asahiflex IIB e Tower 22 sarà Asahiflex IIA.

LA GENERAZIONE SUCCESSIVA

La prima reflex Asahi venne chiamata Pentax e dotata di pentaprisma ed innesto M42 e non aveva alcuna altra designazione, quindi successivi modelli saranno Originale o più spesso Asahi Pentax AP. Un corpo con angoli smussati e una disposizione dei comandi ben progettata contribuirono a far raggiungere questi apparecchi un enorme successo mondiale. Una variante fu la Asahi Pentax S, del 1958, e un mese la Asahi Pentax K.
Nel 1958 il sistema Asahi Pentax comprendeva 10 obiettivi intercambiabili da 35 mm a 1000 mm ed era già piuttosto affermato.

A partire dal 1957 la Asahi cercò di allargare la distribuzione, fino ad arrivare nel 1959 all’importante accordo di esclusiva con la Honeywell, divisione Heiland del gigante dell’elettronica. Proprio in quell’anno si ebbero anche altri due cambiamenti importanti. Il primo fu una ristrutturazione dal punto di vista produttivo che portò al passaggio da una modalità di produzione artigianale a quella industriale con notevole aumento dei livelli produttivi. Il secondo fu la creazione di una rete di distribuzione mondiale. Ecco quindi Heiland Pentax H2, Heiland Pentax H1 (in seguito Honeywell Pentax H1), Honeywell Pentax H3V (Asahi Pentax SV) e nel 1963 la H1a (S1a).

LA SPOTMATIC

Nel 1964 venne presentata la versione definitiva della Asahi Pentax Spotmatic, che introdusse la lettura esposimetrica TTL stop-down con conseguente semplificazione nell'uso con qualunque obiettivo o combinazione di elementi ottici. La Spotmatic disponeva di due cellule al Solfuro di Cadmio (in sigla CdS) ai lati dell’oculare che leggevano sullo schermo di messa a fuoco, con una lettura media con leggera prevalenza al centro.
La seconda metà degli anni sessanta rappresenta veramente l’epoca d’oro della Spotmatic, quando la Asahi era il primo costruttore di reflex al mondo

con una produzione compresa fra le 35.000 e le 40.000 unità mensili, quanto Canon e Nikon messe insieme. Nel 1971 arrivò la Asahi Pentax Spotmatic II, come la A.P.Spotmatic ma la sensibilita fino a 3200 Asa.

MEDIO FORMATO

La Asahi Pentax 6x7, del 1968, è la prima reflex di formato 6x7 al mondo. Sembrava una gigantesca reflex 35 mm e manteneva, per quanto possibile, facilità e rapidità operativa. Disponeva di pentaprisma intercambiabile, innesto obiettivi a baionetta ed otturatore a controllo elettronico. La 6x7 venne ben presto dotata di un ricco corredo di obiettivi ed accessori di eccezionale qualità. Unico neo della 6x7 è la mancanza di magazzini intercambiabili.

IL "SMC" E LE PENTAX ES

Nel marzo del 1971 della introduzione del trattamento antiriflettente multistrato per le ottiche Takumar denominato Super-Multi-Coating, cioè SMC. Tale trattamento vantava la trasmissione del 99,7% per ogni superficie aria-vetro aumentando la luminosità reale degli obiettivi, a seconda del numero delle lenti, da un minimo del 20% ad un massimo del 50%! Pochi mesi dopo un procedimento simile viene applicato anche dalla Carl Zeiss.

Nonostante l’enfasi per il trattamento antiriflettente degli obiettivi, vi fu una certa delusione del pubblico perché le fotocamere Pentax eseguivano ancora la lettura esposimetrica stop-down (cioè col diaframma chiuso sull'effettivo valore di lavoro) mentre la concorrenza più qualificata disponeva già di apparecchi con misurazione a tutta apertura.
La risposta della Pentax arrivò sul finire del 1971 con la Asahi Pentax ES, che proponeva, oltre alla lettura a tutta apertura, anche l’esposizione automatica a priorità dei diaframmi. Il significato ufficiale attribuito dalla Pentax alla sigla ES non fu Electro Spotmatic, come verrebbe logico pensare, bensì Electronic Shutter, in riferimento all’innovativo otturatore a tempi continui di cui l'apparecchio era dotato.


LE BAIONETTE
Negli anni '70 l'innesto a vite 42x1 aveva raggiunto l'apice della sua evoluzione, ma poneva molte limitazioni (sostituzione lenta degli obiettivi, difficile comunicazione con l'esposimetro) e, all’inizio degli anni settanta, nemmeno la lettura a tutta apertura della SPF o l’esposizione automatica a priorità dei diaframmi della ES fecero riguadagnare del tutto le quote di mercato perse a favore della concorrenza. (Vedi "Funzionamento Asahi Pentax a vite").
Nel 1973 del Photokina c'era la Asahi Pentax Spotmatic F, Asahi Pentax ES-II ed Asahi Pentax SP1000, solo innesto a vite. Il passaggio alla baionetta era stato preparato da tempo ma era stato rimandato più volte in attesa e, alla fine, un inevitabile declino. Quindi arrivato il momento di cambiare: nella primavera del 1975 la Asahi Optical Co. presentò una gamma completa di reflex ed obiettivi con nuovo innesto denominato baionetta K.

LE SERIE "K"
L'ammiraglia della Asahi Pentax K2 è una macchina sofisticata e completa, della fine del 1975, segna un ulteriore passo verso il settore professionale. L'esposimetro delle K2 faceva affidamento sulle moderne cellule SPD (Silicon Photo Diode), molto più veloci di quelle al CdS come risposta alle variazioni di luce, aspetto importante soprattutto in una fotocamera ad esposizione anche automatica, nuovo otturatore Seiko MF, a dieci lamelle metalliche a scorrimento verticale, e l'alimentazione tramite due pile da 1,5V all'ossido d'argento. La Asahi Pentax KX invece alcune differenze del mirino e l’esposizione. La Asahi Pentax KM è una perfetta trasposizione della Spotmatic F nella serie K.
Nel 1976 venne introdotta la Asahi Pentax K1000, una lieve variante della KM. Le prime K1000 erano prodotte in Giappone come tutte le reflex Pentax dell’epoca, ma un paio di anni dopo la produzione venne spostata ad Hong Kong e più tardi nella Cina popolare, nell’evidente intento di contenere i costi. La K1000 è rimasta in produzione per oltre vent’anni.

 

LE SERIE "M"
Era passato soltanto un anno dalla "rivoluzione K" quando, alla Photokina del 1976, la casa decise di abolire il nome Asahi e, da quel momento, in poi si sarebbero chiamate solo Pentax. E la presentazione delle Pentax ME ed MX: le più piccole reflex 35 mm.
La Pentax MX venne subito identificata come "professionale", grazie al suo completo sistema di accessori rispetto alla quale era più moderna,  maneggevole e versatile. Il mirino ha un "semaforo" di led per la lettura della corretta esposizione e dell'esposimetro di tipo GPD (Gallium Photo Diode).

La Pentax ME invece é solo automatica, otturatore a lamelle con scorrimento verticale, controllato elettronicamente. Si trattava di una macchina facile e compatta.
Nel 1979 viene rimpiazzata dalla più completa Pentax ME Super. I tempi in automatico fino ad 11-12 secondi e la possibilità di passare direttamente dal duemillesimo ai 4 secondi e viceversa. L’otturatore elettronico permetteva inoltre anche in assenza di pile: 1/1000, 1/125 e posa B. Rimase in produzione per ben otto anni. Si affiancano le Pentax MV ed MV-1 che adottano un mirino più semplificato.

CURIOSITA': LA PENTAX MINI

Nel 1979 viene presentato un nuovo sistema reflex ad obiettivi intercambiabili che adotta i caricatori 110 di 13x17mm: la Asahi Pentax Auto 110, micro-reflex che porta nel 110 la qualità ed il design Pentax, suscitando un gran clamore.
E' molto piccola ma è perfetta: il sistema Auto 110 si propone con una notevole serietà, offrendo fino a sei obiettivi intercambiabili dal grandangolo 18 mm al tele 50mm, incluso uno zoom 20-40, ed accessori come flash, winder, lenti addizionali, ecc. Lievi modifiche porteranno nel 1983 al modello Pentax Auto 110 Super.
L’unica vera limitazione è formato 110 delle pellicole ed è per questo che dopo alcuni anni, il sistema Pentax Auto 110 viene abbandonato a favore delle compatte 35mm.

fonte: brunoafonso.com


MITICA PENTAX LX
Il progetto della nuova ammiraglia Pentax partì contemporaneamente all’introduzione della baionetta K e la direzione fu affidata al responsabile del reparto ricerche e sviluppo della Asahi Opt. Co. Minoru Suzuki. Il concetto base fu quello di una macchina di impostazione tradizionale allo scopo di garantire la massima affidabilità: i mirini e gli schermi di messa a fuoco intercambiabili, l’otturatore controllato elettronicamente con tendine in titanio, la lettura esposimetrica TTL sul piano pellicola anche col flash, la tropicalizzazione del corpo macchina e tutti gli accessori professionali.
La Pentax LX fu presentata all’inizio del 1980 e venne subito definita "il meglio della concorrenza". Anche nel settore professionale venne apprezzata moltissimo, soprattutto per il mirino luminosissimo e l’ottimo esposimetro, sotto certi aspetti ancora ineguagliato.

Il mirino risulta eccezionalmente luminoso. L’esposimetro è un raffinato dispositivo a doppio sistema di lettura: prima dell’esposizione, una cellula al silicio posta in basso nel box specchio, riceve la luce deviata verso il basso;  durante invece direttamente la stessa riflettività della pellicola. Notevolissima la sensibilità dell’esposimetro ai bassi livelli luminosi di -6,5 EV! L’otturatore è elettromeccanico con tendine in titanio a scorrimento orizzontale e fornisce una gamma di tempi da 1/2000 a 4 sec oltre alla posa B, con un tempo sincro flash a 1/75 di secondo. Lo specchio è trattato di 15 strati e il trascinamento è montato su cuscinetti a sfera per garantire la massima regolarità. Fortissimo la gamma di accessori: 8 mirini con correzione diottrica, 12 schermi di messa a fuoco, winder e motore da 5 fps anche con comando a distanza, telecomando a raggi infrarossi, dorsi datario (Dial Data LX) e dati (Watch Data LX) ed una nutritissima serie di accessori per riproduzione e macrofotografia fanno del sistema LX un sistema professionale veramente completo che non ha nulla da invidiare ai migliori concorrenti dell’epoca.


 


LA PENTAX ME-F
L'autofocus nelle reflex ha una storia lunga e travagliata: i primi studi noti risalgono addirittura all'inizio degli anni '60. Negli anni '70 Leitz presentò un dispositivo chiamato Correfot. Nel 1971 vi fu un prototipo Nikon di obiettivo autofocus (un 80 mm con 15 lenti e 3Kg di peso!) mentre negli U.S.A. si vide un prototipo sviluppato congiuntamente da Honeywell ed Asahi. Alla Photokina del 1980 sia Canon che Ricoh presentarono mastodontici prototipi di analoghi obiettivi autofocus: zoom 35-70 per la prima e 50 mm per la seconda e, alla fine, Contax un prototipo. Risulta evidente che le principali case stavano investendo nella ricerca ma apparentemente nessuno aveva raggiunto una qualità e affidabilità sufficientemente elevata.

Nell'ottobre 1981, al salone di Parigi, viene presentata la Pentax ME-F. Si trattava di una vera reflex autofocus (derivata dalla ME Super), con sensore ed elettronica AF nel corpo macchina, in abbinamento allo speciale obiettivo zoom 35-70 autofocus, dotato di motore di messa fuoco, dimensioni 87x73x76,5 mm e peso di 580g. Anche il notevole consumo delle pile da 4 pile AAA da 1,5V.
Pur venduta in un buon numero di esemplari, la ME-F non si rivelò quel successo, probabilmente perché, nel tentativo di anticipare la concorrenza, uscì in un momento non propizio.


LE SERIE "SUPER A"
Due anni più tardi, cioè 1983, fu la volta della prima Pentax multimode: la Pentax Super A: derivata dalla Pentax ME Super più della possibilità di esposizione automatica a priorità dei tempi da 1/2000 a 15 sec. e programmata. Includono indicazioni digitali tramite LCD nel mirino e con un piccolo LCD anche sulla calotta superiore. Unico vero neo è l’impossibilità di scattare senza pile.

Nel febbraio del 1984 viene affiancata una versione più economica Program A, sprovvista dell'automatismo a priorità dei tempi e del TTL flash. Se l’introduzione delle Program A non è stata un successo eclatante, la successiva Pentax A3 del 1985 fu un prevedibile fiasco. Gli eventi dimostrano che quando Pentax abbandona le proprie prerogative (compattezza e razionalità) per inseguire mode discutibili, il successo viene giustamente a mancare.


PICCOLO MEDIO FORMATO
Una nuova reflex Pentax di medio formato nasce a quindici anni della Pentax 6x7, la nuova fotocamera viene presentata nel 1984 e abbraccia una filosofia completamente diversa. Per prima cosa l'aspetto è cubiforme, poi il formato dei fotogrammi è di "solo" 4,5x6 cm. Si chiama Pentax 645 ed è come reflex d’azione, da usare prevalentemente in esterni, magari con teleobiettivi per riprese sportive e caccia fotografica. Al contrario è meno adatta per le foto in studio in quanto non sono previsti ne mirini ne magazzini intercambiabili.

La Pentax 645 gode di un discreto successo e viene mantenuta in produzione per oltre 13 anni, fino a quanto sul finire del 1997, viene presentata la Pentax 645n e dotato di messa a fuoco automatica. La 645n si rivela un grande successo sia tecnico che commerciale, al punto che, per averla, occorre aspettare diversi mesi, la 645n vince il “Camera Gran Prix 1998” e, dell’anno 1998 della Photokina, si aggiudica anche entrambi i premi europei.
Sempre alla Photokina del Pentax 6x7 è stata l’introduzione del sollevamento manuale dello specchio: la nuova Pentax 67.

LE SERIE "P"
Sul finire del 1985 viene la Pentax P30: è economica ma a favore dell’esposizione manuale in aggiunta al program. Un seguito nel 1988 con la Pentax P30n, seguita nel 1990 dalla Pentax P30t  e, nel 1986, le viene affiancata la P50.

Ma ormai nel 1986 quasi nessuno è disposto a spendere cifre elevate senza avere l’autofocus, per cui le reflex con messa a fuoco manuale cominciano ad essere relegate nella fascia economica e, dopo al successo travolgente della reflex autofocus Minolta 7000, i tecnici della Asahi Optical avevano l’arduo compito di scegliere tra riprendere il sistema AF. Alla fine venne scelta una soluzione intermedia con motore di messa a fuoco nel corpo macchina, mantenendo però l’innesto KA e quindi la compatibilità col recente passato, tradizionale riguardo della Asahi nei confronti della clientela.


LE SERIE "SF", "Z" e "MZ"
Presentata nel 1987, è la Pentax SFX: l’autofocus di nuova generazione, denominato SAFOX, è più veloce di quello Minolta ed è anche commutabile da singolo a continuo ed è dotato anche di illuminatore IR. Purtroppo però arriva con quasi due anni di ritardo alla Minolta Dynax 7000i, probabilmente la più azzeccata reflex autofocus della casa di Osaka.
Del 1988 le viene affiancata la SF7, che si presenta leggermente meno sofisticata dal lato autofocus e dotata di flash incorporato un po’ meno potente, ma stranamente fornita di motore di avanzamento più veloce (2,2 fotogrammi al secondo invece di 1,8). A solo due mesi di distanza la Pentax SFXn, con l'adozione di un otturatore fino a 1/4000 di sec, e con l'auto bracketing.
Verso la fine del 1991 vengono presentati Pentax Z10, amatoriale  e Pentax Z1, semiprofessionale, con un design più lineare e soprattutto introduce un esposimetro multizonale a 6 settori: SAFOX II.
La casa Pentax dei responsabili del marketing risolsero il problema: anno dopo anno ecco tantissimi modelli, molto simili. La soluzione però è scompiglio. Quindi viene nel 1993 la Pentax Z20, la Z20p e Pentax Z50p, nel 1994 la Pentax Z1p, nel 1995 Pentax Z70 e la Pentax MZ-5; nel 1996 ecco Pentax MZ-10, poi 1997 Pentax MZ-50. Solo due anni, del 1999, finalmente, la Pentax MZ-3, MZ-5N e MZ-M ma ancora ecco del 2000 la Pentax MZ-7, 2001 la MZ 30, del 2002 la Pentax MZ 6 e MZ S, del 2003 la Pentax MZ 60 e del 2004 la Pentax ist.


MEDIO FORMATO DUE
Nel 1998 la Pentax 67 II ha completato un rinnovamento sostanziale della propria gamma di reflex medio formato e ha tutte le carte in regola per rinverdire un successo che dura dal 1969. Pur essendo basate sulla meccanica di modelli preesistenti, 645n e 67 II rappresentano quanto di più avanzato si possa trovare oggi per pellicola in rullo 120 e 220.


Nel 2004 la Pentax Corporation aveva circa 1.600 dipendenti. Però, del 2006, chiude la produzione delle pellicole: da adesso c'è solo il digitale.

 

DISTRIBUTORI ITALIANI
Le distributori nazionali dei principali marchi con case madri.

In Italia, Pentax è stata distribuita da  A.P.I. spa, che le ha fatto guadagnare un buon seguito anche nel settore professionale. L'azienda della famiglia Fantacci (prima gestita dal padre Giuseppe e poi dal figlio Paolo), aveva la sua sede storica a Firenze in via Leonardo da Vinci 16, ma dal 1984 circa si trasferisce in via Senna 27, Ingromarket Osmannoro - Sesto Fiorentino (FI).
Dal 1997 la distribuzione passa a Protege, azienda milanese di proprietà della famiglia Bassani, che sceglie la continuità commerciale, aprendo una sede nella zona di Firenze in via Pratese 167, Osmannoro (FI), sotto la gestione di Marino Dal Moro e Fabio Augugliaro. Dopo un paio d'anni la sede commerciale si sposta a Milano in Via Dione Cassio 15 e l'azienda cambia nome in Pentax Italia, e la distribuzione dei prodotti fotografici continua sotto la direzione di Achille Ludovici.
Dal 2009 Pentax passa ad uno dei più famosi distributori italiani in ambito fotografico: Fowa ha sede a Torino, direttore Claudio Pelanti, ed assieme a Nital (che distribuisce Nikon) è di proprietà della famiglia Winkler.

Oggi c'è sia il sito italiano Pentax e il Club Pentax AOHC.

 

estratto Almanacco fotografare di settembre 1991 http://it.wikipedia.org