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LA STORIA DELLA...

MINOX

8x11mm e accessori

formato 135

PROLOGO

Tra le due guerre mondiali tra i costruttori si è andato affermando il formato 24x36 mm. Apparecchi a telemetro come la Leica e la Contax lo avevano adottato, mentre la Rolleiflex o Ikonta continuavano ad usare pellicole 127 e 120. La prima camera Minox è stata progettata nel 1937 ed è nato così tutto un completo sistema di accessori per ottenere immagini di qualità dai suoi microscopici fotogrammi, di soli 8x11 mm. Sia la prima fotocamera che le successive avevano tutti i connotati giusti per essere classificate come macchine da agenti segreti: piccolissime, robuste, sofisticate, in grado di mettere a fuoco da vicino e con un obiettivo nitidissimo. Ma chi è stato l'inventore della Minox? Il suo nome era Walter Zapp, nato il 4 settembre 1905 nella città di Riga, in Lettonia, situata nell'Europa nord-orientale sul Mar Baltico. Era molto attento, e aveva mostrato una curiosità insaziabile accoppiata ad un’attitudine alla meccanica. Aveva vent'anni quando depositò il suo primo brevetto a cui ne seguirono molti altri. L'idea nel 1920 era di creare una macchina fotografica di dimensioni molto ridotte per risparmiare spazio prezioso ma di elevata qualità tecnica e questa idea sarebbe diventata per lui un'ossessione nel corso dei successivi 10 anni. Il progetto venne addirittura esaminato da Barnack della Leitz.

UN GENIO UNICO

Zapp cominciò con un una serie dettagliata e intricata di piani di lavoro attorno ad un piccolo blocco di legno con gli spigoli arrotondati, non più grande di un pacchetto di gomma da masticare. Ideò un caricatore con un nuovo formato, 8x11mm, utilizzando una pellicola cine 9,5mm a passo ridotto priva di perforazioni Pathè 9,5.Sulla base dei disegni appena ultimati e intorno al minuscolo caricatore, Zapp realizzò immediatamente, nel 1936, un primo prototipo Ur-Minox, facendosi aiutare da un ottico e da un meccanico. Gli amici e i conoscenti si interessarono subito alla piccola camera che aveva due aspetti interessanti: il piccolissimo formato sia del corpo che della pellicola e il sistema di ricarica consistente in un movimento telescopico apri e chiudi.Per esempio l'otturatore delle Leica o Contax aveva un grande bottone da girare per la ricarica mentre in questo prototipo il caricamento era istantaneo, cioè scatta, chiudi, riapri, scatta.

 

Come sarà istantaneo per i successivi quarant'anni con la levetta di carica delle reflex (dalla Asahi Pentax AP del 1958). Poi l'ottica: una 15mm con apertura fissa a f/3,5 con una minima distanza di messa a fuocodi soli 20 cm. E, anche, l'otturatore con tempi che andavano dal 1/2a 1/1000 di sec. oltre alla posa B e T. La camera era una scatoletta liscia con un piccolissimo pulsante e solo due piccole ghiere da usare con il polpastrello del pollice: tempi e distanza. Aperta mostrava l'obiettivo, il mirino e scatto oltre a tempi e distanze. Il caricatore conteneva 50 fotogrammi del formato 8x11, innovativo per l’epoca. Per accedere all'interno era sufficiente premere con l'unghia una mezzaluna posta sul dorso, quindi tirare le estremità e inserire un nuovo caricatore 8x11mm.
L'officina in cui era stato realizzato il prototipo non era sufficiente per una produzione di serie, e inoltre l'attrezzatura era inadeguata. Zapp pensò di risolvere tutto telegrafando all'Agfa, gigante tedesco, ma all'Agfa la cosa non interessava. Per cui Zapp e il suo socio decisero di far costruire la fotocamera dalla VEF (Valsts Elektrotehnisk Fabrika), una fabbrica di elettrodomestici che era stata di proprietà dell'Aeg, ed era proprio a Riga. Così, nel 1937-38, iniziò la produzione in serie della più piccola macchina fotografica.

Curiosità: Subminiatura Minifex

Il Minifex era una fotocamera subminiatura nel 1930 di Fritz Kaftanski della Germania. Aveva un corpo molto piccolo ma una manopola grande, obiettivo Tachon 25/0.95, mirino ottico rigida, otturatore centrale B e 1"-200 sec; la fotocamera usava una pellicola da 16 mm di 13x18 mm e 36 immagini.  Kaftanski era ebreo e, nel 1939, fugge dalla Germania nazista, si sposta in Cecoslovacchia e definitivamente si trasferì in Francia.

MINOX RIGA o I

Nel 1938 sul retro del primo modello apparve la scritta «Minox-VEF Made in Latvia», in italiano Lettonia, situata a nord-est sul Mar Baltico. Il nome del modello era Minox Riga (la capitale della Lettonia) oppure Minox I. L'aspetto era gradevole e suscitava fascino. Era un parallelepipedo con gli spigoli arrotondati, in lucidissimo acciaio inossidabile ed era robustissimo. Di ridottissime dimensioni (chiuso 81x27,5x17 mm e aperto di 18mm più lungo, cioè 99mm) pesava la bellezza di 135 grammi. Lo scarsissimo spazio obbligò ad adottare un'ottica Minostigmat a tre lenti con una lunghezza focale di 15 mm e un'apertura fissa di f/3,5: la luminosità, per quei tempi, era notevole ma, data la cortissima focale, non restringeva eccessivamente la profondità di campo. L'obiettivo di alta precisione permise la messa a fuoco da 20 cm a infinito.

1938 - Minox Riga

 

Differenze di Super Ikonta 6x9 cm
e Minox Riga 8x11 mm

I tempi dell'otturatore meccanico, a tendine metalliche, andavano da 1/2 a 1/1000 di secondo, più le pose B e T. L'otturatore era composto da due lamine dotate di finestrelle, che passavano davanti all'obiettivo. Una lamina serviva all'esposizione vera e propria,mentre l'altra restava ferma lasciando scoperto l'obiettivo. Unsemplice ma efficiente meccanismo di ritardo a due bilancieri frenava la prima lamina nel momento in cui la finestrella di questa passava di fronte all'obiettivo, permettendo così i diversi tempi di posa; la seconda lamina interveniva soltanto durante la fase di riarmo dell'otturatore, e serviva a proteggere dalla luce il fotogramma appena esposto mentre la prima lamina tornava in posizione di partenza. Il sistema di riarmo dell'otturatore era accoppiato all'avanzamento della pellicola e a quello dei contafotogrammi; per effettuarlo era necessario chiudere la Minox, che si apriva e chiudeva con un movimento telescopico.

Curiosità: come fai

E' molto facile ed è, al massimo di 10 sec., quasi come i meccani della Formula GP!
1) spalanchi il Minox con la taschino alla giacca o la borsa. 2) guarda se va bene il tempi e distanza. 3) apri il mirino. 4) scatta. 5) chiudi.
Dopodiché un altra foto con scatta-e-chiudi oppure subito il taschino o la borsa. Perché, anche, era le tecniche di spionaggio per raccogliere informazioni.

Il mirino, galileiano, era dotato di cornice che delimitava il campo inquadrato, nonché di correzione automatica dell'errore di parallasse. Ciò era particolarmente importante in quanto la minima distanza di messa a fuoco era di soli 20 cm. Incorporava anche un filtro giallo (per inserirlo bisognava spostare un cursore posto al di sopra della finestrella dell'obiettivo) utilizzato per migliorare il contrasto. Le prestazioni, come si è potuto constatare,erano complete, sicuramente molto di più della stragrande maggioranza delle 24x36mm e 6x6cm di quell'epoca. Il sistema della macchina aveva la catenella, la borsa, inoltre una vasca di sviluppo,un ingranditore, un visualizzatore di negativi e altro. Questa completezza, raggiunta, oltretutto per un apparecchio che poteva stare comodamente nel taschino, colpì l'attenzione del pubblico ma anche i vari servizi segreti, che vedevano nella Minox uno strumento ideale per i loro agenti. Grazie all'ingombro ridotto e alla minima distanza di messa a fuoco era possibile la riproduzione di documenti. Molte Minox Riga finirono nelle mani degli stati maggiori degli eserciti di innumerevoli Paesi, utili a scopi spionistici. Fu il successo della Minox: si calcola che dal 1938 al 1944 furono prodotti all'incirca 18.000 apparecchi, venduti in particolare in Germania, Inghilterra e America.  

 Curiosità: Zapp cede i brevetti

Nel 1947 Walter Zapp fu costretto a rinunciare all'idea: cedette i brevetti e i relativi diritti della Minox Riga alla società Minox GmbH, di Wetzlar (Germania) che, in cambio, accettò di versare un vitalizio sostanzioso. Zapp visse serenamente la sua vecchiaia in una villetta di Oberegg, un paesino nel cantone svizzero sul lago di Costanza, e morì il 17 luglio 2003: aveva 98 anni.


Alla nuova Minox di Wetzlar avevano rivisto tutti i brevetti e il nuovo staff tecnico si rese conto che era opportuno applicare all'apparecchio qualche modifica. La prima era radicale: dall’acciaio all'alluminio, maggiore leggerezza (da 135 gr a solo 60 grammi!!). L'organizzazione richiese circa due anni, pur restando fondamentalmente uguale alla precedente, la fotocamera ebbe il vantaggio di godere di una tecnica molto più aggiornata. E, nel 1948 alla Fiera di Colonia, comparve sui mercati di tutto il mondo la nuova Minox.

MINOX A o II

Nel 1948 apparve la nuova Minox: non era marchiata ma comunque era la Minox A o Minox II, come la Riga o I. L’acciaio aveva lasciato il posto all'alluminio satinato, metallo più leggero, che con il peso di soli 60 grammi, diede alla fotocamera un aspetto più gradevole ed estremamente raffinato.
Per quanto riguarda la parte meccanica i cambiamenti furono molto numerosi: quasi tutti i componenti furono ridisegnati per migliorareil funzionamento e per adattarli ai nuovi materiali impiegati. Laparte che subì le modifiche più radicali fu l'otturatore, con le due lamine: la prima per iniziare l'esposizione e la seconda, per terminarla. Il movimento delle lamine fu inoltre smorzato, per rendere più silenzioso e dolce lo scatto e per evitare


1948 Minox A o II


Caricatore 8x11mm, priva di perforazioni

vibrazioni che avrebbero potuto nuocere alla nitidezza. Questo sistema è rimasto immutato in tutte le Minox seguenti: otturatore con tempi di posa da 1/2 secondo a 1/1000, oltre alla posa B, con la messa a fuoco regolabile dall'infinito a 30 cm. La parte ottica consisteva in un obiettivo Complan a 4 lenti in 3 gruppi dotate di trattamento anti-riflessi con una qualità d'immagine che si manteneva eccellente fino ai bordi.

 Curiosità: la curvatura di campo

L'obiettivo non riuscendo ad eliminare del tutto la curvatura di campo e i tecnici della Minox avevano pensato di incurvare la pellicola, così la finestrella e il pressa-pellicola, caso molto raro nella storia della fotografia, nella Minox "A" e nella successiva "B" si presentano curvi sul quale il pressore manteneva premuta la pellicola. Però una fonte di guai perché appariva sulla stampa finale come una grossa macchia nera. Il vetro fu quindi presto eliminato.
L'obiettivo aveva un'apertura di diaframma di f/3,5 fissa e incorporava un filtro UV, uno arancio e uno verde, che venivano fatti scorrere uno di seguito all’altro. Il mirino venne migliorato e reso più luminoso; la cornice bianca che delimitava l'inquadratura fu resa più evidente e nitida. Il caricamento era facilissimo grazie ai particolari caricatori in cui era alloggiata la pellicola, che consentiva di effettuare 50 fotogrammi di 8x11 mm. Le dimensioni però erano lievemente aumentate, misuravano 82,5 x 28,3 x 18,5 mm e l'aumento della lunghezza era dovuto alla presenza, a un'estremità, di un innesto a baionetta, che poteva servire per attaccare un treppiede o una catenella per il trasporto. Quest'ultimo accessorio, la catenella-telemetro, serviva anche per le distanze di ripresa ravvicinate. Le “perline” della catenella erano poste a distanze prestabilite.
Dopo due anni fu la volta della nuova Minox III (1950) e, nel 1954, della Minox IIIs, dotata di presa sincro per flash, che fu situata all'estremità opposta rispetto a quella dove già si trovava l'innesto per la catenella. La sincronizzazione era del tipo X e  rappresentava indubbiamente un altro passo in avanti, ma intanto anche la lunghezza aumentava di 2 mm, a causa della flangia dell'attacco sincro.

1954 - Minox IIIs, chiuso e aperto

Negli anni successivi cominciarono anche a vedere la luce alcuni accessori quali il minuscolo esposimetro (separato) al selenio, il geniale cavalletto (anch’esso molto piccolo) che aveva le gambe infilate una nell’altra così da ridurre le dimensioni per il trasporto e all’interno dell’ultima gamba c’era infilato lo scatto flessibile, e poi ancora il kit per lo sviluppo con l’ingranditore, le bacinelle, lo stativo per le riproduzioni, un mirino angolare e anche un proiettore per diapositive. La Minox "A" fu sostituita dalla Minox B nel 1958 ma rimase in produzione fino al 1969: undici anni in più!!
Curiosità: la catenella MinoxLa Minox aveva una la catenella di trasporto per distanza minima di messa a fuoco e, semplice e geniale, allungando la catenella con una mano mentre si inquadrava si poteva stabilire attraverso dei "pallini" messi a distanze prestabilite lungo la catenella, la distanza del soggetto a 20, 24, 30 e 40 cm.  Per fotografare a distanze ravvicinate era quindi sufficiente tendere la catenella tra apparecchio e soggetto e regolare la distanza. Questo sistema, semplice ma molto efficace, consentiva di ottenere perfette immagini di soggetti a breve distanza e di documenti ed è continua a caratterizzare tutte le Minox 8x11.

MINOX B

Nel 1958, seguendo la moda che voleva gli apparecchi fotografici completi di esposimetro, fu presentata la nuova Minox B, che incorporava un esposimetro al selenio, proprio per distinguerlo dalla nuova versione Minox A senza esposimetro. Finalmente, sotto, c'era la marchiatura "B"! Le caratteristiche di basedella Minox B erano le stesse, anzi, tutta la parte meccanica era la stessa: obiettivo 15/3.5 e otturatore 2-1000, B e T. Si notaval’esposimetro incorporato per la finestra della cellula di selenio e lo strumento ad ago. Il funzionamento era abbastanza pratico, anche se la messa in opera richiedeva una certa cura.

1958 Minox B - chiuso e aperto, sia alluminio satinato che alluminio nero

Prima di aprire la Minox era necessario agire sulla ghiera dei tempi, facendo così muovere l'altra ghiera, quella dell'esposimetro. Su quest'ultima, oltre al contrassegno triangolare, era presente — dalla parte opposta — anche una minuscola freccia nera, con accanto la scritta «DIN». Questa freccia doveva collimare con uno dei valori di sensibilità posti su una scala contigua, graduata da 14 a 26 DIN. Una volta impostata la sensibilità richiesta si poteva aprire l'apparecchio e inserire il caricatore; prima di richiuderlo, er necessario portare la ghiera dei tempi, momentaneamente non accoppiata, all'esposimetro su 1/100. Il pulsantino andava premuto solo per pochi secondi, all'atto della misurazione e si bloccava: il campo di lettura dell'esposimetro corrispondeva con buona approssimazione a quella del mirino e dell'obiettivo, per cui la misurazione poteva essere effettuata mirando. La ghiera dei tempi e quella con il riscontro a triangolo erano accoppiate meccanicamente, e potevano essere disaccoppiate soltanto all'atto del caricamento della pellicola, per impostare la sensibilità. Ma l'esposimetro occupava spazio: la B infatti, pur mantenendo invariate le altre dimensioni, aveva una lunghezza di 100 mm, che diventavano 114 aprendo l'apparecchio. Anche il peso era aumentato, ora raggiungeva i 90 grammi.

Curiosità: filtri diversi

Nella Minox A erano incorporati due filtri (verde e arancio) mentre la Minox B invece il filtro verdi e grigio di circa 2,5X che serviva ad evitare possibili sovraesposizioni in riprese con molta luce e, da adesso, tutte le Minox successive anche i filtro grigio ND.
La Minox B non presentava, oltre all'esposimetro, particolarità di rilievo: era semplicemente una Minox A che incorporava un accessorio importante come l'esposimetro. Un ultimo rilievo: era disponibile anche in versione nera e inoltre che siano stati prodotti alcuni esemplari dorati. Alla fine degli anni '60 la Minox GmbH dismise il vecchio stabilimento di Wetzlar per lasciare il posto a una fabbrica ben più grande nella città Heuchelheim, posta a metà strada tra Wetzlar e Giessen, con possibilità produttive notevolmente maggiori.

MINOX C

Nel 1969 vide la luce la Minox C con un otturatore elettronico e un sofisticato esposimetro dotato di fotoresistenza al CdS (solfuro di cadmio). Era dotata di esposizione completamente automatica, con tempi compresi tra 7 secondi e 1/1000 oppure con tempi manuali compresi tra 1/15 e 1/1000. Il design era molto più allungato, 120x28x19 mm, e aprendola si allungava di altri 16,5 mm, per raggiungere la lunghezza massima di 136,5 mm. Il corpo era sempre lo stesso, solo un po' più lungo, ma le maggiori differenze si potevano riscontrare nei dispositivi interni, ed erano parecchie.

1969 - Minox C,

 sia chiuso che aperto

Vantava un nuovo obiettivo al lantanio con elevato indice di rifrazione, e un pressa-pellicola perfettamente piano. Il circuito elettronico era, per i suoi tempi, piuttosto sofisticato: la ghiera con "A" (automatico) e l'otturatore elettronico aveva due elettromagneti che però richiedevano la presenza di una batteria all'ossido d'argentodi 5,6 volt, da sostituire almeno una volta all'anno. Lo stato dicarica della batteria poteva essere verificato attraverso la presenza di una spia luminosa.
Ancora novità nel movimento telescopico di apertura e chiusura dell'apparecchio: la pellicola avanzava soltanto se la foto era stata scattata. Ciò vuol dire che se la foto non era stata scattata si poteva aprire e chiudere l'apparecchio senza che l'otturatore e la pellicola si muovessero, cosa che avveniva invece regolarmente dopo lo scatto. Il contafotogrammi era stato modificato, e da additivo era diventato sottrattivo; con partenza da 36 e da 15, in quanto le pellicole erano state accorciate. Tra gli accessori della Minox C va ricordata la custodia di nuovo tipo, che permetteva di usare l'apparecchio senza estrarlo completamente.

 Curiosità: il sistema Minox 8x11

La Minox aveva un vasto sistema di accessori: la bacinella di sviluppo con caricamento in luce diurna (tank), l'ingranditore, lo stativo per riproduzioni, un minuscolo treppiede tascabile in alluminio, un mirino angolare, l'innesto per riprese attraverso un binocolo, un proiettore, eccetera. Solo la Minox A aveva il minuscolo esposimetro al selenio chiamato Mino Six...

(dettagli completi "Accessori")

MINOX BL

Presentata nel 1972, la Minox BL era una versione aggiornata della B e la lunghezza era di 100 mm, che diventavano 116,5 aperta. I miglioramenti erano l'adozione di un esposimetro al CdS, rispetto a quello della B più sensibile e con estensione da 12 a 27 DIN. L'otturatore della BL era lo stesso e richiedeva la presenza di una batteria del tipo a pastiglia, all'ossido d'argento.
Lo stato di carica poteva essere controllato all'indice dello strumento. La Minox BL, pur giustamente apprezzata, non ebbe un grandissimo successo quindi, nel 1974 alla Photokina di Colonia, la Minox piazzò un colpo da maestro: ruppe la sua tradizione mettendo in cantiere una macchina più grande delle precedenti, in grado di utilizzare la comune pellicola in rulli e fornire fotogrammi di 24x36 mm: la Minox 35 EL.


1972 - Minox BL,


sia chiuso che aperto

MINOX 35

Al suo apparire, lasciò tutti un po' sconcertati e fu criticata accanitamente: l'obiettivo rientrante poteva sembrare un ritorno al passato. La plastica mal si confaceva al metallo come la Rollei 35, l'estetica era troppo nuova per poter essere subito accettata: quasi una camera per bambini. Però i fatti erano diversi perché incontrò subito i favori del pubblico e fu venduta in un gran numero diesemplari, destinata a diventare un cavallo di battaglia.La Minox 35 EL era leggerissima e tascabile, funzionava benissimo e dava risultati degni di apparecchi di prestigio.

Così, poco per volta, conquistò uno spazio sempre più vasto e diventò, oltre che un diffusissimo apparecchio per amatori, una compagna abituale di numerosi professionisti. Da allora la produzione Minox si è articolata parallelamente nei due distinti settori: le fotocamere subminiatura per il formato 8x11 mm e quello degli apparecchi Minox 35, per il formato 135 o 24x36 mm.

Curiosità: il modello 110S

Nel 1976 fu realizzato la Minox 110S, essendo il formato 110 allora di moda: fu l'unica fotocamera dotata di telemetro fabbricata. Non è stata fatta da Minox, ma è stato prodotto da Balda, che in origine ha fatto tutto di fabbricazione di plastica di Minox e che in seguito commercializzato una serie di 110 camere stesse.

MINOX LX

Il mercato tuttavia ha leggi ferree, che impongono un costante aggiornamento tecnico dei prodotti. Così nel 1978, a dieci anni esatti dalla nascita della Minox C, fu presentata la Minox LX.  Come la C, da cui ha derivato molti componenti, la LX era una microcamera con ottica a diaframma fisso e otturatore elettronico, che poteva funzionare in automatismo di esposizioneoppure manualmente. Presentava lo stesso circuito elettronico ed eraancora più piccola, anche nelle dimensioni: chiusa misurava infatti 109x28x19,5 mm ed era anche più leggera, pesava solo 95 grammi. La forma era ancora quella classica ma le ghiere erano più grandi, zigrinate sul bordo e non più al centro. Sulla parte superiore tre spie luminose colorate per i diversi controlli. Nella parte inferiore la ghiera per la regolazione della sensibilità (da 12 a 27 DIN) e, ad apparecchio aperto, il pulsante a mezzaluna per l'apertura del dorso.
Quando l'apparecchio è chiuso l'obiettivo è protetto da un rivestimento metallico con «Minox 1:3,5 - f = 15 min». Invece aprendo la LX l'obiettivo si posiziona dietro alla finestrella e diventa visibile la prima lamina dell'otturatore, quella contrassegnata da un cerchietto nero; contemporaneamente resta scoperto anche il mirino, con il cursore per l'inserimento del filtro ND.Nella LX l'attacco a baionetta ha lasciato il posto a quello standard a vite, ma non c'è nessun innesto per flessibile.


1978 - Minox LX,


sia chiuso che aperto

MINOX EC

Nel 1981, sempre alla Photokina, fu presentata un’altra macchina economica e semplicissima da usare, la Minox EC. Era costruita in buona parte in plastica nera: gli spigoli non erano più arrotondati, ma poligonali; non c’erano ghiere esterne, e le fiancate si presentavano lisce e prive di qualsiasi rilievo. Le dimensioni erano tornate piccolissime, come la Minox A: misurava 80x30x18 mm e, aperta, si allungava fino a raggiungere i 97 mm. Era la più piccola Minox: il peso era di soli 55 grammi. L'obiettivo era 15mm e il diaframma f:5,6 ed era a fuoco fisso. Otturatore elettronico, efficiente ma molto meno complesso, consentiva tempi di posa compresi tra 8 secondi e 1/500 sec. Il mirino aveva un led rosso: se acceso, il tempo di posa era più lungo di 1/30 ma scattava ugualmente. Non c'era il flash perchè non aveva alcun contatto sincro. C‘era però un raccordo per cuboflash. Inserire la batteria standard PX-27 era semplice: afferrato con due dita il coperchietto del vano, si piazzava la pila, facendo attenzione a rispettare la polarità. Si rimetteva a posto il coperchio, curando di inserirlo correttamente. Nella Minox EC non era presente alcun filtro. La Minox EC era quanto mai semplice, trattandosi di unapparecchio concepito per un pubblico non sempre esperto di fotografia e le poche operazioni necessarie non richiedevano alcuna competenza. 


1981 - Minox EC


 sia chiusa che aperta


La misura è quasi la Minox A

EDIZIONE LIMITATA

Daglianni 1980 in poi non andavano più le 8x11mm perché troppo care e tecnologicamente superate: l’esigente pubblico era rivolto alle reflex 35 mm con ottiche intercambiabili. Quindi le strategie della Minox hanno concepito le "edizioni limitate", di breve periodo e, al massimo 1000 pezzi. Esplicitamente per celebrare qualche ricorrenza. E riuscì a piazzare di anno in anno vari punti asuo favore. Nel 1987 la LX Gold Limited Edition di 1000 pezzi, nel 1990 la LX Platin sempre di 1000 pezzi e, nel 1991, la LX Sterling Silver, di soli 100 pezzi circa. Oggi i prezzi si aggirano intorno a 600-700 euro sia per il Gold che per il Platin, mentre lo Sterling argento è valutato € 4.000-5.000 perché raro.

Nel 1992 apparve la Minox AX, da collezione di soli 500 pezzi. Assomigliava a una Minox LX ridotta, con le dimensioni di Riga o Minox A mentre il meccanismo dell’otturatore meccanico proveniva dalla Minox BL. Si trattava diun ibrido completamente meccanico e comprendeva molti dei miglioramenti successivi, come il più recente obiettivo e pressa-pellicola: Le manopole erano state ridisegnate mentre il pulsante di scatto e la filettatura ¼” del treppiede erano della Minox LX.

Nel 1994 è stata presentata alla Photokina la Minox AX Gold, prodotta in 250 pezzi. Nel 1995, la Gold AX II di 250 pezzi d'oro per celebrare i 50 anni di Minox con la firma "Walter Zapp". Nel 1996, sono stati rilasciati 222 pezzi del modello Minox AX neri in finitura opaca e, nel 1998, altri 250 pezzi per il 60° anniversario con incisa la firma "Walter Zapp". Oggi i prezzi si aggirano intorno ai 1.000-2.000 euro circa, sia per la Gold che per la nera.

TRE ULTIMI 8X11

La prima è la Minox TLX del 1996, "edizione limitata", per celebrare l'anniversario della Minox. Corpo in titanio anodizzato, scale di messa a fuoco in nero ed assemblati a mano, 275 componenti, cromata e lucidata a specchio. La progettazione deriva dalla LX, a parte la batteria: una pila a bottone di 5.6 volt Mallory PX27 o simile. Il corpo è realizzato in alluminio con finitura in titanio anodizzato ed è prodotto in Germania.

La seconda è la Minox ECX, presentata alla Photokina 1998: è l’evoluzione della CE del 1981 che offre una capacità di lunga esposizione e la priorità di diaframma. Il mirino include un LED rosso per la segnalazione della bassa velocità (più di 1/30 sec) e un controllo della batteria. Di nuova concezione l’ottica Minar 15/5.6 con un migliore rivestimento.
L'ultima è la Minox MX, sempre del 1998, ma molto diversa. Non è un parallelepipedo con gli spigoli arrotondati ma una piccola "banana" con una grande ghiera dentata. E’ di plastica ad alta resistenza, rinforzata con fibra di vetro, ed è made in Giappone. Anzi: la fabbrica è la ACMEL diretta dal sig. Asanuma. L’avanzamento della pellicola non si effettua con il solito apri/chiudi ma con una rotella al pari della levetta delle reflex.

Curiosità: tre schede Minox

Minox TLX Obiettivo: Minar 15/4.8 con 4 elementi - tempi di posa: 1/2000 - 15 secondi -  esposizione: automatica programmata - messa a fuoco: 1m a infinito - dimensioni: 108x28x16 mm - peso: 98 g. Minox ECX Obiettivo: Minar 15/4.8 con 4 elementi - tempi di posa: 1/500 - 8 secondi - esposizione: automatica programmata - messa a fuoco: 1m a infinito - flash elettronico: dedicato ECX incluso - due batterie da 3 V tipo CR 1/3 N - dimensioni: 180x80x30 mm - peso: 55 g Minox MX Obiettivo: Minar 15/4,8 con 3 lenti - tempi di posa: fisso 1/125 - esposizione: priorità della velocità dell'otturatore - messa a fuoco: manuale da 1m a infinito - flash elettronico: dedicato Flash MX incluso - una batteria al litio 123A - dimensioni: 84x34x21 mm - peso: 55 g

Dopo di che, nel 2000 circa, si chiude il ciclo le 8x11mm. Quindi andate al Minox 35, cioé il formato 135.


TABELLE della MINOX

Le date (dal - al) dei modelli delle 8x11mm e delle 135, con il tipo, i numeri e i pezzi.

Anni

8x11

135

Tipo

Numeri delle serie

pezzi totali

1938-1943

Riga (I)

--

----

00001-ca. 17500

ca. 17.500

1948-1949

A (II)

--

10100

20001-25642

----

1950-1953

A (III)

--

----

25643-58498

----

1954-1969

A (IIIs)

--

----

58500-147494

127.494

1958-1972

B

--

10200

600001-984328

384.328

1969-1978

C

--

10300

2300101-2473694

173.594

1972-1977

BL

--

10400

1200001-1217880

17.880

1975-1979

--

EL

10800

3500001-3877000

376.990

1978-1992

LX

--

10600

2500001-2534788

> 34.787

1979-1981

--

GL

10850

4000001-4355728

355.725

1981-1992

--

GT

10750

5000001-5653343

555.887

1981-1992

EC

--

10500

2700001-2844518

> 144.517

1982-1987

--

PL

10720

6000001-6143000

142.994

1983-1986

--

PE

10730

6500001-6528444

28.440

1984-

--

GT-Golf

10758

- - - -

5.550

1985-1994

--

ML

10740

7000001-7174357

174.494

1986-1988

--

MB

10770

4400001-4427191

27.182

1987-1988

LX Gold

--

10650

001/999 - 999/999

999

1987-1988

--

AL (nero)

10710

6600001-6644468

44.466

1987-1988

--

AL (bianco)

----

6601001-6638200

37.198

1988-1989

--

AF

12030

8000001-8013125

13.121

1988-1993

--

GT-E

10780

5701001-5747561

45.402

1990-1991

LX Platin

--

10651

Pt001-Pt1000

1.000

1990-

--

MB Touring

10773

0001-3330

3.320

1991-1993

LX Sterling

--

10670

1-120

> 118

1991-1993

--

Goldknopf

10830

0001-0719

717

1991-

--

GT-Decade Ed.

10811

5653501-5654999

1.498

1991-1994

--

GSE

10795

9000001-9004603

circa 4.900

1992-1993

AX

--

10154

AX001 - AX500

500

1992-1995

--

MDC

----

7500001-7502328

2.298

1993-1994

--

MDC Coll.

10855

7800001-7800323

322

1994-1995

AX Gold

--

10160

I-001 - I-250

250

1996-

TLX

--

----

- - - -

----

1998-

ECX

--

----

- - - -

----

1998-

MX

--

----

- - - -

----

1998-1999

--

GT-X

10765

5804535-5804906

370

1998-2001

--

GT-E (II)

10781

5762001-5767397

circa 5.500

1998-2001

--

GT-S

10767

5806001-5807752

circa 1.600

 


Immagini e ritocchi: www.cryptomuseum.com, www.minox.de, www.submin.com, www.collection-appareils.fr, www.liveauctioneers.com, en.wikipedia.org

Correzione testo: Giuseppe Andrea Suardi <gasuardi@gmail.com>