LA STORIA DELLA...
MINOLTA |
La
società Nishi-Doku Shashini Shoten (Compagnia Fotografica Nippo-Tedesca)
viene fondata nel 1928 ad Osaka da Kashuo Tashima, figlio di un industriale
tessile, insieme all’ingegnere tedesco Billy Neumann, allo scopo di costruire e
commercializzare fotocamere. La prima fotocamera del tipo a soffietto viene
realizzata nel 1929, per il formato Vest Pocket 4x6.5cm, e viene equipaggiata
con un obiettivo ed un otturatore importati dalla Germania. Nel
1931 la società Nishi-Doku si trasforma nella società in accomandita semplice
ed il nome viene cambiato in Molta Goshi Kaisha, o Molta Company
(è l'acronimo di Meccanica Ottica Lenti TAshima) e vengono realizzate le fotocamere a tiranti
6.5x9cm Happy, Sirius, Arcadia ed
Eaton, finalmente equipaggiate con
obiettivi ed otturatori interamente costruiti in Giappone. Nel
1937 la società viene ribattezzata Shiyoda Kogaku Seiko (Compagnia
Ottica Chiyoda) e viene posta, come la maggior parte delle industrie ottiche,
sotto il controllo militare per la produzione, oltre che di fotocamere, di
binocoli, periscopi e strumenti di puntamento per l’esercito e la marina,
impegnati all’epoca nella guerra con la Manciuria, e successivamente nella
guerra del Pacifico. MINOLTA A
TELEMETRO
Nel 1953 inizia la produzione delle Minolta 35-II, ancora di formato 24x34mm, modificata in alcuni dettagli, come il contatto sincro standardizzato e la finestrella del mirino più ampia, ma non nelle caratteristiche estetiche e tecniche generali, ed equipaggiate con un obiettivo più luminoso 50mm f/2. Nel 1955 le Minolta 35-II vengono modificate nella sagoma del carter superiore e nel 1958 viene presentato il modello Minolta 35-IIB, che utilizza una leva di carica rapida con il contapose incorporato, al posto del bottone di avanzamento della pellicola, e monta un luminoso obiettivo 50mm f/1.8. La produzione delle Minolta 35 si interrompe alla fine degli anni Cinquanta.
FRA TELEMETRO E REFLEX
LE REFLEX PENTAPRISMA
Nel 1970 viene messa in produzione una fotocamera Minolta della serie SR dalle prestazioni particolari, derivata dalla Minolta SR7 ma priva dell’esposimetro al CdS e dell’autoscatto, ed equipaggiata con un motore elettrico solidale con il fondello, ed inamovibile. La Minolta SRM si completa con un portabatterie che funge da impugnatura, contiene un pulsante di scatto, e può essere applicato sul fianco destro del motore con il collegamento diretto, oppure sul fondello con il collegamento per mezzo di un cavo.
SERIE MINOLTA
SRT
Nel 1969 la Minolta SRT 101 viene modificata con l’impiego di viti con la testa a croce e con alcune leggere modifiche strutturali e, nel 1975, viene sostituita dal modello Minolta SRT 101b (Minolta SRT 201 in Usa e Minolta SR 101 in Giappone), priva del blocco dello specchio in posizione sollevata ed equipaggiata con una tasca sul dorso per l’inserimento dell’etichetta del film usato. Nel 1971 viene affiancata da un modello economico, Minolta SRT 100, che utilizza la stessa carrozzeria, lo stesso otturatore e lo stesso circuito esposimetrico ma viene privata del meccanismo dell’autoscatto e del blocco dello specchio in posizione sollevata.
Nel 1975 viene presentata la Minolta SRT 100b (Minolta SRT 200 in USA), identica al modello Minolta SRT 100, ma con la velocità più alta di otturazione riportata ad un millesimo di secondo e senza il meccanismo dell’autoscatto e delle indicazioni nel mirino relative ai valori del diaframma e della velocità di otturazione. Nel 1977 la Minolta SRT 100b viene modificata con l’aggiunta sulla staffa del flash del contatto diretto e viene denominata Minolta SRT 100x. La Minolta SRT 100x è l’ultima fotocamera Minolta reflex 35mm con otturatore meccanico, con le velocità di otturazione fra un secondo ed un millesimo di secondo, ma senza il meccanismo dell’autoscatto. La Minolta STR 100x rimane in produzione fino al 1981, e negli esemplari più recenti il sistema di compensazione dell’esposizione CLC viene eliminato.
Nel Marzo del 1973 la Minolta SRT 101 viene affiancata da un modello migliorato individuato con il nome Minolta SRT 303 (Minolta SRT 102 negli USA e Minolta SRT Super in Giappone). La Minolta SRT 303 mantiene tutto lo stesso, a parte ha una staffa per il flash con il contatto diretto, la possibilità di effettuare le doppie esposizioni intenzionali e mostra nel mirino il valore del diaframma selezionato. Questo comando, a partire dal 1974, viene eliminato anche dalle Minolta SRT 101. Nel 1975 la Minolta SRT 303 viene sostituita dal modello Minolta SRT 303b (Minolta SRT 202 in USA e Minolta SR 505 in Giappone), priva del meccanismo per il blocco dello specchio in posizione sollevata ed equipaggiata con un dispositivo per la verifica del corretto scorrimento della pellicola e di una tasca sul dorso per l’inserimento dell’etichetta del film usato. La Minolta SRT 303b rimane in produzione fino al 1977. MINOLTA
XM PROFESSIONALE
I mirini della Minolta XM sono un classico mirino pentaprismatico privo di esposimetro, un classico mirino a pozzetto con il coperchio ribaltabile, ed un mirino rigido con la visione diretta dall’alto ed il forte ingrandimento della zona centrale. Il mirino esposimetrico è alto e pesante, con la sagoma squadrata, ed è equipaggiato con due fotocellule al CdS. L’ultimo mirino esposimetrico AE è altrettanto grande e pesante, è equipaggiato con due fotocellule al CdS e permette la selezione automatica della velocità di otturazione. Nel 1976 segue un terzo mirino esposimetrico AES, più compatto, equipaggiato con le fotocellule al silicio e la selezione automatica della velocità di otturazione. Con tutti i mirini le velocità di otturazione selezionabili manualmente vanno da un secondo ad un duemilesimo di secondo oltre alla posa B ed alla velocità meccanica sincronizzata con il flash di 1/100 di secondo. Con il mirino AE la selezione automatica va da 4 secondi ad 1/2000 di secondo, e con il mirino AES va da 8 secondi ad 1/2000 di secondo. La selezione manuale delle velocità lente si effettua per mezzo di un selettore secondario. La Minolta XM permette anche l’intercambio dei vetri di messa a fuoco. Nel 1976 viene presentata la versione motorizzata della Minolta XM mot, equipaggiata con un motore elettrico applicato in maniera stabile al fondello e completo di una impugnatura laterale con un pulsante di scatto autonomo. Viene alimentato da dieci batterie tipo stilo da 1.5 volt AA (pile di 14x50mm), ed un selettore permette di regolare il motore per lo scatto singolo, per tre velocità diverse e per la velocità massima di tre scatti e mezzo al secondo. LE
ELETTRONICHE SERIE
XE, XD E XG Nel corso del 1975, accanto alla Minolta XE1 viene messa in commercio la Minolta XE5 (Minolta XEb in Giappone), che utilizza la stessa carrozzeria, gli stessi circuiti, otturatore e lo esposimetro della Minolta XE1 ma è più leggera ed è semplificata nel mirino con la eliminazione della levetta per le esposizioni multiple.
Nel 1977 viene messa in commercio la Minolta XD7, (Minolta XD11 negli USA e Minolta XD in Giappone). Più compatta e leggera, permette per la prima volta fra le reflex elettroniche Minolta, la possibilità di scelta fra la selezione completamente automatica della velocità di otturazione o del valore del diaframma, oltre alla possibilità di selezione manuale di ambedue i valori. La selezione automatica del diaframma è possibile con la nuova serie di obiettivi Rokkor MD. L’otturatore della Minolta XD7 è del tipo a tendina metallica con lo scorrimento verticale 1-1/1000 sec e B. La Minolta XD7 è predisposta per l’applicazione sul fondello di un piccolo motore elettrico, possiede la levetta per il caricamento dell’autoscatto meccanico e la correzione manuale dell’automatismo dell’esposizione, permette la chiusura dell’oculare del mirino e la chiusura manuale del diaframma. L’esposimetro utilizza una fotocellula al silicio con la misurazione media ponderata al centro. La Minolta XD7 viene realizzata in alcune versioni con finiture speciali in occasione di alcune ricorrenze, come la versione XD 50° Anniversario del 1978 e la versione XD 20° Camera Show del 1979. Nel 1978 alla Minolta XD7 viene affiancato il modello semplificato Minolta XD5, con la stessa carrozzeria, gli stessi circuiti, otturatore e lo stesso esposimetro. Nel mirino viene indicato per mezzo di LED il valore del diaframma selezionato. Nel 1979 viene realizzata in una versione speciale Minolta XDS, con la tendina per la chiusura dell’oculare del mirino sostituita da una lente di correzione diottrica.
Nel 1977 insieme alla Minolta XD7 viene messa in commercio, la capostipite di una serie diversa: la Minolta XG2 (Minolta XG7 negli USA e Minolta XGE in Giappone) è analoga alla Minolta XD7 nella carrozzeria, nella struttura generale e nei comandi, ma si caratterizza per la presenza sul frontale di un grosso diodo luminoso per la segnalazione della funzione dell’autoscatto elettronico e per l’assenza del pulsante per la chiusura manuale del diaframma. L’otturatore della Minolta XG2 è del tipo a tendina con lo scorrimento orizzontale ed offre tutte le velocità di otturazione fra un secondo ed 1/1000 di secondo oltre alla posa B ed alla posizione A per la selezione automatica della velocità di otturazione, con la possibilità di correzione manuale dell’automatismo. L’esposimetro si basa sulle fotocellule al CdS con il sistema della media integrata. Nel 1978 la Minolta XG2 viene affiancata dalla Minolta XG1, semplificata nei dati nel mirino, ma che può montare il motorino elettrico Auto Winder G. Nel 1979 viene messa in commercio la fotocamera Minolta XG9 (Minolta XGS in Giappone), che sotto una carrozzeria identica a quella delle Minolta XG2 e XG1 offre alcune caratteristiche in più, come la lettura diretta nel mirino del valore del diaframma ed un pulsante per la chiusura manuale del diaframma. Il vetro di messa a fuoco è del nuovo tipo Acute Matte. La Minolta XG9 è predisposta per l’impiego del motorino elettrico Auto Winder G e di un dorso datario Data Back G.
Nel
1981 viene presentato il modello Minolta XGA che utilizza la
stessa carrozzeria e la strumentazione delle Minolta XG ma con la
correzione manuale dell’automatismo dell’esposizione. Nonostante
la estrema semplificazione delle funzioni la Minolta XGA può montare
il motorino elettrico di avanzamento della pellicola. SERIE
MINOLTA X
Accanto
alla Minolta X700 viene messa in commercio nel 1983 la fotocamera
Minolta X500 (Minolta X570 negli USA), con la
carrozzeria, l’otturatore ed il circuito esposimetrico identici a
quelli della Minolta X700, ma semplificata con l’eliminazione della
esposizione programmata. Nel 1984 viene messo in commercio il modello
semplificato Minolta X300, (Minolta X370 negli USA),
equipaggiata con una carrozzeria sagomata come quella delle sorelle
maggiori, ma con la strumentazione semplificata. L’interruttore
dell’autoscatto elettronico serve anche per il blocco della lettura
esposimetrica. Nel 1990 viene messa in commercio la fotocamera Minolta X300S, (Minolta X370N o Minolta X9 negli USA), caratterizzata per una carrozzeria dalle linee più morbide di quelle della Minolta X300, ma con le stesse caratteristiche funzionali, lo otturatore e la strumentazione. La Minolta X300S viene rifinita nel colore nero ed è compatibile con il motorino elettrico Auto Winder G e con il motore elettrico Motor Drive 1.
Nel 1995 viene sostituita dal modello Minolta X370S, costruita analogamente al modello Minolta X300, con la carrozzeria dalle linee squadrate. La Minolta X370S è l’ultimo modello Minolta con l’innesto a baionetta della generazione precedente le Minolta Autofocus. La Minolta X370S viene offerta equipaggiata con un obiettivo Minolta MD Zoom 35-70mm f/3.5-4.5. LE
REFLEX AUTOFOCUS La fotocamera viene battezzata Minolta 7000 (Minolta Maxxum 7000 negli USA, Minolta Alpha 7000 in Giappone), e permette l’esposizione automatica programmata in base a tre programmi diversi che si attivano in base alla lunghezza focale dell’obiettivo (grandangolo, normale o tele), permette la correzione volontaria dell’automatismo, a priorità del diaframma o dell’otturatore, l’esposizione manuale, ed il blocco della misura esposimetrica. L’otturatore elettronico con scorrimento verticale va da trenta secondi ad 1/2000 di secondo. Il motore incorporato permette lo scatto singolo, la sequenza fino a dure scatti al secondo, lo scatto ritardato ed il riavvolgimento della pellicola esposta. Il mirino con lo schermo intercambiabile contiene l’indicazione del valore del diaframma e della velocità di otturazione, oltre all’indicazione del programma utilizzato e della perfetta messa a fuoco. Un display esterno posto sul tettuccio fornisce tutte le indicazioni necessarie. Il dorso staccabile può essere sostituito da un dorso datario. Per lavorare con la Minolta 7000 sono predisposti il flash elettronico dedicato 2800AF ed un gruppo di comando a raggi infrarossi senza cavo.
A meno di un anno di distanza dalla Minolta 7000 viene presentata la Minolta 9000 (Minolta Maxxum 9000 negli USA), con ambizioni professionali, caratterizzata da 1/4000 di secondo con la sincronizzazione con il flash ad 1/250 di secondo. La Minolta 9000 possiede la leva di carica tradizionale posta sul tettuccio e prevede il caricamento manuale della pellicola. La misurazione autofocus è integrata con l’impiego del motore e sull’inseguimento del soggetto nel caso di riprese in sequenza. La misurazione della luce può avvenire con il metodo bilanciato al centro o con il sistema selettivo, e l’automatismo dell’esposizione prevede l’automatismo programmato standard che si adegua alla lunghezza focale dell’obiettivo (tele – normale – grandangolo) e può essere modificato intenzionalmente. Il mirino della Minolta 9000 permette l’intercambiabilità degli schermi di messa a fuoco e la correzione diottrica. Il motore può essere impiegato con la velocità di 5 o 3 o 2 fotogrammi al sec. oppure per gli scatti singoli e il motore può essere alimentato con un porta batterie da 12 batterie a stilo AA da 1.5 volt o con un porta batterie che include le batterie al nichel cadmio. Per utilizzare il motore alla massima velocità di ripresa occorre impiegare il porta batterie al nichel cadmio. Fra gli accessori della Minolta 9000 vi sono un dorso datario 90 ed un dorso speciale che permette di riprogrammare la fotocamera con la funzione bracketing, funziona come intervallometro e permette la misurazione multi spot memorizzando e confrontando fino ad otto valori diversi. Un dorso magazzino speciale permette fino a cento esposizioni. Accanto alle Minolta 7000 e Minolta 9000 viene presentato nel 1986 il modello economico Minolta 5000 (Minolta Maxxum 5000 negli USA, Alpha 5000 in Giappone), che incorpora il motore elettrico e si caratterizza per la semplificazione di alcune funzioni. L’otturatore offre le velocità di otturazione fra 4 secondi ed 1/2000 di secondo e offre una velocità di sequenza pari ad 1.5 fotogrammi al secondo, ma il circuito di rilevazione esposimetrica è uguale a quello della Minolta 7000 e l’esposizione automatica programmata è la stessa. Sono possibili la correzione per le riprese in controluce, la selezione manuale del diaframma e della velocità di otturazione, ed è possibile l’automatismo dell’esposizione con i flash dedicati. La Minolta 5000 può montare un dorso datario accessorio, e può essere comandata a distanza con o senza il cavo di collegamento. MINOLTA
SERIE DYNAX "i" Sempre 1988, un modello semplificato Minolta Dynax 3000i (Maxxum 3000i negli USA, Alpha 3700i in Giappone) utilizza un solo sensore autofocus, monta un otturatore con le velocità di otturazione fra 4 secondi e 1/1000 di secondo, ed un motorino per il trascinamento della pellicola. La messa a fuoco può essere del tipo automatico o manuale, la rilevazione è combinata con la misurazione esposimetrica, e l’esposizione può essere del tipo programmato flessibile con il riconoscimento della lunghezza focale dei teleobiettivi. La misurazione dell’autofocus e quella della luce possono essere bloccate. Possono essere utilizzati il dorso datario DB3 ed i piccoli flash dedicati D-316i e D-314i.
A metà del 1989 la famiglia delle Minolta della serie (i) cresce con la presentazione del modello Dynax 5000i (negli USA Maxxum 5000i, in Giappone Alpha 5700i), che offre alcune delle prestazioni del modello 7000i come le schede con i programmi integrativi, l’illuminatore AF e la possibilità di impostazione manuale, pur mantenendo la semplicità del modello 3000i, ed incorpora sul tettuccio del pentaprisma un piccolo flash automatico. La Minolta Dynax 5000i utilizza il sistema di rilevazione autofocus con area allargata della Dynax 3000i, integrata dall’illuminatore AF, ed il sistema di esposizione automatica flessibile. Con la Minolta Dynax 5000i è possibile l’esposizione manuale, e mediante le schede aggiuntive sono possibili l’automatismo con priorità del diaframma o dell’otturatore. Il flash incorporato automatico non impedisce l’impiego dei flash automatici dedicati 3200i e 2000i. L’otturatore offre le velocità di otturazione fra 4 secondi ed 1/2000 di secondo con la velocità sincronizzata con il flash di 1/90 di secondo. La Minolta Dynax può montare il dorso datario DB5. SEMI-PROFESSIONALI
SERIE
DYNAX Xi La
fotocamera viene battezzata con il nome Minolta Dynax 7Xi
(Maxxum 7Xi negli USA, Alpha 7Xi in Giappone), e
rappresenta una evoluzione del modello Dynax 7000i, incorpora un
piccolo flash elettronico nel tettuccio del pentaprisma, un
emettitore AF per la misurazione della distanza in condizioni di luce
scarsa e monta un otturatore con le velocità di otturazione fra 30
secondi ed 1/8000 di secondo, con la sincronizzazione X ad 1/250 di
secondo. La velocità di trascinamento della pellicola arriva a
quattro scatti al secondo, la velocità di messa a fuoco automatica è
aumentata, e con gli obiettivi zoom della nuova serie è possibile
impostare le dimensioni del soggetto in modo che rimangano costanti
indipendentemente dalla distanza, con un adeguamento automatico della
lunghezza focale. Inoltre il flash incorporato nella fotocamera può
interagire con altri flash dedicati senza l’impiego dei cavi di
collegamento. Alla fine del 1991 affiancata dal modello economico Minolta Dynax 3Xi (Maxxum 3Xi negli USA e Alpha 3Xi in Giappone). Stilizzata in maniera simile al modello 7Xi, la 3Xi monta un otturatore che arriva al 1/2000 di secondo con la sincronizzazione X pari ad 1/90 di secondo, incorpora un piccolo flash elettronico ed un motorino di avanzamento della pellicola che solo gli scatti singoli, e non è prevista per l’impiego delle schede con i programmi integrativi. In comune con la Minolta 7Xi la Minolta Dynax 3Xi presenta il sistema di integrazione con gli zoom della serie Xi, l’attivazione automatica ma basato su di un unico sensore, ed un sistema di misurazione multizona a nido d’ape, anch’esso semplificato e basato su sette aree oltre allo sfondo. L’automatismo dell’esposizione si basa ancora sul sistema variabile “fuzzy logic” integrato con la rilevazione dell’autofocus e con la lunghezza focale effettiva dell’obiettivo, ma sono possibili l’esposizione automatica a priorità del diaframma o dell’otturatore e l’esposizione manuale.
Alla
fine del 1991, parallelamente alla Minolta Dynax 3Xi, viene
presentato il modello economico Dynax SPXi (Maxxum SPXi
negli USA), che presenta caratteristiche analoghe, utilizza il
sistema “Eye Start” ed il sistema di rilevazione integrato “Fuzzy
Logic” con otto aree disposte a nido d’ape, monta lo stesso
otturatore e gli stessi circuiti, è sprovvista del piccolo flash
incorporato, ma offre in più la possibilità della misurazione
esposimetrica sull’area centrale. A metà del 1992 si completa con un modello dalle ambizioni professionali individuato con il nome Minolta Dynax 9Xi (Maxxum 9Xi negli USA e Alpha 9Xi in Giappone). La Minolta Dynax 9Xi si caratterizza per avere le stesse funzioni della Minolta Dynax 7Xi, con un otturatore che raggiunge la velocità massima di un dodicimilesimo (1/12.000) di secondo con una velocità di sincronizzazione X pari ad 1/300 di secondo. Con queste caratteristiche dell’otturatore la Minolta Dynax 9Xi offre prestazioni superiori alla Minolta Dynax 8000i della generazione precedente. Anche il motore elettrico di avanzamento della pellicola è più veloce raggiungendo la velocità di quattro fotogrammi e mezzo al secondo. La griglia di rilevazione dell’esposimetro su quattordici zone a nido d’ape è analoga a quella della Minolta 7Xi. Il programma di esposizione completamente automatica può essere modificato dal fotografo, ed è possibile modificare l’area di messa a fuoco ed effettuare il blocco della misurazione della distanza. Tenendo la fotocamera in verticale l’area di misurazione della messa a fuoco si riduce diventando più sottile. Il mirino permette la regolazione diottrica ed è possibile la chiusura manuale del diaframma. La Minolta Dynax 9Xi incorpora la funzione “Wide View” per l’inquadratura dell’intera scena con gli obiettivi zoom della serie “i”, e può accettare un accessorio per l’esecuzione di foto panoramiche con la riduzione del formato che viene tagliato in alto ed in basso. La Minolta Dynax 9Xi può utilizzare accessori analoghi a quelli della Minolta Dynax 7Xi, dal dorso datario QD9 ai cavi di comando, dai flash automatici programmati agli accessori dell’oculare. Alla Photokina del 1992 viene presentata l’ultima fotocamera della famiglia Dynax Xi, denominata Minolta Dynax 2Xi (Maxxum 2Xi negli USA) e simile al modello Dynax SPXi, sprovvista del flash incorporato, equipaggiata con un sensore autofocus integrato con un sistema esposimetrico con rilevazione su otto zone con possibilità di misurazione manuale sulla sola area centrale, e con un otturatore da un duemilesimo di secondo. Come la Minolta Dynax SPXi, anche la Minolta Dynax 2Xi sembra non essere stata commercializzata in Giappone. SERIE DYNAX Si Seguendo la propria filosofia, Minolta affianca alla fotocamera Dynax 700Si, appena pochi mesi più tardi, una versione semplificata battezzata Dynax 500Si (Maxxum 400Si negli Usa e Alpha 303Si in Giappone). La Minolta Dynax 500Si non utilizza le schede di programma ma incorpora il piccolo flash e monta un otturatore massima di 1/2000 di secondo, con la sincronizzazione X ad 1/90 di secondo. La rilevazione dell’autofocus si basa su di un unico sensore e la misurazione esposimetrica integrata si basa su otto zone, come nei precedenti modelli economici della serie Xi, ma la Minolta Dynax 500Si offre la possibilità di scelta fra cinque programmi di esposizione automatici, ritratto, paesaggio, riprese ravvicinate, azione o ritratto notturno, e le esposizioni automatiche a priorità del diaframma, dell’otturatore o manuali. Un tasto permette inoltre di correggere l’esposizione fino a tre diaframmi in sovra o sotto esposizione.
All’inizio del 1995 Minolta presenta due nuove fotocamere reflex 35mm autofocus della serie Si. La prima di queste fotocamere offre prestazioni meno sofisticate, viene proposta come il modello più economico della Minolta Dynax 300Si (Maxxum 300Si negli USA e Alpha 101Si in Giappone). La Minolta 300Si incorpora cinque programmi per l’esposizione automatica (ritratto, paesaggio, macro, azione, notturno), ma rinuncia alla possibilità della correzione manuale ed all’automatismo a priorità del diaframma e dell’otturatore. La Minolta Dynax 300Si utilizza lo stesso sistema di rilevazione autofocus e lo rilevazione esposimetrica del modello Dynax 500Si, utilizza lo stesso motore di avanzamento, lo otturatore e lo stesso piccolo flash incorporato, che però non è del tipo a scomparsa ma del tipo con la parabola in vista al di sopra del tettuccio del pentaprisma. La seconda è la Minolta Dynax 600Si Classic (Maxxum 600Si negli USA e Alpha 507Si in Giappone) offre prestazioni analoghe a quelle della Minolta Dynax 700Si, con la rilevazione autofocus allargata a tre zone, la rilevazione esposimetrica su quattordici zone e con un programma di esposizione automatica del tipo intelligente “Fuzzy Logic”. La misurazione AF e quella della luce possono essere bloccate. L’otturatore offre la velocità massima di 1/4000 di secondo e sincro-lampo 1/250 di secondo, il motore offre la cadenza massima di due scatti al secondo. La Minolta Dynax 600Si non ha l’attivazione automatica, non utilizza le schede di programma integrative, e non memorizza le regolazioni impostate dall’utente ma può utilizzare i comandi a distanza con o senza cavo. A metà del 1995, per celebrare il decimo anniversario della sua prima fotocamera reflex autofocus (la Minolta 7000 del 1985), la società Minolta presenta in edizione limitata una versione speciale della fotocamera Dynax 500Si individuandola come Minolta Dynax 500Si Super (Maxxum 500si negli USA e Alpha 303Si Super in Giappone). La Minolta Dynax 500Si Super si caratterizza per le finiture esterne, che possono essere di colore bianco o grigio metallizzato canna di fucile. La Minolta Dynax 500Si Super permette la regolazione manuale della sensibilità della pellicola, la misurazione sull’area centrale ristretta con il pulsante SPOT, le doppie esposizioni intenzionali e permette il comando a distanza con i cavi. Per le altre caratteristiche e funzioni, la Minolta Dynax 500Si Super è analoga al modello di serie.
La Minolta Dynax 800Si incorpora una serie di funzioni che
la rendono particolarmente versatile, e mantiene una serie di comandi
protetti da uno sportellino posto sul lato destro della fotocamera.
L’otturatore permette tutte le velocità di otturazione fra 30
secondi ed 1/8000 di secondo, sincro-lampo 1/250 di secondo, il
motore di trascinamento fino a 3 scatti al secondo, ed il flash
incorporato ha il numero guida da 14 a 20 con il film da 100 ISO e
copre un arco che va dall’angolo dell’obiettivo grandangolare da
24mm a quello del tele da ritratti da 80mm. CAMBIA UN NUOVO SI
La Minolta Dynax 505Si viene seguita, a distanza di pochi mesi, dal modello Minolta Dynax 505Si Super (Maxxum XTsi negli USA ed Alpha Sweet in Giappone), che si caratterizza per le stesse finiture “silver” e si diversifica per pochissime funzioni aggiuntive, come l’attivazione automatica nell’impugnatura ed all’oculare, la possibilità di ottenere immagini tagliate in orizzontale secondo lo schema “panorama”, e dieci funzioni personalizzabili. Per il resto la disposizione dei comandi è identica, i sistemi di rilevazione della distanza e della luce sono identici, l’otturatore è lo stesso, il motore integrato ed il flash integrato sono identici. All’inizio del 1999 alla serie di tipo più economico si aggiunge il modello Minolta Dynax 404Si (Maxxum STSi negli USA, Alpha Sweet S in Giappone), che offre le stesse prestazioni del modello 505Si ma risulta semplificata in alcune funzioni, come l’otturatore che arriva al duemilesimo di secondo con la velocità sincro X ad un novantesimo di secondo, la velocità di trascinamento con un solo fotogramma al secondo, la misurazione autofocus su di un unico sensore, la misurazione della luce su otto zone a nido d’ape, ma con possibilità della misurazione sull’area ristretta centrale. La Minolta Dynax 404Si è rifinita completamente nel colore argentato “silver” e permette le doppie esposizioni sullo stesso fotogramma, la compensazione dell’esposizione e la variazione dell’esposizione fino a tre diaframmi in più o in meno, ed incorpora il piccolo flash estraibile nel cappuccio del pentaprisma. A pochi mesi di distanza dalla Minolta Dynax 404Si viene presentata, con la carrozzeria rigidamente nera, la fotocamera reflex autofocus economica Minolta Dynax 303Si, l’ultima della sua famiglia, individuata Maxxum QTSi negli USA e Alpha 360Si in Giappone. La Minolta Dynax 303Si si caratterizza per le solite dimensioni compatte e per il peso contenuto, monta lo stesso otturatore, lo flash integrato e lo motore e sistema di rilevazione AF ma utilizza un sistema di misurazione della luce più elementare in due sole zone, e permette, oltre all’esposizione automatica AE programmata, solo l’impiego dei programmi predeterminati per i diversi soggetti, senza la possibilità di lavorare con la priorità del diaframma o dell’otturatore o con la selezione manuale. MINOLTA
DYNAX 9 PROFESSIONALE
La
Minolta Dynax 9 permette l’attivazione automatica “Eye Start”,
utilizza un sistema di rilevazione autofocus a tre settori,
tre possibilità di selezione della funzione AF (singolo, continuo e
con la selezione automatica in funzione del soggetto), con la
possibilità di scelta del settore di messa a fuoco e del blocco
della messa a fuoco. Un illuminatore a raggi infrarossi
permette la rilevazione della distanza in condizioni di visibilità
scarsa. La misurazione della luce, integrata con la misurazione
della distanza su quattordici zone con possibilità di selezione
della media ponderata e dell’area centrale SPOT. Il programma
automatico di esposizione predeterminato è flessibile e
personalizzabile (Program, Diaframma, Speed, Manual). La misurazione
della luce può essere bloccata o corretta manualmente fra più o
meno due o tre diaframmi, e anche l’esposizione programmata a
forchetta del tipo “bracketing” su tre, cinque o sette
fotogrammi, può essere corretta manualmente. Il mirino è fisso con
la correzione diottrica e l’antina di protezione, ed i vetri di
messa a fuoco intercambiabili però il flash incorporato sul
tettuccio permette l’automatismo dell’esposizione e la fotocamera
può controllare altri flash sia con che senza il cavo di
collegamento. L’otturatore è lo stesso la Dynax 9xi (30 - 1/12000
di sec. e sincronizzazione con 1/300 di secondo), ed il motore
incorporato può essere regolato su due velocità di scorrimento, con
2 scatti o fino a 5 scatti e mezzo al secondo. DYNAX 7 IN POI A metà del 2001 la nuova serie delle fotocamere Minolta Dynax viene integrata dal modello Dynax 5 (Maxxum 5 negli USA, Alpha Sweet II in Giappone). Piccola e leggera deriva in qualche modo dalla Minolta Dynax 505Si, ed offre prestazioni analoghe, come il piccolo flash incorporato, il motore da tre fotogrammi al secondo, un otturatore da un quattromilesimo di secondo, un sistema AF evoluto basato su sette punti con il sensore centrale a croce, un sistema di rilevazione esposimetrica basato su quattordici zone a nido d’ape, con la possibilità di misurazione “spot” e l’attivazione automatica della fotocamera. La Dynax 5 permette la chiusura manuale del diaframma e possiede quattordici funzioni personalizzabili. L’automatismo incrociato dell’esposizione “verde” può essere modificato e sostituito dai cinque programmi selezionati in base al soggetto (ritratto, paesaggio, azione, macro, notturno), ma la fotocamera permette gli automatismi con la priorità del diaframma e con la priorità dell’otturatore, oltre all’esposizione manuale. Sono possibili le funzioni “bracketing” con tre scatti in sequenza differenziati nell’esposizione, le doppie esposizioni intenzionali, la correzione manuale degli automatismi e l’automatismo con il flash incorporato e con i flash dedicati.
A metà del 2002 la Minolta Dynax 5 viene affiancata dal modello Dynax 4 (Maxxum 4 negli USA e Alpha Sweet L in Giappone) che utilizza la stessa carrozzeria, lo flash incorporato, lo sistema di misurazione esposimetrica ma utilizza un sistema di rilevazione autofocus su tre punti, otturatore da 1/2000 di secondo ed un motore da 1.7 scatti al secondo. La Dynax 4 utilizza gli stessi programmi di esposizione “verde” (ritratto, paesaggio, azione, macro e notturno), i programmi a priorità del diaframma o dell’otturatore o manuale, permette l’esecuzione di tre scatti diversificati nell’esposizione, le doppie esposizioni e la compensazione dell’esposizione, e permette fino a dodici personalizzazioni diverse. Inoltre la Dynax 4 può utilizzare lo stesso portabatterie ausiliario della Dynax 5 ed è rifinita nello stesso colore argentato. A metà del 2003 la serie delle Minolta Dynax di tipo economico cresce con la presentazione del modello Dynax 3L (Maxxum 3 negli USA, non commercializzata in Giappone) che utilizza la stessa carrozzeria dei modelli Dynax 4 e Dynax 5 ma con funzioni estremamente semplificate. Il flash incorporato, il motore da 1.7 fotogrammi al secondo e l’otturatore da 1/2000 di secondo sono gli stessi della Dynax 4, ma la Dynax 3L non ha la possibilità di utilizzare programmi di esposizione automatica all’infuori di quello predeterminato e dei programmi a soggetto (ritratto, paesaggio, azione, macro e notturno). I sistemi di rilevazione AF su tre punti e della misurazione della luce su 14 zone sono gli stessi della Minolta Dynax 4. Gli accessori sono come il modello Dynax 3L. ULTIME
DUE REFLEX
Accanto alla Minolta Dynax 60 viene presentata la Minolta Dynax 40 (commercializzata Maxxum 50 negli USA e Alpha 50 in Giappone) ed piccola, compatta e leggera utilizza la stessa carrozzeria della Minolta Dynax 60, ma è completamente rifinita in colore “argentato”: Monta lo stesso otturatore della Minolta Dynax 60 ed un motore di avanzamento con la velocità massima di 1.7 scatti al secondo. La Minolta Dynax 40 utilizza un sistema di rilevazione autofocus basato su tre sensori con quello centrale a croce e con la possibilità di rilevazione al centro, ed un sistema di rilevazione della luce a due zone. L’esposizione automatica programmata è commutabile con l’automatismo a priorità del diaframma o dell’otturatore, oppure nel modo manuale, e sono utilizzabili i cinque programmi automatici a soggetto (ritratto, paesaggio, azione, macro e notturno), con il blocco della misurazione e la compensazione manuale dell’esposizione. La Minolta Dynax 40 è disponibile nella versione con il dorso datario. Però, il 19 gennaio 2006, il gruppo annunciò il proprio ritiro dal mercato fotografico (produzione di pellicole fotografiche e le fotocamere SLR) ed la cessione della produzione di fotocamere digitali alla Sony. |
testo: di Danilo Cecchi
immagini e ritoccate: camerapedia.wikia.com (10), huffman.tk (4), flickr.com (2), doumi.cowyalow.com, 100picturesin100days.blogspot.com, en.academic.ru, leicashop.com, worldofpixels-worldofpixels.blogspot.com, nikomat.org, mir.com.my, cityphotographic.co.uk, mkropa.republika.pl, maquinasdeoutrostempos.com, etsy.com, fotoriflessiva.blogspot.com, archiwumallegro.pl, tammesphotography.weebly.com, club.foto.ru, articulo.mercadolibre.com.ar