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LA STORIA DELLA...

LEICA


ob. fisso e a vite


baionetta M


reflex

LE REFLEX LEICAFLEX

Nel 1964, dopo anni di esperimenti e di tentativi, la società Ernst Leitz di Wetzlar, famosa nel mondo per la produzione delle Leica a vite e delle Leica M a telemetro, presenta la sua prima fotocamera 35mm reflex, battezzandola con il nome Leicaflex. E' una reflex tradizionale dalla carrozzeria assolutamente originale, utilizza un mirino pentaprismatico fisso e non intercambiabile, un inedito innesto a baionetta per gli obiettivi intercambiabili, ed un otturatore a tendina con scorrimento orizzontale che offre una gamma di velocità fra un secondo ed un duemillesimo di secondo oltre alla posa B, con la sincronizzazione con il flash con un centesimo di secondo.


1964 - Leicaflex

Robusta e massiccia ma perfettamente maneggevole la Leicaflex ha sulla parte destra del tettuccio una leva di carica rapida coassiale al selettore delle velocità ed al pulsante di scatto filettato, e sulla parte sinistra del tettuccio il manettino di ribobinamento del film esposto coassiale con il disco della sensibilità della pellicola. Sulla parte destra del frontale vi sono la levetta dell’autoscatto e la levetta del blocco dello specchio in posizione sollevata, e sulla parte opposta vi sono i contatti sincro.
 Sulla parte frontale del cappuccio del pentaprisma si trovano una fotocellula al CdS per la misurazione della luce, il coperchio della batteria di alimentazione del circuito esposimetrico, ed il pulsante per il test dello stato di carica della batteria. Nel mirino è visibile l’intera scala delle velocità di otturazione ed un aghetto mobile indica la corretta esposizione.

Il dorso della Leicaflex è del tipo apribile ed incernierato sulla destra. Le fotocamere Leicaflex vengono costruite in due varianti, diversificate da piccoli particolari, ed in oltre trentasettemila esemplari, di cui un migliaio con finiture nere ed il resto con finiture cromate. Per le Leicaflex viene realizzato un obiettivo standard Summicron R 50mm f/2 a sei lenti con diaframma minimo f/16 e messa a fuoco minima a cinquanta centimetri, a cui si aggiungono un grandangolare Elmarit R 35mm f/2.8 a 7 lenti con diafr. min. f/22 e messa a fuoco minima a 30cm, e due teleobiettivi Elmarit R 90mm f/2.8 a 5 lenti con diafr. minimo f/22 e messa a fuoco minima a 70cm ed Elmarit R 135mm f/2.8 a cinque lenti con diaframma minimo f/22 e messa a fuoco minima ad un metro e mezzo.
Nonostante il nome altisonante e la notevole qualità meccanica della fotocamera e la qualità ottica degli obiettivi, il fatto di non possedere il sistema TTL di misurazione della luce, ormai presente sulla maggior parte delle fotocamere reflex 35mm di pregio, penalizza un poco la diffusione delle Leicaflex.
Nel 1968 viene presentato il modello Leicaflex SL identica nella carrozzeria, nell’otturatore e nei comandi, ma finalmente equipaggiata con un esposimetro TTL con la fotocellula al CdS dietro l’obiettivo e con la misurazione delle luce con il diaframma aperto. La Leicaflex SL è lunga 148mm, alta 97mm e massiccia 57mm e pesa 770 grammi senza obiettivo. A differenza della Leicaflex la Leicaflex SL ha un frontale più pulito, privo della fotocellula e del coperchio del vano portabatteria, spostato sul fondello. Anche il pulsante per il test della batteria viene eliminato dal frontale del pentaprisma e viene spostato sulla parte sinistra della scatola dello specchio. Sulla parte sinistra del frontale la levetta per il blocco dello specchio viene sostituita da un pulsante per la chiusura manuale del diaframma. La Leicaflex SL viene costruita in quasi settantamila esemplari, con finiture nere o cromate, di cui un migliaio prive della levetta dell’autoscatto ma predisposte per l’impiego di un motore elettrico e denominate Leicaflex SL MOT.
Nel 1972 in occasione dei giochi Olimpici di Monaco vengono realizzate un migliaio di Leicaflex cromate con il disegno dei cerchi olimpici sul frontale del cappuccio del pentaprisma. Con l’arrivo delle Leicaflex SL gli obiettivi vengono modificati con l’aggiunta di una seconda camma di accoppiamento per la misurazione della luce con il diaframma completamente aperto e vengono presentati due nuovi obiettivi ad ampliamento della gamma di focali disponibili, un grandangolare Super Angulon R 21mm f/4 a dieci lenti con visione reflex, diaframma minimo f/22 e messa a fuoco minima a venti centimetri ed un Elmarit R 180mm f/2.8 a cinque lenti con diaframma minimo f/16 e messa a fuoco minima a due metri.

1968 - Leicaflex SL

1974 - Leicaflex SL-2

Il successo commerciale delle Leicaflex SL è notevole e nel 1974 ne viene presentata una versione appena modificata individuata con la Leicaflex SL2: hanno la stessa carrozzeria, lo stesso otturatore e gli stessi comandi delle Leicaflex SL, ma contengono alcuni piccoli miglioramenti. Esternamente le due fotocamere si diversificano per il pulsante per il controllo dello stato di carica della batteria posto sul frontale del cappuccio del pentaprisma, per un pulsante posto sul fianco del cappuccio del pentaprisma per la illuminazione del mirino, per il vano batteria dell’illuminatore del mirino posto sulla parte sinistra del frontale, e per il bottone di sblocco dell’obiettivo al posto del piccolo pulsante. Sulla staffa del flash viene incorporato il contatto diretto. Le Leicaflex SL2 vengono costruite nelle versioni con le finiture cromate o con le finiture nere in oltre ventiduemila esemplari, oltre ad un migliaio di Leicaflex SL2 MOT predisposte per l’impiego del motore elettrico.
Nel 1975 viene realizzata una serie speciale di mille e settecento cinquanta fotocamere Leicaflex SL2 per celebrare i cinquanta anni della Leica, caratterizzate dalla scritta 50 Jahre sul frontale del cappuccio del pentaprisma.
La nuova proprietà del marchio Leica, la società Wild, decide di sospendere la produzione delle Leicaflex a favore di una reflex 35mm in collaborazione con la giapponese Minolta.
Nel 1976 viene realizzata la fotocamera Leica R3 equipaggiata con un otturatore elettronico Copal Leitz, con la selezione automatica o manuale delle velocità di otturazione e con un corpo macchina basato sullo chassis di una Minolta XE1.
La Leica R3 ha la carrozzeria completamente diversa da quella delle Leicaflex, lineare con gli angoli smussati ed è caratterizzata dalla sporgenza sul frontale del cappuccio del pentaprisma di uno scudo rovesciato di colore nero, particolarmente evidente nei modelli con le finiture cromate, con inciso il nome Leica in caratteri stampatelli maiuscoli di colore bianco. Il cappuccio del pentaprisma ha il tettuccio largo e contiene la staffa del flash con il contatto diretto. Sulla parte destra del frontale sono presenti la leva per il caricamento del meccanismo dell’autoscatto e la leva per la chiusura manuale del diaframma. Sulla parte destra del tettuccio sono presenti la leva di carica, il pulsante di scatto ed il selettore delle velocità di otturazione fra quattro secondi ed un millesimo di secondo oltre alla posa B ed alla posizione Automatic. Sulla parte frontale del tettuccio è presente il selettore per la misurazione integrale o ristretta della luce rispetto al campo inquadrato dal mirino. Sulla parte sinistra del tettuccio è presente il manettino di ribobinamento con il selettore della sensibilità del film fra 12 ASA e 3200 ASA con la correzione manuale dell’automatismo dell’esposizione.

Sul dorso è presente l’interruttore generale dei circuiti elettrici ed è presente una finestrella per la verifica dell’inserimento del caricatore della pellicola. Coassiale con la leva di carica è presente il selettore per le esposizioni multiple sullo stesso fotogramma. Nel mirino è presente la scala delle velocità di otturazione percorsa da un aghetto, mentre un diodo luminoso informa sulla modalità di misurazione della luce che è stata selezionata. Il valore del diaframma selezionato è visibile nel mirino attraverso una finestrella posta alla base della sporgenza frontale del cappuccio del pentaprisma. La Leica R3 è le dimensioni 148 x 96.5 x 64.4 mm e pesa 780 gr, che salgono a 1090 gr con l’obiettivo standard Summicron R 50mm f/2.
Può montare tutti gli obiettivi delle Leicaflex e essere accessoriata nella versione Leica R3 Mot, priva del meccanismo dell’autoscatto, con un motorino elettrico di trascinamento del film con la velocità di due scatti al secondo.

1976 - Leica R3

Viene costruita in parte negli stabilimenti Leitz di Wetzlar ed in gran parte negli stabilimenti Leitz delocalizzati in Portogallo.
Le Leica R3 vengono costruite fino al 1979 in oltre trentacinquemila esemplari con le finiture nere, in poco più di quattromila esemplari con le finiture cromate ed in cinquemila esemplari Leica R3 safari con le finiture di colore verde oliva. Le Leica R3 Mot vengono costruite in venticinquemila esemplari.
Nel novembre del 1979 vengono inoltre realizzate mille esemplari di Leica R3 Gold con le parti metalliche placcate in oro ed il rivestimento in pelle di lucertola, per commemorare il centenario della nascita di Oskar Barnack. Le Leica R3 Gold vengono equipaggiate con un obiettivo Summilux R 50mm f/1.4 con lo stesso tipo di finitura dorata.
Nel 1980 viene sostituita, senza troppi rimpianti, dal nuovo modello Leica R4, frutto ancora della collaborazione fra Leitz e Minolta, basata sullo chassis delle Minolta XD7, ma frutto di una nuova progettazione sia dal punto di vista estetico che funzionale.
La carrozzeria della Leica R4, sagomata secondo linee morbide e con il cappuccio del pentaprisma dal tettuccio leggermente incurvato e dal frontale leggermente sporgente in avanti, ha il tettuccio leggermente sagomato con la pendenza verso i lati esterni. Equipaggiata ancora con un otturatore elettronico e con la selezione automatica o manuale della velocità di otturazione e con un circuito esposimetrico con la doppia misurazione sull’intera area o sulla sola area centrale, la Leica R4 offre anche la possibilità di automatismo incrociato nella selezione della coppia velocità e diaframma.

1980 - Leica R4

La disposizione dei comandi corrisponde a quella classica, con il caricamento dell’autoscatto dal frontale, con la leva per la chiusura manuale del diaframma sul frontale, e con i comandi principali e la leva di carica posti sulla parte destra del tettuccio. Un grosso selettore con al centro il pulsante di scatto filettato permette di selezionare le velocità di otturazione fra un secondo ed un millesimo di secondo oltre alla posa B, alla velocità sincronizzata con il flash ed alla velocità controllata meccanicamente pari ad un centesimo di secondo. Accanto al selettore delle velocità di otturazione un secondo selettore permette di selezionare la modalità di ripresa, con la selezione manuale della velocità di otturazione e del diaframma, con la selezione automatica della velocità di otturazione con la misurazione integrale, con la selezione automatica della velocità di otturazione con la misurazione sull’area centrale, con la selezione manuale della velocità di otturazione e la selezione automatica del diaframma, oppure con la selezione programmata sia della velocità di otturazione che del diaframma.

Per utilizzare la selezione automatica del diaframma occorre utilizzare gli obiettivi predisposti. Sulla parte sinistra del tettuccio è presente il manettino di ribobinamento con l’anello per la selezione della sensibilità del film fra 12 ASA e 3200 ASA e per la correzione manuale dell’esposizione. Il mirino mostra la scala delle velocità di otturazione percorsa da un diodo luminoso, il valore del diaframma selezionato e la modalità di funzionamento della fotocamera. Gli schermi di messa a fuoco sono intercambiabili e l’oculare del mirino può essere chiuso con una tendina per evitare infiltrazioni luminose. La fotocellula al silicio permette la misurazione della luce fra EV1 ed EV19. La Leica R4 può essere accessoriata con un motorino elettrico di avanzamento del film con la velocità di due scatti al secondo o con un motore elettrico più potente capace di una velocità di quattro scatti al secondo. Un dorso datario può inoltre essere applicato al posto del dorso standard con la finestrella per il controllo del caricatore del film. La Leica R4 è più compatta e leggera della Leica R3, misura 138.5mm di lunghezza e 88mm di altezza, con un peso di 630 grammi.
La Leica R4 viene costruita fino al 1986 in quasi ottantamila esemplari, di cui settemila con le finiture cromate e quasi settantatremila con le finiture nere. Nel 1984 sono state realizzate mille fotocamere Leica R4 Gold con le parti metalliche placcate in oro, il rivestimento in pelle di lucertola ed equipaggiate con obiettivi Summilux R 50mm f/1.4 con le finiture dorate.

1983 - Leica R4s

1985 - Leica R4s2

Nel 1983 viene affiancato un modello semplificato denominato Leica R4S che utilizza la stessa carrozzeria, gli stessi comandi, lo stesso otturatore e lo stesso circuito esposimetrico con la doppia misurazione della luce della Leica R4 ma offre le sole possibilità di selezione manuale o automatica della velocità di otturazione senza la possibilità di selezione automatica del diaframma e di automatismo incrociato programmato dell’esposizione. La Leica R4S è accessoriabile con gli stessi motori della Leica R4 e viene costruita fino al 1985 in ventunomila esemplari con le finiture nere per essere sostituita dal modello Leica R4S2 assolutamente identica ma con la possibilità della correzione manuale dell’automatismo dell’esposizione. La Leica R4S2 viene costruita in soli cinquemila esemplari con le finiture nere.

Nel 1986 viene sostituita dal modello Leica R5 che continua ad utilizzare la stessa carrozzeria, la stessa strumentazione e lo stesso circuito esposimetrico con la doppia misurazione della luce. La Leica R5 permette inoltre la scelta fra la selezione manuale M della velocità di otturazione e del diaframma, la selezione automatica A della velocità di otturazione con la misurazione integrale, con la selezione automatica A della velocità di otturazione con la misurazione sull’area centrale, con la selezione manuale della velocità di otturazione e la selezione automatica T del diaframma, oppure con la selezione programmata P sia della velocità di otturazione che del diaframma.


1986 Leica R5

La Leica R5 monta un nuovo otturatore elettronico con la selezione manuale delle velocità di otturazione fra mezzo secondo ed un duemilesimo di secondo e la selezione automatica delle velocità fra dodici secondi ed un duemilesimo di secondo, oltre alla posa B, alla sincronizzazione X con il flash ad un centesimo di secondo ed alla velocità meccanica di un centesimo di secondo indipendente dallo stato di carica delle batterie. La Leica R5 viene costruita fino al 1991 in circa trentamila esemplari.
A dieci anni di distanza dalla fine della produzione delle Leicaflex, i nuovi proprietari del marchio, la società Wild, mette di nuovo in produzione una reflex 35mm con otturatore a tendina di tipo meccanico, con lamelle metalliche e scorrimento verticale, battezzando la fotocamera Leica R6: hanno la stessa carrozzeria delle Leica R4 e delle Leica R5, con la leva di carica sul tettuccio, il grosso selettore delle velocità di otturazione separato dalla leva ma con il pulsante di scatto incorporato, ed il manettino di ribobinamento con il disco per l’impostazione della sensibilità del film sulla parte sinistra del tettuccio.
La lunghezza è di 138.5mm, l’altezza alla sommità del prisma è di 89mm e lo spessore complessivo è di 62mm con un peso di 625 grammi. Le velocità di otturazione vanno da un secondo ad un millesimo di secondo oltre alla posa B ed alla velocità sincronizzata con il flash X pari ad un centesimo di secondo. La Leica R6 mantiene alcune delle funzioni dei modelli elettronici, come l’autoscatto elettronico e la misurazione TTL della luce del flash. La misurazione della luce sulla Leica R6 può essere selezionata fra la lettura integrale e quella selettiva, per mezzo di una levetta coassiale al bottone delle velocità di otturazione. Nel mirino sono visibili sia il diaframma impostato che la velocità di otturazione e la corretta esposizione viene indicata dai diodi luminosi. Un tasto posto sulla parte destra del frontale permette di chiudere manualmente il diaframma per la misurazione con accessori non automatici. Il mirino può essere illuminato per mezzo di un interruttore posto sulla parte bassa del frontale e l’oculare del mirino può essere oscurato per mezzo di una tendina. I vetri di messa a fuoco possono essere sostituiti attraverso il bocchettone delle ottiche e possono essere effettuate doppie esposizioni intenzionali. L’oculare è regolabile fra più e meno due diottrie, e sul dorso una fessura lascia leggere il tipo di film impiegato.
Con la Leica R6 possono essere utilizzati gli obiettivi predisposti con tre camme di accoppiamento. Gli obiettivi della Leicaflex con due sole camme di accoppiamento devono essere preventivamente modificati per essere utilizzati senza problemi sulla Leica R6. Sulle Leica R6 possono essere montati i winder Leica R ed i motori Leica R, così come i dorsi datari e vengono costruite in circa ventimila esemplari con finiture cromate o nere fino al 1990.

1987 - Leica R6

1991 - Leica R6.2

Le Leica R6 meccaniche vengono sostituite nel 1990 dal modello Leica R6.2 che offre le stesse caratteristiche ma raggiunge la velocità di otturazione più alta pari a un duemilesimo di secondo e viene costruita fino al 2000 in quasi ventiduemila esemplari, fra neri e cromati, ai quali si aggiungono gli ultimi venti esemplari costruiti nel 2001, dieci con le finiture nere e dieci con le finiture cromate.
La versione semplificata della Leica R5 viene presentata alla Photokina del 1990 con il nome Leica RE, utilizza la stessa carrozzeria, la stessa strumentazione, lo stesso circuito esposimetrico con la doppia misurazione della luce e lo stesso otturatore elettronico delle Leica R5, mantenendo la possibilità di selezione manuale o automatica della velocità di otturazione e la sola possibilità di selezione manuale del diaframma. Come la Leica R5, permette la correzione manuale dell’esposizione automatica e la correzione diottrica nel mirino e utilizza gli stessi accessori della Leica R5 e viene costruita in seimila e cinquecento esemplari circa con finiture nere fino al 1992.

1990 - Leica RE

1992 - Leica R7

Dopo la realizzazione della Leica R6 con otturatore meccanico, alla Photokina del 1992 viene presentata l’ultima delle fotocamere reflex 35mm derivate dalla Leica R4, la Leica R7 equipaggiata con un otturatore elettronico che offre la selezione manuale delle velocità di otturazione fra quattro secondi ed un duemilesimo di secondo e la selezione automatica delle velocità di otturazione fra sedici secondi ed un duemilesimo di secondo, oltre alla velocità di otturazione controllata meccanicamente di un centesimo di secondo, la posa B e la sincronizzazione con il flash. Come la Leica R5 anche la Leica R7 utilizza la stessa carrozzeria, la stessa strumentazione e lo stesso circuito esposimetrico con la doppia misurazione della luce ed offre la possibilità di selezione manuale o automatica della velocità di otturazione e del diaframma. Nel mirino sono visibili le stesse indicazioni, oltre ad alcune segnalazioni accessorie. La Leica R7 utilizza il sistema flash TTL per il controllo dell’esposizione con i lampeggiatori elettronici ed utilizza il sistema di codificazione DX della sensibilità della pellicola. La Leica R7 utilizza batterie da 6 volt ed il suo peso raggiunge i 670 grammi. Per mezzo di un cavo flessibile è possibile sollevare lo specchio della fotocamera prima dello scatto, perdendo la possibilità di misurazione della luce. La Leica R7 viene costruita con finiture nere o argentate fino al 1996.
Nel 1996 la linea formata dalle fotocamere Leica R4 fino alle Leica R7 viene spezzata e viene presentata una nuova fotocamera dalla carrozzeria completamente diversa, la Leica R8, equipaggiata con un otturatore elettronico con le velocità di otturazione fra sedici secondi ed un ottomilesimo di secondo. Lunga 158mm, alta 101mm e pesante 890 grammi la Leica R8 si caratterizza per una sagoma massiccia, basata su linee curve e sulla fusione fra il tettuccio della fotocamera e quella del cappuccio del pentaprisma, che scompare e viene evidenziato solamente dalla parte sporgente dal frontale con il nome LEICA inciso in caratteri maiuscoli. I comandi disposti sul tettuccio seguono la linea inclinata di quest’ultimo e si incastonano nel profilo della fotocamera senza sporgere troppo.

Sulla parte destra del frontale è presente la leva per la chiusura del diaframma, mentre sulla parte sinistra sono presenti il contatto sincro con il selettore per la sincronizzazione sulla prima o sulla seconda tendina e la levetta per il sollevamento anticipato dello specchio. Sulla parte destra del tettuccio è presente la leva di carica con accanto il pulsante per le doppie esposizioni ed è presente il grosso selettore delle velocità di otturazione con al centro il pulsante filettato di scatto. Il selettore permette la scelta di tutte le velocità di otturazione fra sedici secondi ed un ottomilesimo di secondo oltre alla posa X, alla velocità sincronizzata con il flash pari ad un duecentocinquantesimo di secondo. L’esposimetro con le fotocellule al silicio permette la misurazione integrale o sull’area centrale ristretta, ma anche la misurazione multizonale con il calcolo del valore medio, e la selezione fra i tre sistemi avviene per mezzo di un selettore posto di fronte al selettore delle velocità di otturazione.

1997 - Leica R8

Sulla parte sinistra del tettuccio è presente il manettino di ribobinamento vicino al selettore delle funzioni della fotocamera, dalla selezione manuale M della velocità di otturazione e del diaframma alla selezione automatica A della velocità di otturazione, oppure T del diaframma, oppure alla seleziona automatica P incrociata e programmata sia della velocità di otturazione che del diaframma. Con ciascuna funzione è possibile la misurazione integrale o sull’area centrale ristretta. E’ inoltre possibile impostare anche la funzione F per la misurazione TTL della luce del flash. La sensibilità del film può essere impostata fra 6 ASA e 6400 ASA anche con il codice DX e con un campo di lettura fra EV -4 ed EV 20. E’ possibile impostare la correzione manuale dell’esposizione automatica per mezzo di una levetta posta vicino all’oculare del mirino. Il circuito esposimetrico e l’otturatore elettronico sono alimentari da una batteria da 6 volt inserita nel rigonfiamento posto sul frontale che serve anche per migliorare la presa della fotocamera. Gli schermi di messa a fuoco sono intercambiabili e l’oculare del mirino può essere corretto fino a due diottrie in più o in meno e può essere protetto da una tendina oscurante. Nel mirino sono visibili le indicazioni relative all’esposizione, ai valori della velocità di otturazione e del diaframma e tutte le segnalazioni relative all’impiego del flash. Sul dorso della Leica R8 è presente un ampio display con le indicazioni relative alla sensibilità del film impiegato, allo stato di carica delle batterie, alle correzioni dell’esposizione, ai dati dell’esposimetro e del contapose. Un piccolo sportello apribile contiene i pulsanti per la regolazione manuale della sensibilità del film e per l’avvio dell’autoscatto. Per la Leica R8 viene fornito un piccolo motore elettrico di trascinamento da applicare sul fondello, con una velocità di trascinamento di due fotogrammi al secondo, e viene fornito un vero motore elettrico di avanzamento del film con una velocità superiore ai quattro scatti al secondo e con la possibilità di impostare le esposizioni differenziate per i fotogrammi scattati in sequenza. L’alimentazione del motore serve anche per alimentare l’otturatore ed il circuito esposimetrico.

Prima di inserire il motore è quindi necessario togliere le batterie dal vano posto sul frontale della fotocamera.
Alla Photokina del 2002 viene presentata la fotocamera Leica R9 che affianca e sostituisce la fotocamera Leica R8 utilizzando la stessa carrozzeria, gli stessi comandi, lo stesso otturatore e lo stesso circuito esposimetrico. Grazie all’impiego di una struttura realizzata con una lega di magnesio ed alluminio, ed all’impiego del magnesio per la calotta e di policarbonato per il fondello, il peso della Leica R9 viene ridotto a 790 grammi. Il display posto sul dorso con le indicazioni relative alla sensibilità del film impiegato, allo stato di carica delle batterie, alle correzioni dell’esposizione, ai dati dell’esposimetro e del contapose viene illuminato per una migliore lettura.

2002 Leica R9

Un secondo dispaly sulla parte destra del tettuccio funge da contapose. Inoltre vengono aggiunte alla Leica R9 alcune funzioni come il blocco dell’esposizione in automatico, la correzione manuale della potenza del flash nel modo programmato, l’automatismo del flash anche con le velocità lente di otturazione e la possibilità di sincronizzazione con le velocità alte di otturazione con i flash che utilizzano il sistema HSS. La Leica R9 viene realizzata con le finiture di colore nero o di colore antracite. Tutti gli accessori della Leica R8, come i motori, possono essere impiegati sulla Leica R9.
Alla Photokina del 2004 viene presentato un dorso digitale che può essere sostituito al dorso standard delle fotocamere Leica R8 e Leica R9 trasformandole in fotocamere digitali. Il dorso digitale esce di produzione nel marzo del 2007.
La fine della produzione delle fotocamere e degli obiettivi della serie Leica R viene annunciata ufficialmente il 25 marzo 2009.

testo: la storia di Nikon con Danilo Cecchi e C. Scocco

immagini: Max Bertacchi - corsopolaris.net (molte imm.), de.wikipedia.org  e commons.wikimedia.org (6), kenrockwell.com (3), japancamerahunter.com (2), fotografiareflex.net, leicapages.org, leitzmuseum.org, summilux.net, optyczne.pl, pbase.com, liveauctioneers.com