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LA STORIA DELLA...

PENTACON

ANTEFATTO

All’inizio del Novecento Dresda è una città piccola ma ricca di attività, ed in essa sono presenti parecchie fabbriche di fotocamere e di obiettivi, come la ICA/Zeiss, Ihagee, KW, Ernemann ed altre più piccole come Balda-Werk, EHO Altissa, Korelle-Werk, Filmosto-Projektoren, Certo A.Lippert, Optisches E.Ludwig: vedi le fabbriche di Dresda e intorni.

- Nel 1909 vengono riunite sotto il marchio ICA AG (Internationale Camerafabriken Aktiengesellschaft) le aziende  Hüttig AG, Wünsche AG, Dr. Krügener AG, e Palmos che fa già parte della Fondazione Carl Zeiss. Negli anni seguenti vengono acquisite le industrie Goerz di Berlino, Contessa Nettel di Stoccarda ed Heinrich Ernemann di Dresda, realizzando così la più grande concentrazione industriale fotografica dell’epoca. Nel 1924 la Fondazione  Zeiss era l'azionista di maggioranza ed aveva il pieno controllo della società, che si completa nel 1926 con la nascita della società Zeiss Ikon AG, che con i suoi 4.200 dipendenti si qualifica come il più grande produttore di fotocamere in Europa. Nel 1950 la sede della Zeiss Ikon viene trasferita Oberkochen. Vedi la Storia C.Zeiss Ikon

- Nel 1913 il marchio Ihagee viene scelto per indicare la "Industrie und Handelsgesellschaft m.b.H.". Il fondatore Johan Steenbergen era un olandese e la prima fotocamera costruita in legno è la Photorex. La ditta si trasferisce nel 1929 in un nuovo edificio ed inizia la costruzione di una reflex di metallo, la Vest Pocket Exakta di formato 4x6.5cm, piccola ed elegante. Presentata nel 1933 alla Fiera di Primavera a Lipsia ottiene un successo travolgente. Poco più tardi sviluppato un nuovo modello di formato più piccolo, per pellicola 35mm, quasi in competizione con la Contax della Zeiss Ikon, ma equipaggiata con un mirino reflex con lo specchio mobile. Nel 1936 alla Fiera di Lipsia la Kine Exakta 35mm ottiene un enorme successo.
Nel 1943 Steenbergen, essendo sposato con una moglie ebrea, viene costretto ad emigrare negli Stati Uniti e, nel 1959, tornato nella Germania Ovest, fonda una nuova società Ihagee Ovest a Francoforte. Vedi la
Storia Ihagee.

- Nel 1919 con la sigla KW viene fondata la società  Kamera-Werkstätten Guthe & Thorsch GmbH, da parte dei due soci Paul Guthe e Benno Thorsch. La sigla è preferita rispetto al nome molto lungo della societrà, proprio come per altre aziende  ICA (vedi sopra) o VW (automobili VolksWagen). Un anno più tardi viene realizzata la prima camera tipo folding Pilot Etui, con una struttura in metallo ed il soffietto con il formato 6x9cm su rulli 120, equipaggiata con un obiettivo C. Zeiss 105mm f/4.5 e la velocità di otturazione fre 1 sec ed 1/200, B e T. La fotocamera diventa un grande successo perché ha dimensioni veramente ridotte, con uno spessore di 35 millimetri quando è chiusa. Nel 1928 la società KW si trasferisce vicino alla Zeiss Ikon. Intanto mette in commercio altri prodotti: nel 1931 la Pilot, versione per pellicola 127 con negativi 3x4cm, l'anno successivo con la Pilot Box, una sorta di fotocamera tipo box 6x9cm su film tipo 120, ed alla Fiera Lipsia del 1936 presenta la grande Pilot 6 per il formato 6x6cm, la Pilot Super con gli obiettivi intercambiabili ed altri articoli, come ad esempio l'ingranditore Praxidos. Alla fiera sono presenti parecchi clienti e giornalisti, ed anche un imprenditore americano, Charles Adolph Noble di Detroit, di origine tedesca.

In seguito alla "pulizia etnica" della Germania Nazista nei confronti degli ebrei, Paul Guthe emigra in Svizzera mentre Benno Thorsch si trasferisce negli Stati Uniti, proprio a Detroit, e convince Noble dell’opportunità di vendergli l’attività commerciale KW di Dresda. Nel 1938, il contratto viene firmato, Noble si trasferisce in Germania con la sua famiglia e cambia il nome dell'azienda in "Kamera-Werkstätten Charles A. Noble". 
Nel 1939 inizia la produzione della reflex 35mm Praktiflex, un progetto sviluppato due anni prima da Benno Thorsch e dal designer Alois Hoheisel. Il mirino principale è quello a pozzetto (che fornisce immagini dai lati invertiti), l’otturatore a tendine in tessuto dispone dei soli tempi veloci da 1/20 a 1/500 sec, oltre alla posa B, lo specchio è del tipo a ritorno istantaneo (con il rilascio del pulsante di scatto) e l’innesto degli obiettivi è a vite M40x1.

Kamera Werkstätten C.A.Noble


1920 Pilot Etui


1936 Pilot Super


1938 Pilot 6

1939 Praktiflex

La Seconda Guerra mondiale impegna tutta l’industria ottica e fotografica, ed al termine del conflitto, l'azienda KW non esiste più, i membri della famiglia Noble vengono arrestati e deportati in una prigione sovietica.

 

DOPOGUERRA

 

Nel 1945, la Germania viene divisa in quattro parti, che daranno origine a due stati diversi, con riferimento ai due blocchi contrapposti a ovest e ad est. Il primo (controllato da francesi, inglesi ed americani) viene accorpato all'Europa occidentale, il secondo, che include la città di Berlino, viene posto sotto la guida del regime comunista.  Non trovando un accordo per una gestione comune, la città di Berlino viene isolata nel giugno 1948, con lo sbarramento di  tutte le vie di accesso terrestri tra la città. Gli alleati occidentali risposero utilizzando i corridoi aerei per rifornire la loro parte di città di cibo e altri beni attraverso un ponte aereo che durò 462 giorni.
A mezzanotte del 12 maggio 1949 i sovietici misero fine al blocco, ed erano nati due nuovi stati, la Repubblica federale di Germania (BD = Bundesrepublik Deutschland) ad Ovest e la Repubblica Democratica Tedesca (DDR = Deutsche Demokratische Republik) ad Est, con Berlino Ovest circondata dalla DDR. Oltrealla zona di Berlino Est la DDR comprende importanti città, come Lipsia, Dresda, Halle, Jena, Rostock e Karl-Marx-Stadt.

Con la divisione della Germania per le industrie presenti nella neonata DDR l’urgenza più immediata diventa quella della ricostruzione, con la ripresa delle attività lavorative e delle attività industriali, anche nel settore fotografico.
Le industriedanneggiate in maniera più lieve riprendono immediatamente la produzione interrotta mentre quelle danneggiate in maniera più grave hanno tempi di ripresa più lunghi.
Dopo la situazione inizialmente confusa nei primi mesi del dopoguerra, tutte le aziende esistenti vengono  nazionalizzate e trasformate in "VEB" (acronimo di "Volkseigener Betrieb", ovvero "impresa a guida popolare") una sorta di società controllata in realtà dallo Stato. Anche nel settore delle fotocamere la KAMERA-WERKSTATTEN viene nazionalizzata.

LA FIERA SOVIETICA

Nell’immediato dopoguerra sono poche le fotocamere e gli obiettivi che vengono costruiti, però alla LeipzigerMesse, la fiera di Lipsia del settembre 1949, è presente anche il VEB Mechanik con due nuove fotocamere 35mm reflex: le Praktica e le Contax.

Le fotocamere Praktica con il pulsante di scatto sulla parte destra del frontale sono uno sviluppo della Praktiflex realizzate sotto la guida dell’ingegnere Siegfried Böhm, equipaggiate con un corredo di ottiche intercambiabili con il nuovo innesto a vite M42x1, un mirino a pozzetto, un otturatore con le tendine in tessuto gommato, velocità da 1/2 secondo a 1/500 più la posa B.


1949 - Praktica

Completamente diverse le fotocamere Contax sono costruite in base ad una concezione originale, soprattutto per quello che riguarda il mirino. Sono ispirate in maniera estremamente vaga ad alcuni studi e disegni realizzati negli anni Trenta dai progettisti della Zeiss Ikon per una monoreflex 35mm chiamata Syntax e derivata lontanamente dalle Contax a telemetro, utilizzando un brevetto per un mirino risalente 1932, ed un progetto del 1937.
Nel 1948 lo stabilimento della ex KW viene rimesso in funzione ex novo dagli ingegneri Wilhelm Winzenburg e Walter Henning. La "Contax" cerca di sfruttare la notorietà del marchio Zeiss Ikon e del nome delle Contax prebelliche, da cui si diversifica in maniera completa ed assoluta, e viene battezzata
Contax "S" dall’iniziale della parola tedesca “Spiegel” (specchio).

Wiheim Winzenburg, Walter Hennig e Rudolf Kuhnert sta a guardare la Contax S.

 

 

La pubblicità della Contax S

1949 - Contax S

manuale Contax S,
tradotto a New York

La Contax S utilizza una carrozzeria elegante, con il corpo macchina sottile dagli angoli smussati dal quale emergono sul frontale la scatola dello specchio sagomata in basso secondo l’arco descritto dall’innesto degli obiettivi e raccordata in alto con la sporgenza del cappuccio del pentaprisma, dai fianchi inclinati e dalla sommità piatta. Utilizza un otturatore a tendina in stoffa con scorrimento orizzontale, un mirino pentaprismatico fisso, analogo a quello montato sulle contemporanee Rectaflex, ed un innesto per gli obiettivi completamente intercambiabili del tipo a vite M42x1. I comandi posti sul tettuccio sono il grosso bottone per l’avanzamento del film e la ricarica dell’otturatore, simile a quello delle Leica, coassiale con il contapose e posto sulla estremità destra, ed un bottone di dimensioni analoghe posto sulla estremità sinistra per il ribobinamento del film esposto. Ancora sul tettuccio è presente il selettore delle velocità di otturazione, fra 1 secondo e 1/1000 oltre alla posa B, con la finestrella per l’osservazione del valore impostato. Il pulsante di scatto filettato è presente sulla parte destra del frontale ed è inclinato di quarantacinque gradi. Le Contax S vengono costruite fino al dicembre del 1951 in oltre ventiseimila esemplari, alcuni dei quali sono provvisti del meccanismo dell’autoscatto con la levetta posta sul frontale al di sotto del pulsante di scatto e con un contatto sincro del tipo coassiale posto sul tettuccio.

Curiosità: la vite universale

Gli obiettivi completamente intercambiabili con innesto a vite M42x1. Questo innesto, che deriva dall'innesto Leica (39x0.8) e Praktiflex (40mm), viene scelto per la sua semplicità concettuale e produttiva ma anche in base a considerazioni di tipo economico. L'innesto a vite M42x1 di Contax S e Prakica è standardizzato ed incontra un notevole successo.
Pochi anni più tardi viene utilizzato dalle fotocamere tedesche Edixa e giapponesi Asahi Pentax. Successivamente a circa dieci anni di distanza, da Petri, Regula, Zenit, Yashica, Cosina, Fujica, Chinon, Mamiya Sekor, Olympus FTL, Ricoh. Infine, nel 1970-71, anche perfino dalle Zeiss Ikon Icarex e SL706.  Gli obiettivi a vite sono piuttosto lenti da montare, sono necessarie due o tre  rotazioni complete con il bloccaggio finale in posizione non sempre precisa, mentre l'innesto a baionetta è rapido e veloce.

POLEMICHE CONTAX
A causa delle controversie legali con la società Zeiss Ikon di Stoccarda sulla proprietà del nome "Contax" (vedi la storia Zeiss Ikon), nel novembre del 1951 viene registrato il nuovo marchio Pentacon, dalla fusione della parola Pentaprisma e del nome Contax. Per il simbolo grafico viene  utilizzato un disegno stilizzato della "torre d’angolo" delle ex officine Ernemann di Dresda.
Nel marzo del 1952 la Contax S viene sostituita dal modello Contax D, chiamato anche Pentacon D, che ripetono le caratteristiche tecniche ed estetiche con il nuovo nome sul frontale del cappuccio delle fotocamere. Tutte e due utilizzano il contatto sincro posto sul tettuccio e la levetta dell’autoscatto posta sul frontale. La proprietà dei marchi viene attribuita da un tribunale internazionale alla Zeiss Ikon di Stoccarda, anche se non tutti i paesi ne riconoscono la validità, e continuano ad essere commercializzate per alcuni mercati le fotocamere siglate con i logo ZI (Zeiss Ikon).

1952 - Contax D

1952 - Pentacon D

1952 - Pratiflex II

1952 - Praktica III

Curiosità: i logo del pentaprisma

Da 1949 a 1958 sulla faccia anteriore del prisma delle Contax/Pentacon vengono incisi cinque tipi diversi di logo, da "ZEISS IKON" fino alla  "torre d’angolo" delle ex-officine Ernemann. Sul frontale del cappuccio il nome può essere Contax o Pentacon.
1) Contax S e Zeiss Ikon, 2) Contax D e Zeiss Ikon VEB, 3) Torre Ernemann e ZI (cioè Zeiss Ikon), 4) solo la Torre piccola ed il nome Pentacon o Praktica,
5) la Torre grande mentre il nome è sempre lo stesso.

Sempre nello stesso anno vengono presentati altri tre modelli: la Praktiflex II, analoga a quella del 1938 ma con un innesto M42x1mm con l'aggiunta di una lente di ingrandimento per la messa a fuoco, la prevenzione per la doppia esposizione ed il pulsante di sblocco del riavvolgimento, e la fotocamera Praktica III con tre contatti flash F, FB e X.

La Praktina invece è diversa, con un inedito innesto a baionetta, il pulsante di scatto sulla parte destra del frontale e due diversi mirini, un pentaprisma intercambiabile ed un mirino ottico galileiano. Alla Fiera del 1952 viene presentato un prototipo, che è una reflex ma può essere usata come una fotocamera a telemetro e può montare un accessorio Rapid ed un motore a molla che permette sequenze fino a 10 fotogrammi. Le caratteristiche tecniche sono: mirino intercambiabile, a pozzetto o pentaprisma, l’otturatore delle tendine in tessuto gommato, tempi da 1, 1/2, 1/5, 1/10, 1/25, 1/50, 1/75, 1/100, 1/200, 1/500, 1/1000 di sec. più la posa B e contatto flash X, e obiettivi intercambiabili a baionetta rapida. Nel 1953 viene messo in produzione il modello Praktina FX, con due contatti sincro, con lampadine flash di  5 millisec (F) e con il lampo elettronico di 0,1 millisec. (X).  Poteva montare sul fondello un accessorio Rapid con la leva per l’avanzamento della pellicola.

  

1953 - Praktina FX pentaprisma o galileiano. Sotto il corpo e l'accessorio con manovella di carica.

  

Nel 1957 viene messa in produzione la fotocamera Praktina FX IIa, identica nell'aspetto alla precedente Praktina FX ma con un miglioramento importante dell’otturatore, con la nuova scala delle  velocità (1, 1/2, 1/4, 1/8, 1/15, 1/30, X (cioè 1/40), 1/60, 1/125, 1/250, 1/500 e 1/1000 sec, B) e della sincronizzazione flash con una presa unica per il flash commutabile FP e FX. Inoltre è presente la trasmissione automatica per la chiusura e la riapertura del diaframma. Tre anni più tardi viene presa la decisione di fermare la produzione delle fotocamere Praktina.

1953 - Contax/Pentacon "E" e particolare

Sempre nel 1953 viene presentato il modello Contax E o Pentacon E provvisto sul tettuccio del pentaprisma di un esposimetro incorporato ma non accoppiato, come sulle Contax III prebelliche e sulle Contax IIIa a telemetro, con la fotocellula al selenio protetta da una antina mobile incernierata in alto con inciso il nome della fotocamera. Selezionando la sensibilità del film e la velocità di otturazione un aghetto visibile dall’alto indica il valore del diaframma da impostare. 

1954 - Praktica FX

Praktica FX sopra

1957 - Praktina FX IIa

Praktina FX IIa sopra

Intanto, nel 1954, viene messa in produzione la Praktica FX, con caratteristiche simili al modello Praktica del 1949, ma con due contatti FB e X. Sul coperchio del pozzetto compare di nuovo il logo "KW". Nel settembre del 1956, preceduta da una piccola serie di fotocamere Contax D con i bottoni di carica e di riavvolgimento modificati e più grandi, inizia la produzione delle fotocamere Pentacon F, ancora in qualche caso siglate con il nome Contax F. Le Pentacon F si diversificano dai modelli precedenti per avere incorporato all’interno del bocchettone delle ottiche un dispositivo per la trasmissione meccanica della chiusura del diaframma degli obiettivi predisposti. Il pulsante di scatto trasmette il movimento ad una piastrina mobile sagomata ad arco posta all’interno del bocchettone degli obiettivi che spinge un pulsantino presente sulla parte tergale della montatura degli obiettivi, agendo sulla molla che fa chiudere il diaframma. Nei primi obiettivi equipaggiati con questo meccanismo il diaframma deve essere riaperto manualmente ricaricando la molla, mentre successivamente la riapertura del diaframma avviene automaticamente rilasciando il pulsante di scatto.
Sempre lo stesso anno si aggiungono delle fotocamere Contax FBPentacon FB, equipaggiate con l’esposimetro incorporato sul tettuccio. Due anni  più tardi le Contax FMPentacon FM vengono equipaggiate con uno stigmometro ad immagine spezzata incorporato nel vetro di messa a fuoco, e le Contax FBMPentacon FBM vengono inoltre equipaggiate con l’esposimetro incorporato sul tettuccio.

1956 - Contax/Pentacon F 

1956 - Contax/Pentacon FB

1958 - Contax/Pentacon FM

1958 - Contax/Pentacon FBM

Ancora nello stesso anno 1956 viene presentato il modello Praktica FX2, identica alla Praktiflex FX2 nella carrozzeria, nell’otturatore e nei comandi, a parte il nuovo pozzetto ed il nome.
Un anno di più inizia anche la produzione del modello Praktica FX3, identica alla Praktiflex FX3, ma per le altre cose sono uguali, a parte i nomi: il mirino è fisso, l’otturatore delle tendine in tessuto gommato, tempi da 1/2 a 1/500 di sec. e la posa B e con due contatti FB e X.


1956 - Praktica FX2


1957 - Praktica FX3

Curiosità: tutti diagrammi di VEB

 

Ecco i diagrammi delle fabbriche fino a 1990. Ci sono circa 30 VEB nel settore delle fotocamere. Guarda anche i diagrammi della storia Zeiss Ikon

Il totale delle fotocamere Contax/Pentacon e Praktica costruite fra il 1949 ed il 1961 supera i duecentomila esemplari. Nonostante la sua longevità le reflex non ottengono un successo commerciale, a parte l’Unione Sovietica ed i paesi del patto di Varsavia. Gli americani boicottano tutti i prodotti dell'est a causa della guerra fredda, preferendo i prodotti tedeschi federali e giapponesi.

MEDIOFORMATO
La capostipite della famiglia si chiama Praktisix, nasce nel 1957 con il formato medio per le pellicole 120. L'estetica è corpo in metallo cromato satinato, con rivestimenti in similpelle nera, leggermente rugosa e la linea è squadrata ma con gli spigoli completamente arrotondati. Data la mole e il peso elevato, l'apparecchio si impugna con tutte e due le mani, tenendo la sinistra sotto, in modo che il palmo sorregga l'apparecchio mentre le dita pollice e indice sono libere di ruotare il diaframma o la ghiera della messa a fuoco. Il mirino a pozzetto è comodo ma come tutti i mirini dello stesso tipo presenta un inconveniente: i soggetti appaiono con i lati invertiti. La leva di carica è dotata di una molla di richiamo piuttosto robusta e funziona con una rotazione di quasi 3/4 di giro. Il pulsante di scatto è collocato sul frontale dell'apparecchio, in posizione inclinata, ed è dotato della presa filettata standard per lo scatto flessibile. L'otturatore sul piano focale utilizza  tendine in tessuto sintetico con un'altezza di ben 6 centimetri e la gamma dei tempi va da 1 secondo a 1/1000 oltre alla posa B, con la velocità sincronizzazione di circa 1/25 di sec, che rappresenta una limitazione.
Intanto, nel 1959, la fusione di diverse fabbriche VEB Kamera und Kinowerke: VEB Kinowerke, VEB Kamerawerke Niedersedlitz, VEB Altissa-Camera-Werke, VEB ASPECTA, VEB Welta Kamera Freital. E, nel 1964, la ridenominazione di VEB Pentacon.

1957 - Praktisix

1964 - Praktisix II

1966 - Pentacon Six

1968 - Pentacon Six TL

pozzetto chiuso

pozzetto aperto

pentaprisma

pentaprisma esposimetro

Nel 1964 derivano la Praktisix II e nel 1966 la Praktisix II-A con conservando immutate  le caratteristiche e, sempre nello stesso anno, il nome viene cambiato e diventa Pentacon Six. Accantio al mirino a pozzetto viene offerto un mirino a pentaprisma. Due anni più tardi viene presentata la  Pentacon Six TL, con un esposimetro incorporato nel mirino a pentaprisma, e successivamente non vengono apportati ulteriori cambiamenti, e la produzione prosegue senza modifiche fino al 1984.
Questi apparecchi sono caratterizzati da una considerevole robustezza e una discreta versatilità, sono accompagnate da una vasta serie di obiettivi di eccellente qualità prodotti dalla Zeiss di Jena. L'innesto degli obiettivi utilizza un sistema a baionetta con collare di serraggio che viene utilizzato sia sulle Praktisix e Pentacon Six che sulle fotocamere sovietiche Kiev 6 e Kiev 60.

Curiosità: Avanguardia Pentina

Nel 1960 vengono costruite con un design all'avanguardia alla scuola Kunsthochschule Berlin-Weissensee: il progetto viene sviluppato di Jürgen Peters e il prof.Rudi Högner nel 1958.
La prima fotocamera è la
Pentina con la carrozzeria con  diverse finiture in nero e marrone. La carrozzeria è molto speciale: tutti i comandi sono discretamente nascosti, sono visibili solo il pulsante di scatto a sinistra e l’esposimetro incorporato. Gli obiettivi sono intercambiabili.
Come poche altre fotocamere i comandi sembrano essere progettati da mancini, perché la leva di carica è posta sulla sinistra. C'è anche il contapose. Sul fondello sono posizionati la manovella di riavvolgimento, il selettore della sensibilità della pellicola in ASA/DIN, il pulsante di sbloccaggio ed il dischetto per la memorizzazione della pellicola color / lamp / BN. 
L’otturatore centrale è del tipo a lamelle, con velocità  da 1 sec. a 1/500,  accoppiato al meccanismo e con la sincronizzazione. I contatti sono X (1/30sec), M, o V (lenta). Controllo dell'esposizione:  l'ago della fotocellula è visibile nella finestra ed indica l’apertura del diaframma e la velocità dell'otturatore. Gli obiettivi sono intercambiabili mediante un innesto a baionetta e sono disponibili quattro lunghezze focali: Tessar 50mm f/2.8, Meyer Lydith 30 mm f/3.5, Jena Cardinar 85 mm f/2.8, Meyer Domigor 135 mm f/4.
Nel 1963 seguono due modelli: 
Pentina M caratteristiche simili ma con il mirino con il vetro smerigliato con la lente ad immagine spezzata (= M) e la Pentina FM, con il mirino con la lente di Fresnel e l'anello di vetro smerigliato (= FM). Alla fine, nel 1964, viene presentata la Pentina E con caratteristiche simili ma priva dell’esposimetro fotoelettrico incorporato.

1960 - Pentina

 

1964 - Pentina E

sezione verticale

sopra

leva di carica

fondo

stacco obiettivi

PRAKTICA IV, V e NOVA

Dal 1959 fino al 1969 la produzione delle Praktica si articola in una serie di modelli Praktica IV, V e Nova con le varianti M, B, F, eccetera. 
Lo stile delle Praktica "IV" e "V" si caratterizza per una carrozzeria squadrata e spigolosa, con un pentaprisma è di 1 centimetro più grande, il pulsante di scatto a destra e la leva di carica sul fondello. Nel 1959 la 
Praktica IV ha un otturatore a controllo meccanico, le tendine in cotone e la velocità dell'otturatore di 1/2, 1/5, 1/10, 1/25, 1/50, 1/100, 1/200,1/500 sec. più  B. La leva di carica non è sul tettuccio, insieme ai comandi della velocità e riavvolgimento del film, ma invece sul fondello a destra. I contatti X e M sono sul frontale a sinistra. Il mirino con la lente di condensazione e lo schermo smerigliato è fisso; non c'è l'esposimetro. Gli obiettivi sono ancora a vite M42x1.

Lo stile è la leva inferiore

1959 - Praktica IV

1961 - Praktica IV-B

1961 - Praktica IV-BM

1964 - Praktica VF

Nel 1961 vengono messi in commercio tre modelli: Praktica IV-M, con le stesse caratteristiche ed il mirino con l'immagine spezzata, Praktica IV-B con l'esposimetro incorporato non accoppiato con fotocellule selenio e l’ago nella finestra, e Praktica IV-BM con esposimetro ed immagine spezzata nel mirino. Un anno più tardi nascono le Praktica IV-F e Praktica IV-FB, con un'estetica appena differente ma con le stesse caratteristiche tecniche, le sigle "F" e "FB" indicano l’assenza o la presenza dell'esposimetro. Nel 1964 escono le Praktica VF e Praktica VB con la scala delle velocità modificata  (1/2, 1/4, 1/8, 1/30, 1/60, 1/125, 1/250,1/500 sec e posa B), nelle due versioni "F" e "BF. 
Dal 1964 l'azienda cambia la direzione Siegfried Böhm, ingegnere capo, perché ha mostrato la sua capacità di competere con la crescente concorrenza dal Giappone. La nuova serie viene denominata Praktica Nova e Praktica PL. La sigla
PL significa Pentacon Laden (in tedesco) o Pentacon Loading (in inglese), ed indica il nuovo modo di caricamento del film.


1965 - Praktica Nova


1965 - Praktica Nova B


1967 - Praktica PL Nova I


1967 - Praktica PL Nova IB

Nel 1965 vengono presentate le Praktica Nova, una rielaborazione con una nuova progettazione raffinata della Praktica IV e V ma con un pentaprisma più basso rispetto ai modelli precedenti, e con il ritorno della leva di scatto dal fondello al tettuccio, mentre il pulsante di scatto della fotocamera viene situato in una posizione inclinata, sul frontale, una caratteristica ripresa dalle Contax S. Il dorso è incernierato invece di essere rimovibile come nei modelli più vecchi. La caratteristica della Praktica Nova è l'otturatore a tendina con due scale di velocità, lente e normali, selezionabili da un bottone triangolare rosso o bianco. Queste sono 1/2 sec, 1/4 sec, 1/8 sec e 1/15 sec mentre le velocità normali sono 1/30, 1/60, 1/125, 1/250 e 1/500 sec. più la posa B. In pratica era come la Leica del 1930, con le velocità lenta o veloce. Il contapose è del tipo con l’azzeramento automatico. Gli obiettivi sono ancora a vite M42x1, e gli obiettivi standard possono essere un C.Zeiss Jena Tessar 50/2.8 od un Mayer Optik Domiplan 50/2.8. Sempre nello stesso anno il modello Praktica Nova B incorpora un esposimetro accoppiato con fotocellule al selenio e l’ago visibile nella finestra. 
Nel 1967-68 la serie PL Nova si basa sulla precedente serie Nova del 1964. La fotocamera
Praktica PL Nova I si caratterizza per lo specchio con il ritorno automatico,  la leva di carica e il pulsante di scatto inclinato sul frontale, come le prime reflex Contax S. L'otturatore è ancora del tipo a tendina orizzontale sul piano focale con velocità 1 sec, 1/2, 1/4, 1/8, 1/15, 1/30, X (1/40),1/60, 1/125, 1/250, 1/500 e B. Ci sono due prese coassiali per le lampadine (F) ed il flash elettronico (X). Il mirino è del tipo a pentaprisma fisso con lo schermo di messa a fuoco con un telemetro ad immagine spezzata circondato da una lente di Fresnel. Viene presentata alla fiera di Lipsia, nella Germania dell'Est, dove viene premiata con una medaglia d'oro.
La seconda fotocamera è la Praktica Nova IB o Praktica Nova I Plus (sono la stessa cosa) con le stesse caratteristiche, oltre all’esposimetro incorporato con fotocellule al selenio.

Curiosità: Cinque fotocamere inconsueti

Nel periodo 1965-1968 ci sono cinque fotocamere insolite o innovative.
La prima era la
Praktica Mat con la novità dell'esposimetro TTL (Through The Lens, misurazione attraverso l'obiettivo) con fotocellula ad CdS, ed in gran parte basata sul telaio della Praktica Nova, ma leggermente più alta. Una caratteristica TTL non interessa fino due anni dopo.
Nel 1966 viene presentata la novità assoluta della Fiera: la Praktica PL Electronic, la prima fotocamera al mondo con un otturatore a controllo elettronico e la velocità di otturazione fino a 30 sec. Tuttavia non si dimostra ancora molto affidabile, non ottiene un grande successo, e la produzione viene presto interrotta dopo la costruzione di poco più di tremila esemplari. Questo tipo di otturatore elettronico diventerà la caratteristica standard negli anni Settanta ed Ottanta delle fotocamere giapponesi.
Sempre nello stesso anno nasce la
Pentacon Super, con un esposimetro TTL al CdS, prevista per l’uso del motore elettrico e per la misurazione della luce a tutta apertura con un simulatore del diaframma. Il nome Pentacon è lo stesso nome della ditta, utilizzato anche per le reflex professionali Pentacon Six di medio formato. Due anni più tardi la Praktica Super TL sostituisce la Praktica Mat.
Nel 1967 nasce la Pentaflex SL: con un nome di dieci anni prima ed analoga alla Praktica Nova 1B ma con il colore nero al pentaprisma.


1965 - Praktica Mat


1965 - Praktica PL Electronic


1966 - Pentacon Super


1967 - Praktica Super TL


1967 - Pentaflex SL

LO STILE "L"
Nel 1968, lo stato ha ridenominato Kombinat VEB Pentacon, una fusione Pentacon e Ihagee, VEB Feinoptisches, VEB Kamerafabrik, VEB Certo, VEB Mentor, e costruisce nell’arco di circa vent’anni successivamente circa trenta fotocamere Praktica diverse (per citare alcune sigle: TL, LB, VLC, LTL, MTL e, anche, EE) di cui alcuni modelli sono solo varianti all'interno di una specifica versione dello stesso modello di base. Spesso si tratta di inezie, piccole cose per esempio l’autoscatto o la modifica dei contatti flash, oppure con caratteristiche del tutto inedite, appunto come la Praktica LLC.  Il VEB Pentacon ha avuto anche un ruolo importante nell’esportazione di fotocamere con nomi diversi: dapprima verso gli USA con la società Hanimex-Praktica e fotocamere con  nomi fantasiosi come Catalina, Cavalier o Fotocom,  poi verso la Germania del Ovest con le Revueflex (Gruppo Quelle) e Porst (Photo-Porst), verso il Regno Unito con le Jenaflex ed, alla fine, verso l'Olanda e la Francia con i nomi Pentor.
Le fotocamere Praktica della linea “L” si sviluppano in quattro generazioni diverse.

La prima generazione del 1968-1976 è individuata dalle seguenti caratteristiche: involucro del corpo (coperchio superiore, piastra inferiore) in plastica nera o colore argento, otturatore a tendina in metallo e specchio a ritorno istantaneo.
Le prime reflex vedono la luce nel 1969 con la
Praktica L, capostipite di una gamma di reflex, e sono caratterizzate da un nuovo otturatore metallico, dall'innesto delle ottiche a vite 42x1 e dalla tipica linea squadrata con il pulsante di scatto frontale inclinato a 45°. Si tratta di una reflex 35mm tradizionale, con il corpo macchina robusto e pesante, con  linee tese e spigolose. Il materiale di rivestimento del corpo delle Praktica L è molto più duro e resistente rispetto alla similpelle liscia.
Il meccanismo dell'otturatore a tendina in metallo anziché in tela è del tipo con lo scorrimento verticale, velocità da 1 secondo a 1/1000 più la posa B (alcuni modelli di fascia bassa hanno la massima velocità a 1/500 di secondo).

 
1968 sopra Praktica L e, sotto, LLC
  

La sincronizzazione a 1/125 di secondo ed il funzionamento completamente meccanico ed il mirino è luminoso, privo di distorsioni evidenti, e sul tettuccio del pentaprisma c'è la slitta per il flash.
Concettualmente la
Praktica LLC, sempre dello stesso anno, ripete le stesse caratteristiche tecniche ma per la prima volta utilizza dei contatti elettrici striscianti tra l’obiettivo con l’innesto a vite ed il corpo macchina, per la misurazione TTL a tutta apertura.
Nel 1970 nasce la Praktica LTL con la lettura stop-down e l'indicazione dell'ago nel mirino, due anni più tardi la Praktica LB, analoga alla "L" ma con un esposimetro incorporato non accoppiato, commercializzata nella Germania Ovest ed in Europa anche con il nome di Revueflex BL e Porst Reflex CX4, identiche a parte il nome. Nel 1974 vengono presentate due fotocamere: la prima è la Praktica VLC con pentaprisma intercambiabile, e la seconda la Praktica LTL-2, come la "LTL" con misurazione stop-down tramite LED, commercializzata anche con i nomi di Porst Reflex CX6 e Pentor 2 LTL in Olanda e Francia. Dal 1976 in poi, per quattro anni, vi sono parecchi modelli, sia nella Germania dell’Est che le versioni del Europa e America. La prima è la Praktica TL, analoga alla LTL del 1970 con le velocità da 1 secondo a 1/500 più la posa B, sostituita dopo un paio di anni dalle fotocamere Praktica Super-TL 2 o Praktica 1000, identica alla LTL ma con le velocità fino ad 1/500 oltre alla posa B.

generazione

 

Praktica LTL

Praktica LB

Revueflex BL

Porst CX4

Praktica VLC

Praktica LTL 2

Praktica TL

Praktica Super TL 2

La seconda generazione del 1975-1978 non vede nessun cambiamento fondamentale ma solo alcune modifiche di dettaglio: viene modificata la leva di carica rapida con una estremità in plastica nera, viene modificato il selettore delle velocità di otturazione, viene migliorato il meccanismo interno. Nel 1975 vengono messe in produzione due fotocamere: la prima è la Praktica LTL3, analoga alla LTL2 ma di seconda generazione, commercializzata anche con i nomi Foticon Black, versione per l'esportazione per il mercato statunitense. La seconda è la Praktica PLC2, con la misurazione TTL a tutta apertura come LLC, e con il controllo elettronico con priorità dei diaframmi di tutti i tempi da 1 secondo a 1/1000. Un anno più tardi arrivano tre nuovi modelli: la Praktica L2  analoga alla L, la Praktica LB2 analoga alla LB ed alla fine la Praktica VLC2 analoga alla VLC e con la trasmissione elettrica. Nel 1977 le Praktica DTL2 analoga alla LTL3 ma con le indicazioni per mezzo di 4 LED. 
La novità importante dello stesso anno è la
Praktica EE-2, con il controllo elettronico continuo delle velocità di otturazione tra 1 secondo ed 1/1000, la simulazione del diaframma elettronico con misurazione TTL a  piena apertura, esposizione automatica a priorità del diaframma.

II° generazione

 

Praktica LTL 3

Praktica PLC 2

Praktica L2

Praktica LB2

Praktica VLC 2

Praktica DTL 2

Praktica EE 2

Fotocon Black (LTL3)

La terza generazione dura solo due anni, dal 1978 a 1980, sono fotocamere analoghe a quelle della seconda generazione, ma con un mirino più luminoso e più grande, con una nuova lente di Fresnel con una combinazione di microprismi e telemetro a spezzamento d’immagine, la leva di carica rapida migliorata, il selettore delle velocità cromato ed pulsante di scatto più grande, un otturatore ridisegnato, ancora più silenzioso e privo di vibrazioni.  Il  rivestimento è del tipo a grana grossa. Nello stesso periodo la produzione delle Praktica LB viene interrotta. 
I quattro modelli del 1978 sono: la
Praktica MTL3, versione aggiornata della LTL e l'unica che misura l'esposizione con il diaframma chiuso sull'effettivo valore di lavoro ed è l'unica delle poche che conserva ancora delle generose dimensioni. Il modello MTL3 viene commercializzato con i nomi di Foticon MTL 3 per l'esportazione per il mercato statunitense e Revueflex TL1 e Revueflex TL25 per l'Europa. La Praktica Super TL3 analoga alla Super TL 2 ma di terza generazione, la Praktica PLC3 analoga alla PLC2 e la Praktica VLC3 analoga alla VLC 2. Alla fine del 1979, ci vengono messe in produzione la Praktica DTL3 analoga alla DTL2 e la Praktica EE3 analoga alla EE2.

III° generazione

 

Praktica Super TL 3

Praktica MTL 3

Praktica PLC 3

Praktica VLC 3

Praktica DTL 3

Praktica EE 3

L’ultima è la quarta generazione, dal 1980 fino al 1985, mentre il mercato è dominato dai nuovi modelli Praktica B. La lente di Fresnel è più grande e di il nuovo rivestimento  della fotocamera ha una superficie in similpelle liscia nera.
Nel 1980 viene costruita la
Praktica Super TL 1000 (o Praktica Nova II) analoga alla MTL3, ma con la eliminazione della presa del flash con il contatto diretto sul tettuccio, ed un anno più tardi viene costruita la Praktica Super TL 500 analoga alla MTL3 modificata con le velocità fino ad 1/500. La Praktica MTL 5 del 1983 deriva dalla MTL 3, ha il rivestimento in pelle liscia, i comandi neri e, due anni  più tasrdi, la Praktica MTL 5B si differenzia dalla Praktica MTL5 soltanto per l’impiego di una pila all'ossido d'argento al posto dell'ormai invecchiata batteria al mercurio e, alla fine, la Praktica MTL50 come MTL 5B, ma con una batteria 6V o 4LR44 PX28, con il controllo dell'esposizione con dueLED e, circa 6 mesi, la Praktica DTL5 come la MTL 50. Il modello MTL5 viene commercializzato nome Revueflex ML per il mercato dell'Europa.

IV° generazione

Praktica Super 1000

Praktica Super 500

Praktica MTL 5

Praktica MTL 5B

Praktica MTL 50

Praktica DTL 5

L'introduzione della Praktica L ha rappresentato una svolta, ma la produzione non poteva essere mantenuta a causa della mancanza di risorse finanziarie. La ditta si decide all'abbandono dello storico innesto a vite 42x1, comparso nel 1949 sulla prima fotocamera "Praktica" (erede della Praktiflex) ed adottato anche dalla coeva Contax S. Si determina il passaggio alla nuova generazione reflex con innesto delle ottiche a baionetta ed alle più recenti Praktica elettroniche.

LE SERIE "B"
La storia della Pentacon arriva al 1978, anno in cui la ditta tedesca presenta la Praktica B200, una reflex 35 mm automatica ed elettronica (realizzata in parte con pezzi giapponesi) con innesto degli obiettivi a baionetta e con alcune soluzioni d'avanguardia rispetto alla produzione tedesco-orientale.
L'aspetto esteriore è dovuto al rivestimento a grana molto grossa che fascia l'apparecchio, analogamente a quello  della terza generazione delle Praktica L. I comandi principali sono tutti collocati al posto giusto. Il mirino non è luminosissimo ma permette un'accurata messa a fuoco, con l’immagine spezzata al centro e la corona con i microprismi. Il sistema esposimetrico viene realizzato da una ditta nipponica con la cellula GaAsP di concezione nettamente giapponese; l'otturatore invece viene progettato nella Germania Orientale ed utilizza tre sole lamelle che si ricaricano automaticamente subito dopo lo scatto. La lettura dei LED nel mirino si ottiene semplicemente premendo a metà corsa il pulsante di scatto con la riduzione al minimo il consumo di energia elettrica. L'innesto a baionetta Praktica permette l’impiego solo degli obiettivi Prakticar. Tramite un anello adattatore possono essere utilizzati anche tutti i vecchi obiettivi con innesto a vite 42x1 mm.


 


 


 


 

1978 Praktica B200

1981 Praktica B100

1984 Praktica BC1

1985 Praktica BC A

Nel 1981 esce il modello semplificato Praktica B100, privo dell'esposizione manuale e nel 1984 nasce la Praktica BC1, una delle più sofisticate fra le fotocamere economiche con esposizione manuale ed automatica. Il rivestimento è in simil-pelle liscia. Il mirino è abbastanza luminoso, con i led dell'esposimetro. La misurazione della luce avviene sempre alla massima apertura, su una zona ristretta del campo inquadrato. L'otturatore è a tendine metalliche con scorrimento verticale. La gamma dei tempi in manuale va da 1/1000 a 1 secondo, più la posa B, mentre in automatismo si estende fino a pose di circa 40 secondi. L'autoscatto è di tipo meccanico con un  ritardo di circa 7 secondi. L'alimentazione viene fornita da una pila da 6 volt all'ossido d'argento. Quando la batteria è scarica l'apparecchio va quasi completamente in panne: scatta esclusivamente con il tempo di sincronizzazione (1/90 di sec.).
Le Praktica BCA del 1985 sostituiscono la serie precedente vantando alcune migliorie del rivestimento liscio e morbido, del sistema esposimetrico (fotocellule al silicio al posto delle precedenti al germanio) e l'adozione di flash dedicati.  Sulla grande ghiera posta vicino al  pulsante di scatto, troviamo solamente tre posizioni: auto, 1/90 (che  è l'unico tempo manuale) e la posa B. L'otturatore è controllato elettronicamente e consente di operare con  tutti i tempi compresi tra 1 secondo ed 1/1000 di secondo. Il mirino fornisce, al contrario delle altre fotocamere, molte indicazioni: il diaframma impostato, l’esposizione corretta, la sovra e la sotto esposizione più una spia indicante il pronto flash, ovvero quando il flash è carico  e pronto a scattare.

Curiosità: ricarrozzata media-formato

Nel 1984 la società tedesca Beroflex (vedi sotto) decide di assorbire completamente la produzione di apparecchi 6x6, imponendo al nuovo prodotto alcuni cambiamenti estetici, un pentaprisma con esposimetro incorporato, obiettivi Schneider ed il nome di Exakta 66. Questa fotocamera sostanzialmente è una Pentacon Six TL ricarrozzata, dotata dì un nuovo pentaprisma esposimetrico e di obiettivi Schneider.

Nel 1988 viene messa in produzione la Praktica BX20, con dedica flash TTL e lettore di codice DX. Sempre nel 1988 fa la sua comparsa il modello Praktica BMS con otturatore a controllo elettronico: bisogna fare praticamente tutto a mano, dall'avanzamento della pellicola alla messa a fuoco, dalla  impostazione della sensibilità della pellicola alla regolazione del diaframma e del tempo di posa. La linea non è delle più moderne, squadrata ma con gli spigoli arrotondati ed il rivestimento è in plastica. Il mirino, piuttosto luminoso, è dotato di uno schermo di  messa a fuoco con smerigliatura sottile con un telemetro  ad immagine spezzata, una prima corona di microprismi  sottili e una successiva corona smerigliata in modo sottile. L'otturatore è a tendine metalliche con scorrimento verticale, con tempi di posa da 1/1000  a 4 secondi più la posa B. L'autoscatto consente un ritardo di circa 10 secondi. L'esposimetro misura la luce che passa attraverso l'obiettivo tramite una cellula al silicio posta nel pentaprisma e la  misurazione avviene con il diaframma sempre alla massima  apertura. L'alimentazione viene fornita da una pila alcalina con un consumo irrisorio. Si rende necessario il ricambio ogni  due o più anni e, comunque, la fotocamera è dotata di un pulsante per il controllo dello stato di carica della  pila.

l

1988 Praktica BX 20

1988 Praktica BM S

1989 Praktica BC C

1989 Praktica BC S

1989 Praktica BM

1989 Praktica BX 10

Un anno più tardi vengono presentati quattro modelli: la Praktica BCC, con LED aggiuntivo nel mirino, la Praktica BCS praticamente uguale la Praktica BM, con le impostazioni selezionabili per la velocità e l'apertura e la Praktica BX 10, con la misurazione TTL. Altri modelli, per esempio, BX100x, AC1, BC2-3 o RX1, sono dei prototipi o vengono costruite in poche unità.

La fine della VEB
L'avventura delle Praktica B dura solo pochi anni: la riunificazione delle due Germania e il conseguente indebolimento del regime di monopolio fa sì che il VEB Pentacon non sia più in grado di reggere la concorrenza e chiude definitivamente i battenti. Finisce così il periodo classico per una delle più eminenti fabbriche di materiale ottico-fotografico del mondo socialista. 
Gli anni che seguono la riunificazione tedesca del 1990 sono caratterizzati da lotte permanenti per la produzione e l'ammodernamento delle aziende in forma indipendente. La dirigenza della Pentacon, per continuare la produzione della fotocamera ma con le nuove condizioni economiche della nuova gestione, ha subito capito che non poteva assumere tutti i lavoratori ed era in perdita. Nell’ottobre alla Photokina di Colonia, la Pentacon ha dovuto presentare istanza di fallimento.
Anche se bancarotta, la società Beroflex AG ha annunciato il suo interesse ed ha deciso di acquisire gli stabilimenti Pentacon ed il marchio Praktica.
Di chi è la società Beroflex e perché l'industiale Manderman?

Nel 1969 i due soci Heinrich Manderman e Herbert Kohler, fondano la Beroflex AG, per distribuire i propri prodotti sui mercati occidentali, basandosi su di una campagna di marketing e forniture a basso costo, e diventando il più grande importatore dei prodotti Pentacon, ottenendo un enorme successo commerciale. 
Nel 1982 la società Jos Schneider Optische Werke (obiettivi, filtri B+W,  binocoli, mirini ottici, ecc.) è stato costretto a dichiarare bancarotta e ha acquisito la Beroflex (il titolare della Manderman) e, dopo, rinominata Jos. Schneider Feinwerktechnik GmbH & Co. KG ed è qualche anno subito più di valore. Quindi nel 1990 l'annessione al gruppo Schneider permette di salvaguardare le sorti future della Pentacon nel momento cruciale dello sfascio del blocco sovietico.

1992 Praktica BX 20s

Mantenendo le stesse linee di assemblaggio, in una Germania ormai riunificata, nel 1992 viene avviato l'ultimo progetto  PRAKTICA BX20s: una reflex compatta e maneggevole, che vanta un mirino di alta qualità, una gamma dei tempi lunghi molto estesa e la facoltà di intervento sull'automatismo d'esposizione. Inoltre è predisposta per l'esposizione in TTL con i flash dedicati. Invece fra le cose che mancano si rimpiangono il controllo della profondità di campo, la presa sincro e, se vogliamo, la possibilità di "tirare" ad alti valori ISO le pellicole senza utilizzare il codice DX. Soprattutto si sente la mancanza di almeno un tempo di scatto meccanico. Nel 1997 viene creata l'attuale "Pentacon GmbH Foto und Feinwerktechnik Dresden".

Nel 2000, la produzione delle Praktica B (BCx, BXx e BMx) viene fermata mentre l'ultima serie di fotocamere SLR viene terminata nel giugno 2001. Oggi la società produce fotocamere digitali, videocamere, scanner ed apparecchiature di precisione per il controllo della qualità nell'industria. Se volete saperne di più ecco il sito www.pentacon.de.

Curiosità: Panoramica Noblex

Dopo la riunificazione della Germania nel 1990 il figlio John H. Noble ha cercato di recuperare il marchio di fabbrica e la proprietà dell’azienda. Tornato in possesso della vecchia fabbrica di suo padre, la Kamera Werk Dresda, la ha ribattezzata con il nome Noble.
Nel 1992 viene sviluppata la fotocamera panoramica
Noblex 06/150 con obiettivo rotante,  con una struttura simile a quella della Horizont del 1967, ma per la pellicola tipo 120, quindi più grande. L’angolo coperto è di 132 gradi, 146 gradi sulla la diagonale, e le immagini sono 50x120mm con solo 6 immagini per ogni rullo. L'obiettivo è un Tessar 50mm f/4.5. La fotocamera misura 211x114x175mm ed è pesante 1750 grammi.
Nel marzo 1994 viene presentato un altro modello, la Noblex 135, sempre panoramica ma più piccola e leggera, per  la pellicola 135 ed immagini di 24x66mm con 19 pose su ogni rullino. L'obiettivo è un Noblar T 29mm f/4.5 e l'angolo coperto è di 127 gradi, 135 gradi sulla diagonale. La fotocamera misura 165x65x130 mm e pesa 790 gr.
Attorno al 2000 viene presentata la versione Noblex PRO 175 per pellicole 120/220 ma molto diversa, equipaggiata con un obiettivo Rotor 72mm f/6.5 e pesante 2.350 grammi. L'angolo coperto è di 132 gradi, 138 gradi sulla diagonale, l'immagine è 50x170mm e permette solo 4 foto su un rullino 120.


 
 

John H. Noble è morto il 17 novembre 2007 e la società KameraWerk di Dresda non produce più la linea Noblex di fotocamere, a favore della produzione medica e industriale (il sito è www.kwdo.de cioè Kamera Werk Dresden Optronics GmbH). Però, per fortuna, prosegue la produzione la Noblex Panorama Cameras con sede in Canada e i modelli sono i seguenti: per le pellicole 135mm le Noblex 135 s,  Noblex 135 U,  Noblex 135 ProSport, e per le pellicole 120 di Noblex 150 E2, Noblex 150 HS, Noblex 150 U, Noblex 150 UX, Noblex 175 UX. Guarda il sito www.noblexcanada.com.

 

testo: di Danilo Cecchi e Candido Scocco

immagini e ritocchi: praktica-collector.de (parecchie immagini), dresdner-kameras.de (10), fotobox.over-blog.fr (3), collection-appareils.fr (2), flickriver.com (4), www kl-riess.dk (2), de.wikipedia.org (3), camerapedia.wikia.com (3), yokohama.o.oo7.jp (3), kenrockwell.com (2), timelineofphotography.wordpress.com, earlyphotography.co.uk, thecamerasite.net, campbell-collection.com, photography.urbane-fragmente.de, www jnoir.eu, captjack.exaktaphile.com, deck.de

Bibliografia: libri "Der VEB Pentacon Dresder" di G.Jehmlich e "50 fotocamere senza segreti" di C.S.; i siti http://www.dresdner-kameras.de http://www.pentacon-dresden.de, http://www.praktina.com, http://www.praktica-collector.de, http://camerapedia.wikia.com,