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LA STORIA DELLA...

MINOLTA

La società Nishi-Doku Shashini Shoten (Compagnia Fotografica Nippo-Tedesca) viene fondata nel 1928 ad Osaka da Kashuo Tashima, figlio di un industriale tessile, insieme all’ingegnere tedesco Billy Neumann, allo scopo di costruire e commercializzare fotocamere. La prima fotocamera del tipo a soffietto viene realizzata nel 1929, per il formato Vest Pocket 4x6.5cm, e viene equipaggiata con un obiettivo ed un otturatore importati dalla Germania.
La fotocamera, battezzata con il nome
Nifcalette, viene costruita in parecchie versioni, con obiettivi da 75mm f/4.5, f/6.3 ed f/8 ed otturatori a lamelle con una gamma di velocità limitate ed una velocità massima di otturazione da 1/100, 1/125 o 1/300 nelle versioni più costose. Nel 1930 vengono presentate le fotocamere a tiranti Nifcaklapp per lastre di formato 6.5x9cm, ancora equipaggiate con obiettivi ed otturatori tedeschi, e realizzate nella versione di lusso Nifcasport e nella versione economica e poco diffusa Nifcadox.

Nel 1931 la società Nishi-Doku si trasforma nella società in accomandita semplice ed il nome viene cambiato in Molta Goshi Kaisha, o Molta Company (è l'acronimo di Meccanica Ottica Lenti TAshima) e vengono realizzate le fotocamere a tiranti 6.5x9cm Happy, Sirius, Arcadia ed Eaton, finalmente equipaggiate con obiettivi ed otturatori interamente costruiti in Giappone.
I primi apparecchi col marchio Minolta fecero la loro comparsa nel 1933 e vengono messe in produzione le fotocamere a soffietto per pellicola in rullo
Semi Minolta di formato 6x4.5 equipaggiate con obiettivi Coronar 75mm f/4.5 o f/3.5, e nel 1933 nasce la fotocamera a tiranti Minolta I per lastre 6.5x9cm. Le fotocamere si evolvono nel corso degli anni Trenta rispettivamente nei modelli Auto Semi Minolta del 1937 equipaggiata con un telemetro incorporato ed accoppiato, Auto Minolta del 1935 e Minolta Auto Press del 1937, ambedue equipaggiate con il telemetro incorporato. Le Minolta Auto Press montano obiettivi Promar 105mm f/3.5 su otturatore Compur Rapid da 1/400 di secondo.  Nel 1934 nasce la serie delle fotocamere a soffietto economiche Minolta Vest 4x6.5cm con il corpo realizzato in bachelite, e l’anno successivo nasce la fotocamera a soffietto Minolta Six di formato 6x9cm, anch’esse con il corpo in bachelite, seguite nel 1937 dalle prime reflex biottica 6x6 Minoltaflex e nel 1939 dalle Minoltaflex Automat.

Nel 1937 la società viene ribattezzata Shiyoda Kogaku Seiko (Compagnia Ottica Chiyoda) e viene posta, come la maggior parte delle industrie ottiche, sotto il controllo militare per la produzione, oltre che di fotocamere, di binocoli, periscopi e strumenti di puntamento per l’esercito e la marina, impegnati all’epoca nella guerra con la Manciuria, e successivamente nella guerra del Pacifico.
La disfatta militare ed i bombardamenti americani decretano la fine della guerra e la fine della produzione militare. Solo alla fine del 1945 il Quartier Generale d’Occupazione rilascia alla società Chiyoda i permessi per iniziare una nuova produzione di fotocamere, ma nel luglio del 1947 impone la costruzione di sole fotocamere per pellicola perforata da 35mm e proibisce la costruzione delle altre tipologie. Nell’intervallo fra il 1946 ed il luglio del 1947 la società Chiyoda rimette in produzione le fotocamere a soffietto Semi Minolta 6x4.5, simili ai modelli prebellici ma equipaggiaste con obiettivi Rokkor 75mm f/3.5, e nel 1949 realizza una piccola fotocamera 35mm economica, con il corpo in bachelite, battezzata Minolta Memo.

MINOLTA A TELEMETRO
Con un enorme sforzo progettuale e produttivo, viene messa in cantiere una fotocamera 35mm a telemetro con obiettivi intercambiabili a vite, ispirata molto vagamente alle Leica a vite. Il telemetro ed il mirino sono integrati in un solo oculare, l’otturatore a tendina va da 1/25 ad 1/500 di secondo, oltre alla posa B, e con un selettore secondario posto sul frontale arriva ad un secondo. Sul frontale è anche presente la levetta per il caricamento dell’autoscatto, mentre il dorso è apribile ed incernierato sulla destra, ed al centro della staffa porta accessori vi è un originale contatto sincro. L’innesto a vite è compatibile con quello delle Leica e l’obiettivo standard è un Super Rokkor 45mm f/2.8. Come altre industrie fotografiche dell’epoca, Chiyoda sceglie per le Minolta 35 il formato 24x32mm, analogo al formato della carta fotografica, e vengono costruite circa seicento fotocamere del primo lotto, o Minolta 35A, seguite da un secondo lotto di tremila fotocamere Minolta 35B, tutte di formato 24x32mm. Come è noto gli americani negano l’importazione negli USA delle fotocamere di formato 24x32mm, non compatibile con il trattamento Kodak automatizzato, e nel 1948 inizia la produzione del modello Minolta 35C di formato 24x34mm, intermedio fra il 24x32mm ed il 24x36mm, seguite nel 1949 dal modello Minolta 35D. Alla fine del 1951 inizia la costruzione delle Minolta 35E, con il contatto sincro spostato sul dorso della fotocamera, e nel 1952 vengono messe sul mercato le Minolta 35F, con il contatto sincro ancora modificato. Le Minolta 35E e le Minolta 35F hanno rispettivamente la sigla Model-E e Model-F incisa sul frontale, diversamente dai modelli precedenti che sono anonimi.

1947 - Minolta 35 IA

1948 - Minolta 35 IC

1958 - Minolta 35 IIB

Nel 1953 inizia la produzione delle Minolta 35-II, ancora di formato 24x34mm, modificata in alcuni dettagli, come il contatto sincro standardizzato e la finestrella del mirino più ampia, ma non nelle caratteristiche estetiche e tecniche generali, ed equipaggiate con un obiettivo più luminoso 50mm f/2. Nel 1955 le Minolta 35-II vengono modificate nella sagoma del carter superiore e nel 1958 viene presentato il modello Minolta 35-IIB, che utilizza una leva di carica rapida con il contapose incorporato, al posto del bottone di avanzamento della pellicola, e monta un luminoso obiettivo 50mm f/1.8. La produzione delle Minolta 35 si interrompe alla fine degli anni Cinquanta.

CURIOSITA': IMITAZIONE BIOTTICHE

Nel periodo prebellico una delle tipologie di fotocamere più diffusa è quella delle biottica 6x6cm Rolleiflex, con numerosi modelli e numerose imitazioni. Il Giappone, la società Chiyoda mette in produzione fino dal 1937 una fotocamera reflex biottica 6x6cm battezzata Minoltaflex, stilizzata a somiglianza delle Rolleiflex dell’epoca, ed equipaggiata con un obiettivo da ripresa Promar 75mm f/3.5 e con un otturatore a lamelle da 1/300 di secondo. Nel 1939 nasce la Minolta Automat, equipaggiata nello stesso modo, ma provvista di una manovella che avanza la pellicola e ricarica l’otturatore, come nelle Rolleiflex Automat dell’epoca. Come molte industrie fotografiche, la Chiyoda viene impegnata nella produzione militare, e costruisce nel 1943 per le forze armate una reflex biottica 6x6cm molto versatile, con obiettivi intercambiabili ed un adattatore per l’impiego della pellicola da 35mm.
Nell’immediato dopoguerra l’obbligo di costruire solamente fotocamere 35mm impedisce per qualche anno la ripresa della produzione delle Minoltaflex, che tornano sul mercato nel 1950 nella versione Minoltaflex II, equipaggiata con obiettivi Rokkor 75mm f/3.5 su otturatori da 1/500 di secondo e costruita in due varianti molto simili (IIA e IIB). Nel 1953 vengono messe sul mercato le Minoltacord caratterizzate da una leva di messa a fuoco rapida e dalla manovella di avanzamento della pellicola, che nelle versioni Minolta Autocord e Minoltacord Automat del 1955 riarma l’otturatore. Nel 1955 vengono anche presentate le Minolta Autocord L con un esposimetro incorporato. La Minoltaflex III del 1954 permette il controllo dei valori della velocità e del diaframma dall’alto, ed è l’ultimo modello Minoltaflex messo in produzione, mentre la serie delle Minolta Autocord prosegue con il modello Autocord RA del 1957, con il cappuccio utilizzabile come mirino a traguardo e con la possibilità di utilizzare i formati 6x6cm, 4x5cm e 4x4cm, migliorata nella versione Autocord RG del 1961. Nel 1959 accanto alle fotocamere biottica 6x6 viene messa in produzione la Minolta Miniflex di formato 4x4cm su pellicola in rullo di tipo 137, stilizzata come le Rolleiflex 4x4 ed equipaggiata con un obiettivo Rokkor 60mm f/3.5.
Nel 1965 vengono messe in produzione le fotocamere Minolta Autocord CdS equipaggiate con un esposimetro incorporato con la fotocellula al CdS esterna, a cui si affiancano le Minolta Autocord CdS III per l’impiego della pellicola in rullo ti tipo 1220 per dodici immagini o di tipo 220 per ventiquattro immagini. La Minolta Autocord III è analoga al modello CdS III ma è sprovvista dell’esposimetro incorporato. La produzione delle reflex biottica si arresta nella seconda metà degli anni Sessanta, quando appare chiaro che la tipologia vincente sui mercati è quella delle monoreflex 35mm.

1937 - Minoltaflex

1953 - Minoltacord

1955 - Minoltaflex III

1959 - Miniflex 4x4

1965 - Autocord CdS

FRA TELEMETRO E REFLEX
Come alternativa economica alle Minolta, nel 1955 la società Chiyoda presenta la fotocamera 35mm a telemetro Minolta A, di formato standard 24x36mm, con il telemetro accoppiato, un obiettivo fisso45mm f/3.5 ed un otturatore a lamelle Konan da 1/250 di secondo. La famiglia delle Minolta A di formato 24x36mm si sviluppa fra il 1955 ed il 1958 con i modelli Minolta A2

1955 - Minolta A

con otturatore Citizen da un quattrocentesimo di secondo ed obiettivi f/3.5 o f/2.8, con i modelli Minolta AC ed ACL del 1956, con otturatori Citizen da un trecentesimo o un quattrocentesimo di secondo, ed infine con i modelli Minolta A2L e Minolta A2LT con otturatori Citizen da un cinquecentesimo di secondo e l’obiettivo 45mm f/2.8 amovibile ed intercambiabile, ma solo con un teleobiettivo 100mm f/4.8. Nel 1957 nasce la Minolta Super A, con il telemetro accoppiato, un otturatore Seikosha Rapid da un quattrocentesimo di secondo e con una serie di obiettivi intercambiabili con lunghezze focali fra 35mm e 135mm. La Minolta Super A è l’ultima fra le fotocamere 35m a telemetro con otturatore a lamelle ed obiettivi intercambiabili costruita dalla società Chiyoda.


1987 - Minolta Sky

Nel1957 la società Chiyoda presenta il prototipo di una fotocamera 35mm di formato 24x36mm Minolta Sky, con il telemetro accoppiato, un mirino multifocale, gli obiettivi intercambiabili con un nuovo innesto a baionetta, un otturatore a tendina da un millesimo di secondo su di un unico selettore, ed una leva di carica rapida. La fotocamera, equipaggiata con un obiettivo standard 50mm f/1.4, presenta caratteristiche non troppo dissimili da quelle della Leica M3, ed avrebbe potuto sostituire le Minolta 35, ma non viene messa in produzione, molto probabilmente per lasciare il posto alle monoreflex Minolta SR, la cui produzione inizia nel 1958.

LE REFLEX PENTAPRISMA
La prima reflex 35mm di Minolta viene battezzata Minolta SR2 e viene presentata nell’ottobre del 1958, quando sul mercato vi sono già le reflex giapponesi Miranda T (1956) le Asahi Pentax AP (1957) le Topcon R (1958). La Minolta SR2, deriva in un certo senso dal prototipo Minolta Sky, ha un otturatore a tendina da 1/1000 di secondo comandato da un unico selettore, una leva di carica rapida, il meccanismo dell’autoscatto, un innesto a baionetta per gli obiettivi intercambiabili, ed un mirino reflex con il pentaprisma fisso. Lo specchio è del tipo a ritorno istantaneo, ma il funzionamento del diaframma è semi automatico, con la riapertura comandata dalla leva di carica. Nel 1959 la Minolta SR2 viene affiancata dal modello economico Minolta SR1 con la velocità più alta limitata ad un cinquecentesimo di secondo. Nel 1960 la Minolta SR3 utilizza un nuovo selettore delle velocità che può essere accoppiato ad un esposimetro esterno accessorio, e nel 1961 viene modificata con l’automatismo completo per la chiusura e la riapertura del diaframma. Nel 1962 viene messa sul mercato la Minolta SR7, equipaggiata con un esposimetro incorporato con una fotocellula al CdS esterna e con il comando per bloccare lo specchio in posizione sollevata, che viene modificata e migliorata nel 1965 nel modello Minolta SR7v. Anche le Minolta SR1 vengono modificate, nel 1962 e successivamente nel 1965, quando acquisiscono la sigla Minolta SR1v. Nel 1967, viene nuovamente modificata di nuovo il millesimo di secondo e la nuova sigla Minolta SR1s.

1958 - Minolta SR2

1962 - Minolta SR7

Nel 1970 viene messa in produzione una fotocamera Minolta della serie SR dalle prestazioni particolari, derivata dalla Minolta SR7 ma priva dell’esposimetro al CdS e dell’autoscatto, ed equipaggiata con un motore elettrico solidale con il fondello, ed inamovibile. La Minolta SRM si completa con un portabatterie che funge da impugnatura, contiene un pulsante di scatto, e può essere applicato sul fianco destro del motore con il collegamento diretto, oppure sul fondello con il collegamento per mezzo di un cavo.

CURIOSITA': MINICAMERA 16mm

L’istituto Konan viene fondato nel 1944 dal fotografo Kanbei Hanaya e la minicamera 16mm battezzata con il nome Mica Automatic viene progettata dall’ingegnere meccanico Gakan Nishimura, ma non viene messa in produzione se non a livello sperimentale. Nel 1950 la società Chiyoda Kogaku (marchio Minolta) acquista dall’istituto Konan Camera di Tokyo i diritti di produzione di una minicamera 16mm.

Comincia a costruire in serie fotocamere 16mm Konan nel 1950, e prosegue per moltissimi anni con parecchi modelli 16mm diversi, cercando di imporre l’impiego dei suoi caricatori come uno standard universale, ma senza ottenere il risultato sperato. Il doppio-caricatore Minolta diventa comunque uno dei più diffusi, e viene utilizzato da molte altre industrie fotografiche, anche al di fuori del Giappone, ed è forse quello di maggior successo nel piccolo mondo dei mini formati. Minolta costruisce e vende questi caricatori fino al 1995. Ecco la tabella dei modelli.

ANNI MODELLI FORM. OBIETTIVO TEMPI NOTE
1947

Konan Mica Automat

10x14

20mm f/4.5

1/25 - 1/200 Prototipo
1950

Chiyoda Konan 16 Automat

10x14

25mm f/3.5

1/25 - 1/200  
1952

Chiyoda Stereo Konan 16

10x14 23mm f/3.5

1/25 - 1/200

Prototipo

1955

Chiyoda Konan 16 - II

10x14 23mm f/3.5 1/25 - 1/200

Prototipo

1955

Minolta 16 Automat

10x14 23mm f/3.5 1/50 - 1/200 Prototipo
1957

Minolta 16

10x14 23mm f/3.5 1/50 - 1/200  
1960

Minolta 16 - II

10x14 22mm f/2.8 1/30 - 1/500  
1960

Minolta 16P

10x14 25mm f/3.5 1/100  
1962

Minolta Sonocon

10x14 22mm f/2.8 1/30 - 1/500 camera/radio
1962

Minolta 16 EE

10x14

25mm f/2.8

1/30 - 1/500

Esposimetro

1963

Minolta 16 EE - II

10x14 25mm f/2.8 1/30 - 1/200

CdS EE

1964

Minolta 16 PS

10x14 25mm f/2.8 1/30 e 1/100  
1966

Minolta 16 MG

10x14 20mm f/2.8 1/30 - 1/250

Esposimetro

1966

Minolta Electro Zoom

12x17

30-120mm f/3.5

1/2 - 1/500 Prototipo
1971

Minolta 16 MGS

12x17

23mm f/2.8

1/30 - 1/500 CdS
1972

Minolta 16 QT

12x17 23mm f/3.5 1/30 e 1/250 CdS

(testo completo)

SERIE MINOLTA SRT
Nell’aprile del 1966 Minolta presenta la sua prima reflex 35mm equipaggiata con un esposimetro incorporato con la misurazione TTL della luce. La fotocamera viene battezzata con il nome Minolta SRT 101 e viene equipaggiata con una nuova serie di obiettivi MC Rokkor che mantengono lo stesso innesto a baionetta delle Minolta SR e sono predisposti per l’accoppiamento con un simulatore di diaframma per la misurazione della luce alla massima apertura del diaframma. Con gli obiettivi non predisposti la misurazione avviene con il diaframma effettivamente chiuso. La Minolta SRT 101 ha una carrozzeria simile a quella delle Minolta SR7, un mirino non intercambiabile con un disegno diverso del cappuccio del pentaprisma, un otturatore con le velocità fra un secondo ed un millesimo di secondo oltre alla posa B, la levetta per la carica del meccanismo dell’autoscatto, il bottone per il sollevamento manuale con il blocco dello specchietto in posizione sollevata, ed un pulsante per la chiusura manuale del diaframma. Un sistema di compensazione, denominato CLC (Contrast Light Compensator), fra la parte alta e quella bassa dell’inquadratura permette delle esposizioni bilanciate.

1966 - Minolta SRT 101

1973 - Minolta SRT 303

Nel 1969 la Minolta SRT 101 viene modificata con l’impiego di viti con la testa a croce e con alcune leggere modifiche strutturali e, nel 1975, viene sostituita dal modello Minolta SRT 101b (Minolta SRT 201 in Usa e Minolta SR 101 in Giappone), priva del blocco dello specchio in posizione sollevata ed equipaggiata con una tasca sul dorso per l’inserimento dell’etichetta del film usato.

Nel 1971 viene affiancata da un modello economico, Minolta SRT 100, che utilizza la stessa carrozzeria, lo stesso otturatore e lo stesso circuito esposimetrico ma viene privata del meccanismo dell’autoscatto e del blocco dello specchio in posizione sollevata.

CURIOSITA': COMPATTA LEITZ & MINOLTA

In seguito agli accordi tra la società Minolta Camera Company, nata nel 1962 dalla Chiyoda Optical, e la società tedesca Leitz, viene realizzata nel 1973 la fotocamera a telemetro Leica CL, dalla carrozzeria compatta, equipaggiata con una fotocellula TTL, e con obiettivi intercambiabili con la baionetta Leica M. La Leica CL viene costruita da Minolta e viene commercializzate in Giappone con il nome Leitz-Minolta CL. Mentre le Leica CL montano obiettivi Summicron C 40mm f/2 ed Elmar C 90mm f/4, le Leitz-Minolta CL montano obiettivi M-Rokkor della stessa lunghezza focale e luminosità. Nel 1981 Minolta riprende il progetto, migliorandolo nella misurazione TTL della luce e dotandola di un otturatore elettronico con l’automatismo dell’esposizione, ma con lo stesso tipo di telemetro e di innesto a baionetta. Il corredo ottico della Minolta CLE si amplia con un grandangolare 28mm f/2.8, e la fotocamera viene realizzata anche in una edizione limitata Minolta CL Gold, con la carrozzeria placcata in oro.

 

1981 - Minolta CLE

Nel 1975 viene presentata la Minolta SRT 100b (Minolta SRT 200 in USA), identica al modello Minolta SRT 100, ma con la velocità più alta di otturazione riportata ad un millesimo di secondo e senza il meccanismo dell’autoscatto e delle indicazioni nel mirino relative ai valori del diaframma e della velocità di otturazione.

Nel 1977 la Minolta SRT 100b viene modificata con l’aggiunta sulla staffa del flash del contatto diretto e viene denominata Minolta SRT 100x. La Minolta SRT 100x è l’ultima fotocamera Minolta reflex 35mm con otturatore meccanico, con le velocità di otturazione fra un secondo ed un millesimo di secondo, ma senza il meccanismo dell’autoscatto. La Minolta STR 100x rimane in produzione fino al 1981, e negli esemplari più recenti il sistema di compensazione dell’esposizione CLC viene eliminato.

CURIOSITA': CATENE COMMERCIALI

Fra il 1973 ed il 1975 Minolta realizza una versione della Minolta SRT 101 per le catene commerciali statunitensi J. C. Penny e K-Mart, denominata rispettivamente Minolta SRT SC e Minolta SRT MC, senza il meccanismo dell’autoscatto, con la velocità più alta pari ad un millesimo di secondo e la staffa del flash con il contatto diretto. Fra il 1977 ed il 1980 vengono realizzati i modelli successivi Minolta SRT SC II e Minolta SRT MC II. La Minolta SRT MC II viene commercializzata anche in Germania nei grandi magazzini Hertie. L’ultima versione realizzata per le catene commerciali Ritz Camera Centers, USA, è il modello Minolta SRT 201 con le finiture nere ed il rivestimento in materiale sintetico con piccole piramidi in rilievo.

Nel Marzo del 1973 la Minolta SRT 101 viene affiancata da un modello migliorato individuato con il nome Minolta SRT 303 (Minolta SRT 102 negli USA e Minolta SRT Super in Giappone). La Minolta SRT 303 mantiene tutto lo stesso, a parte ha una staffa per il flash con il contatto diretto, la possibilità di effettuare le doppie esposizioni intenzionali e mostra nel mirino il valore del diaframma selezionato. Questo comando, a partire dal 1974, viene eliminato anche dalle Minolta SRT 101.

Nel 1975 la Minolta SRT 303 viene sostituita dal modello Minolta SRT 303b (Minolta SRT 202 in USA e Minolta SR 505 in Giappone), priva del meccanismo per il blocco dello specchio in posizione sollevata ed equipaggiata con un dispositivo per la verifica del corretto scorrimento della pellicola e di una tasca sul dorso per l’inserimento dell’etichetta del film usato. La Minolta SRT 303b rimane in produzione fino al 1977.

MINOLTA XM PROFESSIONALE
La prima reflex 35mm Minolta equipaggiata con un otturatore elettronico viene presentata nel 1973 con il nome Minolta XM (Minolta XK per gli USA e Minolta X1 per il Giappone). La Minolta XM ha lo stesso innesto a baionetta delle Minolta SRT ed utilizza una seri di mirini intercambiabili, alcuni dei quali contengono l’esposimetro. La Minolta XM ha una carrozzeria simile a quella delle Minolta SRT, con la levetta dell’autoscatto, la leva per la chiusura manuale del diaframma e la leva di carica con incorporato il pulsante di scatto filettato. Il selettore delle velocità di otturazione è incorporato in ogni mirino e si sovrappone sul corpo macchina ad un disco.

1973 - Minolta XM

1973 - Minolta XM e i mirini

1976 - Minolta XM mot

I mirini della Minolta XM sono un classico mirino pentaprismatico privo di esposimetro, un classico mirino a pozzetto con il coperchio ribaltabile, ed un mirino rigido con la visione diretta dall’alto ed il forte ingrandimento della zona centrale. Il mirino esposimetrico è alto e pesante, con la sagoma squadrata, ed è equipaggiato con due fotocellule al CdS. L’ultimo mirino esposimetrico AE è altrettanto grande e pesante, è equipaggiato con due fotocellule al CdS e permette la selezione automatica della velocità di otturazione. Nel 1976 segue un terzo mirino esposimetrico AES, più compatto, equipaggiato con le fotocellule al silicio e la selezione automatica della velocità di otturazione. Con tutti i mirini le velocità di otturazione selezionabili manualmente vanno da un secondo ad un duemilesimo di secondo oltre alla posa B ed alla velocità meccanica sincronizzata con il flash di 1/100 di secondo. Con il mirino AE la selezione automatica va da 4 secondi ad 1/2000 di secondo, e con il mirino AES va da 8 secondi ad 1/2000 di secondo. La selezione manuale delle velocità lente si effettua per mezzo di un selettore secondario. La Minolta XM permette anche l’intercambio dei vetri di messa a fuoco.

Nel 1976 viene presentata la versione motorizzata della Minolta XM mot, equipaggiata con un motore elettrico applicato in maniera stabile al fondello e completo di una impugnatura laterale con un pulsante di scatto autonomo. Viene alimentato da dieci batterie tipo stilo da 1.5 volt AA (pile di 14x50mm), ed un selettore permette di regolare il motore per lo scatto singolo, per tre velocità diverse e per la velocità massima di tre scatti e mezzo al secondo.

LE ELETTRONICHE SERIE XE, XD E XG
Nel 1975 alla Minolta XM viene affiancato un modello elettronico ed automatico, leggero e compatto, denominato Minolta XE1, (Minolta XE7 negli USA e Minolta XE in Giappone). Utilizza un otturatore elettronico con le velocità di otturazione fra 4 secondi ed 1/1000 di secondo oltre alla posa B ed alla velocità meccanica sincronizzata con il flash pari ad 1/90 di secondo. Il mirino pentaprismatico è fisso ed il circuito esposimetrico si basa su due fotocellule al CdS. La Minolta XE1 ha una levetta per il caricamento dell’autoscatto meccanico ed una levetta per le esposizioni multiple e la chiusura dell’oculare del mirino. La Minolta XE1 viene utilizzata come base per la elaborazione da parte della società tedesca Leitz delle fotocamere Leica R3.

Nel corso del 1975, accanto alla Minolta XE1 viene messa in commercio la Minolta XE5 (Minolta XEb in Giappone), che utilizza la stessa carrozzeria, gli stessi circuiti, otturatore e lo esposimetro della Minolta XE1 ma è più leggera ed è semplificata nel mirino con la eliminazione della levetta per le esposizioni multiple.

1975 - Minolta XE1

1977 - Minolta XE7

Nel 1977 viene messa in commercio la Minolta XD7, (Minolta XD11 negli USA e Minolta XD in Giappone). Più compatta e leggera, permette per la prima volta fra le reflex elettroniche Minolta, la possibilità di scelta fra la selezione completamente automatica della velocità di otturazione o del valore del diaframma, oltre alla possibilità di selezione manuale di ambedue i valori. La selezione automatica del diaframma è possibile con la nuova serie di obiettivi Rokkor MD. L’otturatore della Minolta XD7 è del tipo a tendina metallica con lo scorrimento verticale 1-1/1000 sec e B. La Minolta XD7 è predisposta per l’applicazione sul fondello di un piccolo motore elettrico, possiede la levetta per il caricamento dell’autoscatto meccanico e la correzione manuale dell’automatismo dell’esposizione, permette la chiusura dell’oculare del mirino e la chiusura manuale del diaframma. L’esposimetro utilizza una fotocellula al silicio con la misurazione media ponderata al centro. La Minolta XD7 viene realizzata in alcune versioni con finiture speciali in occasione di alcune ricorrenze, come la versione XD 50° Anniversario del 1978 e la versione XD 20° Camera Show del 1979.

Nel 1978 alla Minolta XD7 viene affiancato il modello semplificato Minolta XD5, con la stessa carrozzeria, gli stessi circuiti, otturatore e lo stesso esposimetro. Nel mirino viene indicato per mezzo di LED il valore del diaframma selezionato. Nel 1979 viene realizzata in una versione speciale Minolta XDS, con la tendina per la chiusura dell’oculare del mirino sostituita da una lente di correzione diottrica.

CURIOSITA': HOSPITAL BOARD

Nel 1979, una versione particolare della Minolta XDS Medical, senza circuito esposimetrico, con la velocità di otturazione di un centesimo di secondo ed il vetro di messa a fuoco provvisto di un reticolo.

Nel 1977 insieme alla Minolta XD7 viene messa in commercio, la capostipite di una serie diversa: la Minolta XG2 (Minolta XG7 negli USA e Minolta XGE in Giappone) è analoga alla Minolta XD7 nella carrozzeria, nella struttura generale e nei comandi, ma si caratterizza per la presenza sul frontale di un grosso diodo luminoso per la segnalazione della funzione dell’autoscatto elettronico e per l’assenza del pulsante per la chiusura manuale del diaframma. L’otturatore della Minolta XG2 è del tipo a tendina con lo scorrimento orizzontale ed offre tutte le velocità di otturazione fra un secondo ed 1/1000 di secondo oltre alla posa B ed alla posizione A per la selezione automatica della velocità di otturazione, con la possibilità di correzione manuale dell’automatismo. L’esposimetro si basa sulle fotocellule al CdS con il sistema della media integrata. Nel 1978 la Minolta XG2 viene affiancata dalla Minolta XG1, semplificata nei dati nel mirino, ma che può montare il motorino elettrico Auto Winder G.

Nel 1979 viene messa in commercio la fotocamera Minolta XG9 (Minolta XGS in Giappone), che sotto una carrozzeria identica a quella delle Minolta XG2 e XG1 offre alcune caratteristiche in più, come la lettura diretta nel mirino del valore del diaframma ed un pulsante per la chiusura manuale del diaframma. Il vetro di messa a fuoco è del nuovo tipo Acute Matte. La Minolta XG9 è predisposta per l’impiego del motorino elettrico Auto Winder G e di un dorso datario Data Back G.

1978 - Minolta XG1

1981 - Minolta XG-M

Nel 1981 viene presentato il modello Minolta XGA che utilizza la stessa carrozzeria e la strumentazione delle Minolta XG ma con la correzione manuale dell’automatismo dell’esposizione. Nonostante la estrema semplificazione delle funzioni la Minolta XGA può montare il motorino elettrico di avanzamento della pellicola.
Nel 1981 viene messa in commercio la Minolta XGM, che sostituisce la Minolta XG9 (Giappone con il nome di Minolta X70). La Minolta XGM si caratterizza per una carrozzeria diversa da quella delle altre Minolta della serie XG. L’otturatore, il circuito esposimetrico e la strumentazione è lo stesso della Minolta XG9 ma l’autoscatto elettronico ha un comando autonomo ed è presente il pulsante per la chiusura manuale del diaframma. Nel 1982 la carrozzeria viene ridisegnata ma rimangono invariati l’otturatore, l’esposimetro, i comandi e le prestazioni, viene modificato l’interruttore dell’autoscatto, posto sul frontale come sulla Minolta XGM.

SERIE MINOLTA X
Nel 1981 viene commercializzato il primo modello della nuova serie Minolta X, denominato Minolta X700 e con la selezione incrociata programmata della coppia diaframma / velocità di otturazione. L’otturatore a tendina con scorrimento orizzontale offre la selezione manuale di tutte le velocità di otturazione fra 1 ed 1/1000 di secondo oltre alla posa B con la velocità di otturazione sincronizzata con il flash. Nelle posizioni A e P la selezione della velocità di otturazione avviene automaticamente fra quattro secondi ed un millesimo di secondo. L’organizzazione dei comandi è analoga a quella della Minolta XGM, con la correzione manuale dell’automatismo dell’esposizione e con l’interruttore dell’autoscatto elettronico che serve anche per il blocco della misurazione esposimetrica. La Minolta X700 incorpora il pulsante per la chiusura manuale del diaframma e permette la sostituzione del vetrino di messa a fuoco.

1981 - Minolta X700

1984 - Minolta X300

1990 - Minolta X300s

Accanto alla Minolta X700 viene messa in commercio nel 1983 la fotocamera Minolta X500 (Minolta X570 negli USA), con la carrozzeria, l’otturatore ed il circuito esposimetrico identici a quelli della Minolta X700, ma semplificata con l’eliminazione della esposizione programmata. Nel 1984 viene messo in commercio il modello semplificato Minolta X300, (Minolta X370 negli USA), equipaggiata con una carrozzeria sagomata come quella delle sorelle maggiori, ma con la strumentazione semplificata. L’interruttore dell’autoscatto elettronico serve anche per il blocco della lettura esposimetrica.
Nel 1985 la società Minolta presenta la sua prima reflex 35mm completamente automatica nella messa a fuoco, equipaggiandola con un nuovo innesto a baionetta Alfa Rokkor diverso da quello utilizzato sulle Minolta delle serie XD ed XG.

Nel 1990 viene messa in commercio la fotocamera Minolta X300S, (Minolta X370N o Minolta X9 negli USA), caratterizzata per una carrozzeria dalle linee più morbide di quelle della Minolta X300, ma con le stesse caratteristiche funzionali, lo otturatore e la strumentazione. La Minolta X300S viene rifinita nel colore nero ed è compatibile con il motorino elettrico Auto Winder G e con il motore elettrico Motor Drive 1.

CURIOSITA': INDUSTRIA CINESE

La produzione delle fotocamere della serie Minolta X300 procede ancora per circa un decennio, delegando parte della produzione alla industria cinese Seagull di Shanghai. Sempre viene presentata per il mercato statunitense la fotocamera Minolta X7A dalla carrozzeria analoga a quella della Minolta X300 con in aggiunta la segnalazione nel mirino della carica del flash, dello stato di carica della batteria e rifinita in colore nero.

Nel 1995 viene sostituita dal modello Minolta X370S, costruita analogamente al modello Minolta X300, con la carrozzeria dalle linee squadrate. La Minolta X370S è l’ultimo modello Minolta con l’innesto a baionetta della generazione precedente le Minolta Autofocus. La Minolta X370S viene offerta equipaggiata con un obiettivo Minolta MD Zoom 35-70mm f/3.5-4.5.

LE REFLEX AUTOFOCUS
Alla Photokina del 1984 la società Minolta non offre novità di rilievo ma si appresta a presentare, pochi mesi più tardi, una nuova fotocamera che significa la rottura con la tradizione e l’inizio di una nuova filosofia produttiva. La nuova fotocamera è una reflex 35mm completamente automatica, sia nell’esposizione che nella messa a fuoco, incorpora un motore di trascinamento della pellicola, ed impiega un nuovo innesto per gli obiettivi che viene individuato come innesto Minolta AF o innesto tipo “ALFA”. Un collegamento meccanico permette alla fotocamera di comandare la messa a fuoco dell’obiettivo, in base ai dati rilevati da un sensore CCD a contrasto di fase, supportato in caso di luce scarsa da un emettitore di raggi infrarossi.

La fotocamera viene battezzata Minolta 7000 (Minolta Maxxum 7000 negli USA, Minolta Alpha 7000 in Giappone), e permette l’esposizione automatica programmata in base a tre programmi diversi che si attivano in base alla lunghezza focale dell’obiettivo (grandangolo, normale o tele), permette la correzione volontaria dell’automatismo, a priorità del diaframma o dell’otturatore, l’esposizione manuale, ed il blocco della misura esposimetrica. L’otturatore elettronico con scorrimento verticale va da trenta secondi ad 1/2000 di secondo. Il motore incorporato permette lo scatto singolo, la sequenza fino a dure scatti al secondo, lo scatto ritardato ed il riavvolgimento della pellicola esposta. Il mirino con lo schermo intercambiabile contiene l’indicazione del valore del diaframma e della velocità di otturazione, oltre all’indicazione del programma utilizzato e della perfetta messa a fuoco. Un display esterno posto sul tettuccio fornisce tutte le indicazioni necessarie. Il dorso staccabile può essere sostituito da un dorso datario. Per lavorare con la Minolta 7000 sono predisposti il flash elettronico dedicato 2800AF ed un gruppo di comando a raggi infrarossi senza cavo.

1984 - Minolta 7000

1985 - Minolta 9000

A meno di un anno di distanza dalla Minolta 7000 viene presentata la Minolta 9000 (Minolta Maxxum 9000 negli USA), con ambizioni professionali, caratterizzata da 1/4000 di secondo con la sincronizzazione con il flash ad 1/250 di secondo. La Minolta 9000 possiede la leva di carica tradizionale posta sul tettuccio e prevede il caricamento manuale della pellicola. La misurazione autofocus è integrata con l’impiego del motore e sull’inseguimento del soggetto nel caso di riprese in sequenza. La misurazione della luce può avvenire con il metodo bilanciato al centro o con il sistema selettivo, e l’automatismo dell’esposizione prevede l’automatismo programmato standard che si adegua alla lunghezza focale dell’obiettivo (tele – normale – grandangolo) e può essere modificato intenzionalmente. Il mirino della Minolta 9000 permette l’intercambiabilità degli schermi di messa a fuoco e la correzione diottrica. Il motore può essere impiegato con la velocità di 5 o 3 o 2 fotogrammi al sec. oppure per gli scatti singoli e il motore può essere alimentato con un porta batterie da 12 batterie a stilo AA da 1.5 volt o con un porta batterie che include le batterie al nichel cadmio. Per utilizzare il motore alla massima velocità di ripresa occorre impiegare il porta batterie al nichel cadmio. Fra gli accessori della Minolta 9000 vi sono un dorso datario 90 ed un dorso speciale che permette di riprogrammare la fotocamera con la funzione bracketing, funziona come intervallometro e permette la misurazione multi spot memorizzando e confrontando fino ad otto valori diversi. Un dorso magazzino speciale permette fino a cento esposizioni.

Accanto alle Minolta 7000 e Minolta 9000 viene presentato nel 1986 il modello economico Minolta 5000 (Minolta Maxxum 5000 negli USA, Alpha 5000 in Giappone), che incorpora il motore elettrico e si caratterizza per la semplificazione di alcune funzioni. L’otturatore offre le velocità di otturazione fra 4 secondi ed 1/2000 di secondo e offre una velocità di sequenza pari ad 1.5 fotogrammi al secondo, ma il circuito di rilevazione esposimetrica è uguale a quello della Minolta 7000 e l’esposizione automatica programmata è la stessa. Sono possibili la correzione per le riprese in controluce, la selezione manuale del diaframma e della velocità di otturazione, ed è possibile l’automatismo dell’esposizione con i flash dedicati. La Minolta 5000 può montare un dorso datario accessorio, e può essere comandata a distanza con o senza il cavo di collegamento.

MINOLTA SERIE DYNAX "i"
A metà del 1988 la società Minolta presenta due nuove fotocamere 35mm autofocus e la lettera i sta per intelligent o improved (migliorata).
La Minolta Dynax 7000i (Maxxum 7000i negli USA e Alpha 7700i in Giappone) è caratterizzata da un nuovo sistema di rilevazione autofocus, basato su tre sensori disposti sia orizzontalmente che verticalmente ed in grado di seguire soggetti in movimento veloce calcolando il punto “futuro” in cui si troverà il soggetto al momento dello scatto. La fotocamera scatta anche le sequenze “a priorità di messa a fuoco” mantenendo a fuoco il soggetto in movimento. Inoltre la misurazione esposimetrica viene effettuata su sei settori integrati con la rilevazione autofocus per selezionare il soggetto principale all’interno della scena inquadrata, ma è possibile la misurazione “spot” sull’area centrale ristretta. L’automatismo dell’esposizione tiene conto della lunghezza focale dell’obiettivo e può essere fatto slittare volontariamente verso diaframmi più chiusi o più aperti. Sono disponibili i tradizionali automatismi a priorità del diaframma o dell’otturatore, manuale e automatica con i flash dedicati. Inoltre la Minolta Dynax 7000i permette l’inserimento di una “card” di programmazione in funzione del tipo di soggetto o di ripresa.
Dal punto di vista meccanico la Minolta Dynax 7000i monta un otturatore con le velocità fra 30 secondi ed 1/4000 di secondo oltre alla posa B ed, il flash, di 1/250 di secondo. Un motore elettrico con una velocità di ripresa in sequenza fino a 3 scatti al secondo. La Minolta Dynax 7000i può montare i dorsi datario PB7 e DB7, utilizza i telecomandi ed i comandi a distanza e monta i flash dedicati automatici 3200i.

Sempre 1988, un modello semplificato Minolta Dynax 3000i (Maxxum 3000i negli USA, Alpha 3700i in Giappone) utilizza un solo sensore autofocus, monta un otturatore con le velocità di otturazione fra 4 secondi e 1/1000 di secondo, ed un motorino per il trascinamento della pellicola. La messa a fuoco può essere del tipo automatico o manuale, la rilevazione è combinata con la misurazione esposimetrica, e l’esposizione può essere del tipo programmato flessibile con il riconoscimento della lunghezza focale dei teleobiettivi. La misurazione dell’autofocus e quella della luce possono essere bloccate. Possono essere utilizzati il dorso datario DB3 ed i piccoli flash dedicati D-316i e D-314i.

1988 - Minolta Dynax 7000i

1989 - Minolta Dynax 5000i

A metà del 1989 la famiglia delle Minolta della serie (i) cresce con la presentazione del modello Dynax 5000i (negli USA Maxxum 5000i, in Giappone Alpha 5700i), che offre alcune delle prestazioni del modello 7000i come le schede con i programmi integrativi, l’illuminatore AF e la possibilità di impostazione manuale, pur mantenendo la semplicità del modello 3000i, ed incorpora sul tettuccio del pentaprisma un piccolo flash automatico. La Minolta Dynax 5000i utilizza il sistema di rilevazione autofocus con area allargata della Dynax 3000i, integrata dall’illuminatore AF, ed il sistema di esposizione automatica flessibile. Con la Minolta Dynax 5000i è possibile l’esposizione manuale, e mediante le schede aggiuntive sono possibili l’automatismo con priorità del diaframma o dell’otturatore. Il flash incorporato automatico non impedisce l’impiego dei flash automatici dedicati 3200i e 2000i. L’otturatore offre le velocità di otturazione fra 4 secondi ed 1/2000 di secondo con la velocità sincronizzata con il flash di 1/90 di secondo. La Minolta Dynax può montare il dorso datario DB5.

SEMI-PROFESSIONALI

All’inizio del 1990 la famiglia “Dynax - i” si completa con il modello dalle ambizioni semi professionali Minolta Dynax 8000i (Maxxum 8000i negli USA, Alpha 8700i in Giappone). La Minolta Dynax 8000i utilizza le schede di programmazione integrative, come la Minolta Dynax 7000i, e monta un otturatore a tendina metallica con scorrimento verticale e controllo elettronico che offre le velocità di otturazione fra 30 secondi ed 1/8000 di secondo, con la sincronizzazioni X ad 1/250 di secondo. Il sistema autofocus è analogo a quello della Minolta Dynax 7000i, cioè tre sensori diversi e rilevazione esposimetrica multizona, ma la rilevazione può essere commutata nel sistema a media ponderata o nel sistema a lettura ristretta al centro. Nel caso dei controluce forti l’automatismo provvede a correggere l’esposizione sul soggetto principale. Con l’impiego dei flash dedicati, fra cui il nuovo 5200i, l’esposizione può essere totalmente, parzialmente automatica o manuale. Un emettitore AF misura la distanza del soggetto anche in condizioni di luce scarsa. Sia la messa a fuoco che la misurazione esposimetrica possono essere bloccate. Il motore della Minolta Dynax 8000i effettua sequenze rapide fino a tre scatti al secondo.

Minolta Dynax 8000i

SERIE DYNAX Xi
A metà del 1991 la società Minolta presenta la prima fotocamera reflex 35mm autofocus di una nuova famiglia, individuata con la sigla Xi: "X" programmata in base a programmi integrati flessibili denominati “Fuzzy Logic” ed predisposta per l’accoppiamento con una nuova serie di obiettivi zoom della serie “i” (intelligent).

La fotocamera viene battezzata con il nome Minolta Dynax 7Xi (Maxxum 7Xi negli USA, Alpha 7Xi in Giappone), e rappresenta una evoluzione del modello Dynax 7000i, incorpora un piccolo flash elettronico nel tettuccio del pentaprisma, un emettitore AF per la misurazione della distanza in condizioni di luce scarsa e monta un otturatore con le velocità di otturazione fra 30 secondi ed 1/8000 di secondo, con la sincronizzazione X ad 1/250 di secondo. La velocità di trascinamento della pellicola arriva a quattro scatti al secondo, la velocità di messa a fuoco automatica è aumentata, e con gli obiettivi zoom della nuova serie è possibile impostare le dimensioni del soggetto in modo che rimangano costanti indipendentemente dalla distanza, con un adeguamento automatico della lunghezza focale. Inoltre il flash incorporato nella fotocamera può interagire con altri flash dedicati senza l’impiego dei cavi di collegamento.
La Minolta Dynax 7Xi utilizza il sistema di schede di programma aggiuntive da inserire nell’apposito vano posto sul fianco destro della fotocamera. Le funzioni della Minolta Dynax 7Xi comprendono quattro sensori autofocus disposti in modo da coprire una area ampia, due in verticale e due in orizzontale, e predisposti per lo spegnimento di uno dei sensori orizzontali tenendo la fotocamera in senso verticale, e comprendono un sistema di rilevazione esposimetrica basato su tredici zone distribuite a nido d’ape, ma è possibile la misurazione sulla sola zona centrale. L’automatismo programmato su adegua alla lunghezza focale dell’obiettivo utilizzato, in maniera lineare e non solo in base alle tre alternative grandangolo – standard – tele, e si adegua al movimento del soggetto scegliendo la velocità di otturazione più adatta. Rimangono possibili gli automatismi a priorità del diaframma o dell’otturatore, e rimane possibile la esposizione manuale. Impugnando la fotocamera si attivano automaticamente i circuiti e portandola all’occhio due rilevatori attivano lo zoom intelligente proponendo una inquadratura che può essere o meno utilizzata. Il mirino contiene le informazioni anche il display incorporato. La fotocamera può essere equipaggiata con il dorso datario QD7 e con i comandi a distanza con o senza cavo.

Alla fine del 1991 affiancata dal modello economico Minolta Dynax 3Xi (Maxxum 3Xi negli USA e Alpha 3Xi in Giappone). Stilizzata in maniera simile al modello 7Xi, la 3Xi monta un otturatore che arriva al 1/2000 di secondo con la sincronizzazione X pari ad 1/90 di secondo, incorpora un piccolo flash elettronico ed un motorino di avanzamento della pellicola che solo gli scatti singoli, e non è prevista per l’impiego delle schede con i programmi integrativi. In comune con la Minolta 7Xi la Minolta Dynax 3Xi presenta il sistema di integrazione con gli zoom della serie Xi, l’attivazione automatica ma basato su di un unico sensore, ed un sistema di misurazione multizona a nido d’ape, anch’esso semplificato e basato su sette aree oltre allo sfondo. L’automatismo dell’esposizione si basa ancora sul sistema variabile “fuzzy logic” integrato con la rilevazione dell’autofocus e con la lunghezza focale effettiva dell’obiettivo, ma sono possibili l’esposizione automatica a priorità del diaframma o dell’otturatore e l’esposizione manuale.

1991 - Minolta Dynax 7xi

1992 - Minolta Dynax 9xi

Alla fine del 1991, parallelamente alla Minolta Dynax 3Xi, viene presentato il modello economico Dynax SPXi (Maxxum SPXi negli USA), che presenta caratteristiche analoghe, utilizza il sistema “Eye Start” ed il sistema di rilevazione integrato “Fuzzy Logic” con otto aree disposte a nido d’ape, monta lo stesso otturatore e gli stessi circuiti, è sprovvista del piccolo flash incorporato, ma offre in più la possibilità della misurazione esposimetrica sull’area centrale.
Nei primi mesi del 1992 la famiglia delle Minolta Dynax Xi cresce con l’arrivo della Minolta Dynax 5Xi (Maxxum 5Xi negli USA e Alpha 5Xi in Giappone) che offre prestazioni intermedie fra quelle del modello 7Xi e del modello 3Xi, utilizza il sistema di rilevazione integrato “Fuzzy Logic”, con un punto allargato per la rilevazione della messa a fuoco, interagisce con gli obiettivi zoom della serie “i” ed utilizza le schede di programmazione integrative, incorpora il flash, ma monta un otturatore che arriva alla velocità massima di otturazione di 1/2000 di secondo con la velocità massima sincronizzata X di 1/90 di secondo. La Minolta Dynax 5Xi permette la misurazione sull’area centrale ristretta, e non utilizza dorsi datario.

A metà del 1992 si completa con un modello dalle ambizioni professionali individuato con il nome Minolta Dynax 9Xi (Maxxum 9Xi negli USA e Alpha 9Xi in Giappone). La Minolta Dynax 9Xi si caratterizza per avere le stesse funzioni della Minolta Dynax 7Xi, con un otturatore che raggiunge la velocità massima di un dodicimilesimo (1/12.000) di secondo con una velocità di sincronizzazione X pari ad 1/300 di secondo. Con queste caratteristiche dell’otturatore la Minolta Dynax 9Xi offre prestazioni superiori alla Minolta Dynax 8000i della generazione precedente. Anche il motore elettrico di avanzamento della pellicola è più veloce raggiungendo la velocità di quattro fotogrammi e mezzo al secondo. La griglia di rilevazione dell’esposimetro su quattordici zone a nido d’ape è analoga a quella della Minolta 7Xi. Il programma di esposizione completamente automatica può essere modificato dal fotografo, ed è possibile modificare l’area di messa a fuoco ed effettuare il blocco della misurazione della distanza. Tenendo la fotocamera in verticale l’area di misurazione della messa a fuoco si riduce diventando più sottile. Il mirino permette la regolazione diottrica ed è possibile la chiusura manuale del diaframma. La Minolta Dynax 9Xi incorpora la funzione “Wide View” per l’inquadratura dell’intera scena con gli obiettivi zoom della serie “i”, e può accettare un accessorio per l’esecuzione di foto panoramiche con la riduzione del formato che viene tagliato in alto ed in basso. La Minolta Dynax 9Xi può utilizzare accessori analoghi a quelli della Minolta Dynax 7Xi, dal dorso datario QD9 ai cavi di comando, dai flash automatici programmati agli accessori dell’oculare.

Alla Photokina del 1992 viene presentata l’ultima fotocamera della famiglia Dynax Xi, denominata Minolta Dynax 2Xi (Maxxum 2Xi negli USA) e simile al modello Dynax SPXi, sprovvista del flash incorporato, equipaggiata con un sensore autofocus integrato con un sistema esposimetrico con rilevazione su otto zone con possibilità di misurazione manuale sulla sola area centrale, e con un otturatore da un duemilesimo di secondo. Come la Minolta Dynax SPXi, anche la Minolta Dynax 2Xi sembra non essere stata commercializzata in Giappone.

SERIE DYNAX Si
Alla fine del 1993 viene presentata la prima fotocamera reflex 35mm autofocus Minolta della nuova generazione, individuata con la sigla Si, che rappresenta una evoluzione della serie Xi soprattutto per quanto riguarda la strumentazione, semplificata ed intuitiva, mentre i sensori di tasto e sull’oculare possono essere esclusi.
La prima fotocamera della nuova serie viene individuata con il nome Minolta Dynax 700Si (Maxxum 700Si negli USA e Alpha 707Si in Giappone) e presenta molte analogie con la Minolta Dynax 7Xi, incorpora un piccolo flash automatico ed utilizza lo stesso tipo di schede di programma integrative. La Minolta Dynax 700Si utilizza lo stesso sistema di rilevazione autofocus a quattro zone ed integrato con lo stesso sistema di rilevazione esposimetrica a quattordici zone delle Minolta 7Xi. L’otturatore è lo stesso e l’esposizione automatica intelligente può essere commutata nell’automatismo a priorità del diaframma, dell’otturatore o nella maniera manuale. L’esposizione può essere corretta e la misurazione può essere bloccata, e la velocità di trascinamento della pellicola permette fino a tre scatti al secondo. Nel mirino le indicazioni mostrano il valore del diaframma e di otturazione, oltre al tipo di misurazione scelto, al tipo di programma, alla messa a fuoco ed alla disponibilità del flash.

Seguendo la propria filosofia, Minolta affianca alla fotocamera Dynax 700Si, appena pochi mesi più tardi, una versione semplificata battezzata Dynax 500Si (Maxxum 400Si negli Usa e Alpha 303Si in Giappone). La Minolta Dynax 500Si non utilizza le schede di programma ma incorpora il piccolo flash e monta un otturatore massima di 1/2000 di secondo, con la sincronizzazione X ad 1/90 di secondo. La rilevazione dell’autofocus si basa su di un unico sensore e la misurazione esposimetrica integrata si basa su otto zone, come nei precedenti modelli economici della serie Xi, ma la Minolta Dynax 500Si offre la possibilità di scelta fra cinque programmi di esposizione automatici, ritratto, paesaggio, riprese ravvicinate, azione o ritratto notturno, e le esposizioni automatiche a priorità del diaframma, dell’otturatore o manuali. Un tasto permette inoltre di correggere l’esposizione fino a tre diaframmi in sovra o sotto esposizione.

1993 - Minolta Dynax 700si

1995 - Minolta Dynax 600si Classic

All’inizio del 1995 Minolta presenta due nuove fotocamere reflex 35mm autofocus della serie Si. La prima di queste fotocamere offre prestazioni meno sofisticate, viene proposta come il modello più economico della Minolta Dynax 300Si (Maxxum 300Si negli USA e Alpha 101Si in Giappone). La Minolta 300Si incorpora cinque programmi per l’esposizione automatica (ritratto, paesaggio, macro, azione, notturno), ma rinuncia alla possibilità della correzione manuale ed all’automatismo a priorità del diaframma e dell’otturatore. La Minolta Dynax 300Si utilizza lo stesso sistema di rilevazione autofocus e lo rilevazione esposimetrica del modello Dynax 500Si, utilizza lo stesso motore di avanzamento, lo otturatore e lo stesso piccolo flash incorporato, che però non è del tipo a scomparsa ma del tipo con la parabola in vista al di sopra del tettuccio del pentaprisma.

La seconda è la Minolta Dynax 600Si Classic (Maxxum 600Si negli USA e Alpha 507Si in Giappone) offre prestazioni analoghe a quelle della Minolta Dynax 700Si, con la rilevazione autofocus allargata a tre zone, la rilevazione esposimetrica su quattordici zone e con un programma di esposizione automatica del tipo intelligente “Fuzzy Logic”. La misurazione AF e quella della luce possono essere bloccate. L’otturatore offre la velocità massima di 1/4000 di secondo e sincro-lampo 1/250 di secondo, il motore offre la cadenza massima di due scatti al secondo. La Minolta Dynax 600Si non ha l’attivazione automatica, non utilizza le schede di programma integrative, e non memorizza le regolazioni impostate dall’utente ma può utilizzare i comandi a distanza con o senza cavo.

A metà del 1995, per celebrare il decimo anniversario della sua prima fotocamera reflex autofocus (la Minolta 7000 del 1985), la società Minolta presenta in edizione limitata una versione speciale della fotocamera Dynax 500Si individuandola come Minolta Dynax 500Si Super (Maxxum 500si negli USA e Alpha 303Si Super in Giappone). La Minolta Dynax 500Si Super si caratterizza per le finiture esterne, che possono essere di colore bianco o grigio metallizzato canna di fucile. La Minolta Dynax 500Si Super permette la regolazione manuale della sensibilità della pellicola, la misurazione sull’area centrale ristretta con il pulsante SPOT, le doppie esposizioni intenzionali e permette il comando a distanza con i cavi. Per le altre caratteristiche e funzioni, la Minolta Dynax 500Si Super è analoga al modello di serie.

A metà del 1997 Minolta presenta la fotocamera della serie Si con ambizioni professionali, battezzandola con la sigla Minolta Dynax 800Si (Maxxum 800Si negli USA, ed Alpha 807Si in Giappone). La Minolta Dynax 800Si è caratterizzata da un flash estraibile che sporge vistosamente dal tettuccio del pentaprisma anche quando è chiuso. Pur utilizzando la maggior parte delle componenti della Minolta Dynax 700Si, come il sistema di rilevazione autofocus a quattro punti integrato con il sistema di misurazione della luce su quattordici zone, la Minolta Dynax 800Si si caratterizza per non utilizzare le schede di programma integrative, e per non avere nel corredo gli obiettivi zoom intelligenti della serie “i”.

1997 - Minolta Dynax 800Si

La Minolta Dynax 800Si incorpora una serie di funzioni che la rendono particolarmente versatile, e mantiene una serie di comandi protetti da uno sportellino posto sul lato destro della fotocamera. L’otturatore permette tutte le velocità di otturazione fra 30 secondi ed 1/8000 di secondo, sincro-lampo 1/250 di secondo, il motore di trascinamento fino a 3 scatti al secondo, ed il flash incorporato ha il numero guida da 14 a 20 con il film da 100 ISO e copre un arco che va dall’angolo dell’obiettivo grandangolare da 24mm a quello del tele da ritratti da 80mm.
L’automatismo programmato dell’esposizione è del tipo intelligente (5 selezioni) oltre all’automatismo a priorità del diaframma e dell’otturatore, ma è possibile anche l’esposizione manuale. La misurazione della luce può avvenire con il sistema multizona, ma anche con la media compensata o con la lettura sull’area centrale ristretta. La messa a fuoco può essere del tipo continuo o a scatto singolo, ma anche con scelta automatica fra i due sistemi. Il bracketing può essere selezionato su tre, cinque o sette scatti, con lo scarto di un diaframma, mezzo diaframma o un terzo di diaframma. E’ possibile il blocco della misurazione esposimetrica e la scelta fra il riavvolgimento lento e silenzioso o veloce. Il mirino ha la regolazione diottrica, e fra gli accessori vi sono un dorso datario, ed una base portabatterie che funge da impugnatura verticale con un secondo pulsante di scatto.

CAMBIA UN NUOVO SI
A metà del 1998, in occasione dei settanta anni dalla fondazione della società, presenta due fotocamere reflex 35mm autofocus. Il primo è Dynax 505Si (Maxxum HTSi negli USA), che riprende alcune delle caratteristiche del modello Dynax 500Si ma presenta delle caratteristiche proprie, come le dimensioni ridotte, un otturatore da un quattromilesimo di secondo, un sistema di rilevazione autofocus in tre punti, con il punto centrale sagomato a croce, integrato con un sistema di rilevazione della luce su quattordici zone e con una serie di funzioni personalizzabili. La Minolta 505Si viene carrozzata nel colore argentato, come le versioni in edizione limitata delle Dynax 500Si e 500Si Super, incorpora un piccolo flash integrato, può utilizzare una serie di flash dedicati, anche senza il collegamento via cavo, ed incorpora un piccolo motore di trascinamento che permette fino a due scatti al secondo. Le funzioni della Minolta Dynax 505Si prevedono come per il modello 500Si l’accesso a cinque tipi di programmi di esposizione automatici (ritratto, paesaggio, azione, macro e notturno), oltre all’automatismo incrociato, all’automatismo a priorità del diaframma, dell’otturatore ed alla esposizione manuale. Inoltre la Minolta Dynax 505Si permette le esposizioni multiple sullo stesso fotogramma, la misurazione sull’area centrale ristretta “spot”, tre esposizioni diversificate con il sistema a forchetta “bracketing” e permette il blocco della misurazione della luce e la correzione volontaria dell’esposizione.

1998 - Minolta Dynax 505si

1998 - Minolta Dynax 505si Super

La Minolta Dynax 505Si viene seguita, a distanza di pochi mesi, dal modello Minolta Dynax 505Si Super (Maxxum XTsi negli USA ed Alpha Sweet in Giappone), che si caratterizza per le stesse finiture “silver” e si diversifica per pochissime funzioni aggiuntive, come l’attivazione automatica nell’impugnatura ed all’oculare, la possibilità di ottenere immagini tagliate in orizzontale secondo lo schema “panorama”, e dieci funzioni personalizzabili. Per il resto la disposizione dei comandi è identica, i sistemi di rilevazione della distanza e della luce sono identici, l’otturatore è lo stesso, il motore integrato ed il flash integrato sono identici.

All’inizio del 1999 alla serie di tipo più economico si aggiunge il modello Minolta Dynax 404Si (Maxxum STSi negli USA, Alpha Sweet S in Giappone), che offre le stesse prestazioni del modello 505Si ma risulta semplificata in alcune funzioni, come l’otturatore che arriva al duemilesimo di secondo con la velocità sincro X ad un novantesimo di secondo, la velocità di trascinamento con un solo fotogramma al secondo, la misurazione autofocus su di un unico sensore, la misurazione della luce su otto zone a nido d’ape, ma con possibilità della misurazione sull’area ristretta centrale. La Minolta Dynax 404Si è rifinita completamente nel colore argentato “silver” e permette le doppie esposizioni sullo stesso fotogramma, la compensazione dell’esposizione e la variazione dell’esposizione fino a tre diaframmi in più o in meno, ed incorpora il piccolo flash estraibile nel cappuccio del pentaprisma.

A pochi mesi di distanza dalla Minolta Dynax 404Si viene presentata, con la carrozzeria rigidamente nera, la fotocamera reflex autofocus economica Minolta Dynax 303Si, l’ultima della sua famiglia, individuata Maxxum QTSi negli USA e Alpha 360Si in Giappone. La Minolta Dynax 303Si si caratterizza per le solite dimensioni compatte e per il peso contenuto, monta lo stesso otturatore, lo flash integrato e lo motore e sistema di rilevazione AF ma utilizza un sistema di misurazione della luce più elementare in due sole zone, e permette, oltre all’esposizione automatica AE programmata, solo l’impiego dei programmi predeterminati per i diversi soggetti, senza la possibilità di lavorare con la priorità del diaframma o dell’otturatore o con la selezione manuale.

MINOLTA DYNAX 9 PROFESSIONALE
All’inizio del 1999 la società Minolta presenta una reflex 35mm autofocus professionale denominata Minolta Dynax 9 (Maxxum 9 negli USA e Alpha 9 in Giappone), che deriva in qualche modo dalla Dynax 9Xi del 1992, ma per una serie di prestazioni di alto livello: si diversifica per una struttura diversa, in lega di alluminio protetta da un guscio in acciaio (tettuccio, frontale e dorso) e da un fondello in zinco, per una carrozzeria alta e massiccia, per il peso che arriva a 910 grammi senza le batterie.

  1999 - Minolta Dynax 9 e particolari

 

La Minolta Dynax 9 permette l’attivazione automatica “Eye Start”, utilizza un sistema di rilevazione autofocus a tre settori, tre possibilità di selezione della funzione AF (singolo, continuo e con la selezione automatica in funzione del soggetto), con la possibilità di scelta del settore di messa a fuoco e del blocco della messa a fuoco. Un illuminatore a raggi infrarossi permette la rilevazione della distanza in condizioni di visibilità scarsa. La misurazione della luce, integrata con la misurazione della distanza su quattordici zone con possibilità di selezione della media ponderata e dell’area centrale SPOT. Il programma automatico di esposizione predeterminato è flessibile e personalizzabile (Program, Diaframma, Speed, Manual). La misurazione della luce può essere bloccata o corretta manualmente fra più o meno due o tre diaframmi, e anche l’esposizione programmata a forchetta del tipo “bracketing” su tre, cinque o sette fotogrammi, può essere corretta manualmente. Il mirino è fisso con la correzione diottrica e l’antina di protezione, ed i vetri di messa a fuoco intercambiabili però il flash incorporato sul tettuccio permette l’automatismo dell’esposizione e la fotocamera può controllare altri flash sia con che senza il cavo di collegamento. L’otturatore è lo stesso la Dynax 9xi (30 - 1/12000 di sec. e sincronizzazione con 1/300 di secondo), ed il motore incorporato può essere regolato su due velocità di scorrimento, con 2 scatti o fino a 5 scatti e mezzo al secondo.
Un portabatterie accessorio da inserire sul fondello funziona come impugnatura per le riprese verticali ed è completa del pulsante di scatto, della rotella per le regolazioni e della barra per l’attivazione automatica. Il dorso è amovibile ed intercambiabile con un dorso datario, con la possibilità di inserimento dei dati nello spazio fra i singoli fotogrammi. Uno sportello laterale dà accesso ai pulsanti per la regolazione delle funzioni personalizzabili. Una funzione speciale è la possibilità di memorizzazione e richiamo dei dati relativi ad ogni scatto, che può essere aumentata con schede di memoria aggiuntive.

DYNAX 7 IN POI
Alla Photokina del 2000 viene affiancata dal modello Minolta Dynax 7 (Maxxum 7 negli USA ed Alpha 7 in Giappone), che si caratterizza per avere sul dorso un ampio display, in cui è possibile visualizzare tutta una serie di dati, compresa l’indicazione della rilevazione dell’esposimetro nelle diverse aree della griglia a nido d’ape. La Minolta Dynax 7 è stilizzata a somiglianza della Dynax 9, ma è più piccola e leggera, pure offrendo prestazioni dello stesso livello.
Il sistema di rilevazione della messa a fuoco opera su nove zone, con la zona centrale a croce, selezionabili da parte del fotografo, ed il blocco della misurazione della distanza, mentre il sistema di rilevazione della esposizione si basa su quattordici zone, con la possibilità di selezione della misurazione media ponderata o di quella ristretta sulla zona centrale. La Minolta Dynax 7 permette l’esposizione automatica programmata commutabile, l’esposizione automatica a priorità del diaframma o dell’otturatore e l’esposizione manuale, ma anche l’esposizione automatica completa “verde” con la disattivazione di tutte le personalizzazioni, e l’automatismo personalizzato memorizzato su tre posizioni diverse. L’otturatore è lo stesso della Minolta Dynax 800si (fino a 1/8000 sec. ed sincronizzato con 1/250 sec con il piccolo flash incorporato), ed il motore di trascinamento della pellicola arriva a 4 scatti al secondo. Uno sportellino laterale contiene i tasti per la personalizzazione delle funzioni, ed il mirino permette la sostituzione dello schermo e la correzione diottrica. Un accessorio permette di registrare tutti i dati relativi ad ogni singolo scatto ed il loro trasferimento sui computer.

A metà del 2001 la nuova serie delle fotocamere Minolta Dynax viene integrata dal modello Dynax 5 (Maxxum 5 negli USA, Alpha Sweet II in Giappone). Piccola e leggera deriva in qualche modo dalla Minolta Dynax 505Si, ed offre prestazioni analoghe, come il piccolo flash incorporato, il motore da tre fotogrammi al secondo, un otturatore da un quattromilesimo di secondo, un sistema AF evoluto basato su sette punti con il sensore centrale a croce, un sistema di rilevazione esposimetrica basato su quattordici zone a nido d’ape, con la possibilità di misurazione “spot” e l’attivazione automatica della fotocamera. La Dynax 5 permette la chiusura manuale del diaframma e possiede quattordici funzioni personalizzabili. L’automatismo incrociato dell’esposizione “verde” può essere modificato e sostituito dai cinque programmi selezionati in base al soggetto (ritratto, paesaggio, azione, macro, notturno), ma la fotocamera permette gli automatismi con la priorità del diaframma e con la priorità dell’otturatore, oltre all’esposizione manuale. Sono possibili le funzioni “bracketing” con tre scatti in sequenza differenziati nell’esposizione, le doppie esposizioni intenzionali, la correzione manuale degli automatismi e l’automatismo con il flash incorporato e con i flash dedicati.

2000 - Minolta Dynax 7

2002 - Minolta Dynax 4

A metà del 2002 la Minolta Dynax 5 viene affiancata dal modello Dynax 4 (Maxxum 4 negli USA e Alpha Sweet L in Giappone) che utilizza la stessa carrozzeria, lo flash incorporato, lo sistema di misurazione esposimetrica ma utilizza un sistema di rilevazione autofocus su tre punti, otturatore da 1/2000 di secondo ed un motore da 1.7 scatti al secondo. La Dynax 4 utilizza gli stessi programmi di esposizione “verde” (ritratto, paesaggio, azione, macro e notturno), i programmi a priorità del diaframma o dell’otturatore o manuale, permette l’esecuzione di tre scatti diversificati nell’esposizione, le doppie esposizioni e la compensazione dell’esposizione, e permette fino a dodici personalizzazioni diverse. Inoltre la Dynax 4 può utilizzare lo stesso portabatterie ausiliario della Dynax 5 ed è rifinita nello stesso colore argentato.

A metà del 2003 la serie delle Minolta Dynax di tipo economico cresce con la presentazione del modello Dynax 3L (Maxxum 3 negli USA, non commercializzata in Giappone) che utilizza la stessa carrozzeria dei modelli Dynax 4 e Dynax 5 ma con funzioni estremamente semplificate. Il flash incorporato, il motore da 1.7 fotogrammi al secondo e l’otturatore da 1/2000 di secondo sono gli stessi della Dynax 4, ma la Dynax 3L non ha la possibilità di utilizzare programmi di esposizione automatica all’infuori di quello predeterminato e dei programmi a soggetto (ritratto, paesaggio, azione, macro e notturno). I sistemi di rilevazione AF su tre punti e della misurazione della luce su 14 zone sono gli stessi della Minolta Dynax 4. Gli accessori sono come il modello Dynax 3L.

ULTIME DUE REFLEX
Nel 7 gennaio 2003 dalla fusione tra Konica e Minolta e, nella
primavera del 2004 la società Konica-Minolta presenta le ultime due reflex 35mm autofocus a pellicola della sua produzione, denominate rispettivamente Minolta Dynax 60 e Minolta Dynax 40. La Minolta Dynax 60 (ribattezzata Maxxum 70 negli USA e Alpha 70 in Giappone) si caratterizza per molte analogie con la Dynax 5, a parte le finiture scure, l’otturatore da 1/2000 di secondo ed una disposizione diversa dei comandi. La Minolta Dynax 60 utilizza lo stesso sistema di rilevazione autofocus ma esteso su nove punti, il sistema multidimensionale e di rilevazione della luce come Dynax 5. Incorpora un flash estraibile ed un motore di avanzamento con la velocità massima di 3 scatti al secondo. La Minolta Dynax 60 utilizza l’automatismo dell’esposizione programmato e flessibile, oltre all’automatismo a priorità del diaframma o dell’otturatore e permette l’esposizione manuale, ma incorpora anche l’automatismo basato sui soggetti più comuni (ritratto, paesaggio, azione, macro e notturno). Il mirino è presente il pulsante per la chiusura del diaframma. Come i modelli precedenti la Minolta Dynax 60 può essere fornita nella versione con il dorso datario.

2004 - Minolta Dynax 60

2004 - Minolta Dynax 40

Accanto alla Minolta Dynax 60 viene presentata la Minolta Dynax 40 (commercializzata Maxxum 50 negli USA e Alpha 50 in Giappone) ed piccola, compatta e leggera utilizza la stessa carrozzeria della Minolta Dynax 60, ma è completamente rifinita in colore “argentato”: Monta lo stesso otturatore della Minolta Dynax 60 ed un motore di avanzamento con la velocità massima di 1.7 scatti al secondo. La Minolta Dynax 40 utilizza un sistema di rilevazione autofocus basato su tre sensori con quello centrale a croce e con la possibilità di rilevazione al centro, ed un sistema di rilevazione della luce a due zone. L’esposizione automatica programmata è commutabile con l’automatismo a priorità del diaframma o dell’otturatore, oppure nel modo manuale, e sono utilizzabili i cinque programmi automatici a soggetto (ritratto, paesaggio, azione, macro e notturno), con il blocco della misurazione e la compensazione manuale dell’esposizione. La Minolta Dynax 40 è disponibile nella versione con il dorso datario.

Però, il 19 gennaio 2006, il gruppo annunciò il proprio ritiro dal mercato fotografico (produzione di pellicole fotografiche e le fotocamere SLR) ed la cessione della produzione di fotocamere digitali alla Sony.

testo: di Danilo Cecchi

immagini e ritoccate: camerapedia.wikia.com (10), huffman.tk (4), flickr.com (2), doumi.cowyalow.com, 100picturesin100days.blogspot.com, en.academic.ru, leicashop.com, worldofpixels-worldofpixels.blogspot.com, nikomat.org, mir.com.my, cityphotographic.co.uk, mkropa.republika.pl, maquinasdeoutrostempos.com, etsy.com, fotoriflessiva.blogspot.com, archiwumallegro.pl, tammesphotography.weebly.com, club.foto.ru, articulo.mercadolibre.com.ar