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LA STORIA DELLA...

YASHICA

La società Yashima Seiki Seisakusho (Yashima lavori di precisione) viene fondata nel maggio 1945 nella prefettura di Nagano, Tokyo, come sub-appaltatore per altre aziende (componenti per orologiai o attrezzatura elettrica). Nel dicembre 1949, Yashima diventa la società per azioni Yashima Seiki KK e, nei primi mesi del 1953, inizia la costruzione di fotocamere, con la sua prima biottica Pigeonflex 6x6cm e, nello stesso anno firma con il proprio marchio la biottica Yashimaflex 6x6cm, iniziando un rapporto con la società Tomioka Optical, che costruisce gli obiettivi. Nel 1956, il nome della società viene cambiato in Yashima Optical Industry Company, Ltd. Mentre il nome delle fotocamere viene cambiato in Yashica, a partire dalla Yashicaflex S del 1954. 

Nel 1957 vengono presentate la biottica Yashica Mat con la manovella per il caricamento automatico e la cinepresa 8mm Yashica 8T. Nel 1958, l'azienda diventa infine la Yashica Co., Ltd. adottando lo stesso nome dei suoi prodotti.
Nel 1958 viene realizzata la biottica Yashica 44 di formato 4x4cm, fortemente ispirata alla Rolleiflex Baby, e nello stesso anno viene realizzata la prima fotocamera per pellicola 35mm della società, la Yashica 35 ispirata nell’estetica alle Contax a telemetro, ma con un otturatore a lamelle ed un obiettivo Yashinon non intercambiabile.

 1953 - Pigeonflex

1957 - Yashica Mat

1957 - Yashica 8T

1958 - Yashica 35

1959 - Yashica Y16

1960 - Yashica Pentamatic

Nel giugno del 1958 la società Yashica arriva sull'orlo del fallimento, rischiando di andare in bancarotta, ma nel 1959 la società viene rilanciata e vengono presentate la Yashica YE, fortemente ispirata alle Leica e realizzata dalla società Nicca Camera, che viene incorporata da Yashica, e viene costruita la prima fotocamera 16mm Yashica Y16.
Nel 1960 segue la reflex 35mmYashica Pentamatic, equipaggiata con un otturatore sul piano focale con velocità da 1 secondo a 1/1000 ed un obiettivo Auto Yashinon 55mm f/1,8 con innesto a baionetta, innesto che viene ben presto abbandonato per l’innesto a vite di 42x1, molto popolare. Gli obiettivi siglati con i marchi Yashikor o Yashinon vengono forniti dalla società Tomioka Optical. A ll’inizio degli anni Sessanta vengono presentate le fotocamere per il mezzo formato 18x24mm Yashica Rapide e le fotocamere motorizzate Yashica Sequelle, a cui seguono altre fotocamere di mezzo formato come la Yashica 72-E, Mimy S, Half 14 con obiettivo f/1.4 ed Half 17 EE.
Nel 1966 viene realizzata la fotocamera 35mm Yashica Electro 35, la prima fotocamera compatta equipaggiata con un otturatore con controllo elettronico sviluppato da Copal, e nello stesso anno viene presentata la reflex Yashica TL Super con misurazione TTL della luce.

Curiosità: Atoron, formato 8x11mm
La fotocamera tascabile Yashica Atoron viene costruita da Yashica nel 1965. La fotocamera utilizza pellicole su caricatori di formato Minox 8x11mm ed è dotata di esposizione automatica con un esposimetro con fotocellula al selenio. Leggermente più grande rispetto alla contemporanea Minox B,  ha una finitura satinata opaca liscia, varia l’apertura del diaframma e la velocità di otturazione, ma l’obiettivo è a fuoco fisso.

Nel 1968 Yashica acquisce la proprietà dell’industria otticaTomioka Kugaku Kikai, l’azienda a cui è stata legata per molti anni per la fornitura degli obiettivi. Accanto alla commercializzazione delle fotocamere 35mm prosegue quella delle biottica 6x6cm, come la Yashica Mat-124 del 1968. Nello stesso anno viene presentata la prima reflex 35mm con un otturatore a controllo elettronico, la Yashica TL Electro X, equipaggiata con un otturatore sul piano focale con velocità da 1 secondo a 1/1000 selezionabili manualmente, e con obiettivi con innesto a vite 42x1 (vedi le tabelle Yashica/Contax), seguita nel 1970 dalla Yashica TL Electro X ITS e nel 1972 dalla Yashica Electro AX.

1968 - Yashica TL Eletro X

1970 - Yashica TL Super

1972 - Yashica Electro AX

Nel 1973 Yashica cerca di espandere le vendite e di migliorare la reputazione del nome e del marchio sul mercato delle reflex 35mm. Nello stesso periodo la Zeiss Ikon, dopo avere sospeso la costruzione di fotocamere, è alla ricerca di un partner giapponese con cui condividere brevetti e tecnologie, oltre ai propri obiettivi. L'incontro con la Yashica si rivela molto promettente e rappresenta, per quest'ultima, un vero colpo di fortuna. Iniziano subito gli studi per una nuova reflex 35mm professionale, che deve avere caratteristiche superiori, in modo da tener alto il prestigio del nome Zeiss e dei relativi obiettivi. I tedeschi permettono di usare un nome famoso, Contax, e sono prodighi di consigli, anche se i progetti sono tutti di origine giapponese. Lo studio della carrozzeria viene realizzato dai designer tedeschi del gruppo Porsche Design per completare la fotocamera con una forma del corpo ergonomica ed elegante.

SUCCESSO CONTAX
Presentata alla Photokina del 1974, ma commercializzata solo a partire dal 1975, e considerata il fiore all'occhiello della Yashica, la Contax RTS è una fotocamera sofisticata, bellissima e costosa, ed è inoltre l'unica fotocamera, oltre alle Hasselblad ed alle Rollei, ad utilizzare gli obiettivi Zeiss, con un innesto a baionetta esclusivo. Molto interesse viene suscitato attorno al nome Contax, e la fotocamera ottiene un successo immediato.

La Contax utilizza un otturatore elettronico con le velocità fra 4 secondi ed 1/2000 di secondo con selezione automatica o manuale della velocità, una carrozzeria con le finiture nere ed è caratterizzata dal cappuccio del pentaprisma largo e schiacciato che ospita la staffa del flash con il contatto diretto.
La strumentazione si caratterizza per una disposizione poco comune, con a sinistra il selettore delle velocità di otturazione posto attorno al manettino di ribobinamento, e con a destra, un grosso selettore per la sensibilità della pellicola e la possibilità di correzione di +/-2 EV.
Sulla parte sinistra del frontale è presente la leva per il sollevamento manuale dello specchio. Il mirino della Contax RTS mostra ambedue le scale, quella dei valori del diaframma e quella delle velocità di otturazione, con l’indicazione dei valori selezionati.
Lo schermo di messa a fuoco della Contax RTS può essere sostituito attraverso il bocchettone degli obiettivi. L’alimentazione della batteria da 6 volt, alloggiata nel fondello. Il dorso della Contax RTS può essere sostituito con un dorso datario o con un dorso magazzino per 250 pose.
Il fondello della Contax RTS è predisposto per accettare un motorino elettrico di avanzamento della pellicola alla velocità massima di due scatti al secondo e può essere motorizzata con un motore elettrico PMD che permette una velocità di ripresa fino a cinque scatti.
Il nuovo innesto a baionetta Y/C permette il montaggio dei nuovi obiettivi Carl Zeiss e degli obiettivi Yashinon destinati alle nuove reflex 35mm firmate Yashica. L’anno successivo vengono infatti presentata due fotocamere, Yashica FX1 e Yashica FX2 con lo stesso identico innesto a baionetta delle Contax RTS.
 
La Yashica FX1 è una fotocamera manuale ed automatica dotata di un otturatore elettronico mentre la Yashica FX2 è una fotocamera più tradizionale, dotata di un otturatore meccanico con le velocità di otturazione fra un secondo ed un millesimo di secondo oltre alla posa B. 

 


 
1974 - Contax RTS

 1975 - Yashica TL Electric

Tutti gli obiettivi Yashica e Contax

Per le fotocamere reflex Contax RTS la società Carl Zeiss presenta un corredo ottico vasto ed interessante di obiettivi Carl Zeiss T*, che deriva in parte da quello delle Contarex ed in parte da quello delle Rollei SL 35, e che cresce nel tempo fino ad essere progressivamente sostituito a partire dal 1982 dagli obiettivi MM predisposti per la selezione automatica del diaframma. Lo stesso innesto a baionetta delle Contax viene utilizzato anche sulle fotocamere Yashica e per gli obiettivi Yashica ML. Vedi le tabelle degli obiettivi Yashica/Contax.

YASHICA FR e CONTAX 139
Alla Photokina del 1976 viene presentata la fotiocamera Yashica FR, derivata in parte dalla esperienza progettuale della Contax RTS, ma più semplice ed economica. Della Contax conserva l'otturatore elettronico con tendine in tela a scorrimento orizzontale e le velocità controllate da magneti. Il mirino è luminoso, copre il 92% del campo inquadrato con un fattore d'ingrandimento pari a 0,87x ed appare privo di apprezzabili distorsioni. La ghiera dei tempi, collocata a destra, permette la selezione da 1 secondo a 1/1000  oltre alla posa B e con la sincronizzazione con il flash ad 1/60 sec. L'esposimetro utilizza di due sensori al Solfuro di Cadmio (CdS) che effettuano una lettura media con prevalenza centrale, ma risentono del cosiddetto "effetto memoria", un certo ritardo nel passaggio da aree luminosa ad aree scure, e viceversa. L'alimentazione richiede una pila da 6 volt, tipo PX-28 o 4LR44, indispensabile perché in sua assenza l’otturatore si blocca e non permette neanche la posa B. L’innesto a baionetta Contax/Yashica in acciaio inox offre la compatibilità con tutti gli obiettivi Yashinon o Carl Zeiss.
Due anni più tardi la Yashica FR viene affiancata dalla sorella maggiore Yashica FR1, dotata dell’esposizione automatica a priorità del diaframma e manuale, e dalla Yashica FR2 equipaggiata con il solo automatismo a priorità del diaframma. Tutte le Yashica FR possono montare sul fondello un motorino elettrico per l’avanzamento automatico della pellicola. 


1976 - Yashica FR


1978 - Yashica FR1


1978 - Yashica FR2


1978 - Contax 139 Quartz


1978 - Contax 139 e motore

La Contax RTS costa molto ed ai professionisti interessa solo fino a un certo punto perché non consente la visione del 100% del campo inquadrato e non ha il pentaprisma intercambiabile (due cose ritenute indispensabili dai fotografi dell'epoca). La Contax RTS viene quindi affiancata da una fotocamera di uguale prestigio ma più economica, che ed alla Photokina del 1978 vengono presentata la Contax 139 Quartz, la più tradizionale e utilizza una carrozzeria stilizzata secondo lo stile della Contax RTS, ma più piccola e leggera, equipaggiata con un otturatore elettronico controllato da un oscillatore al quarzo. L’otturatore è del tipo con la tendina a scorrimento verticale e la velocità possono essere selezionate manualmente o in automatismo da 4 sec a 1/1000 sec. oltre alla posa B ed alla velocità sincronizzata con il flash di 1/100sec. Sulla parte destra del tettuccio, attorno al pulsante di scatto elettromagnetico, è presente il disco della sensibilità con la possibilità di correzione manuale dell’automatismo dell’esposizione. Sulla parte destra del frontale sono presenti il pulsante per l’attivazione dell’esposimetro, con la levetta per il blocco della misurazione esposimetrica, oltre all’interruttore dell’autoscatto elettronico ed al pulsante per la chiusura manuale del diaframma. L’esposimetro utilizza una fotocellula al silicio e nel mirino è presente il valore del diaframma impostato insieme alla scala delle velocità di otturazione. L’alimentazione dipende da due batterie all'ossido d'argento da 1.5 volt, tipo EPX76, alloggiate nel fondello.

Curiosità: copertura Contax

La Contax 139 si sono rivelate robuste e senza particolari punti deboli salvo uno: la delicatezza del rivestimento. Il materiale che riveste la fascia centrale infatti si rovina in fretta e va sostituito spesso. Per fortuna esiste un kit nuovo per la sostituzione del rivestimento, con una manovra semplice: è sufficiente rimuovere quello esistente, molto piano, pulire la superficie con cotone ed alcool, rimettere il nuovo rivestimento in simil-pelle, disponibile il nero o altri colori.  Ecco qualche sito: http://aki-asahi.com/store/, www.cameraleather.com.

CONTAX 137 IMS, MD e MA

Accanto alla Contax 139 viene presentata anche la Contax 137 IMS (Internal Motor System) equipaggiata con un motorino elettrico incorporato per l’avanzamento della pellicola, ma la fotocamera non viene immediatamente commercializzata. Alla Photokina successiva, nel 1980, viene presentata di nuovo con la denominazione Contax 137 MD (Motor Drive) e viene commercializzata dopo essere stata equipaggiata con un oscillatore al quarzo per il controllo dell’esposizione automatica e con la sigla completa Contax 137 MD Quartz.
E' stilizzata come la Contax139 ma è più lunga e più alta ed è più pesante. Monta un otturatore a tendina con lo scorrimento orizzontale e controllato elettronicamente mentre l’esposimetro utilizza due fotocellule al silicio. La parte destra del frontale ospita solamente la spia luminosa dell’autoscatto mentre la parte sinistra ospita il pulsante di scatto, circondato dall’interruttore generale, il blocco della misurazione esposimetrica ed il selettore delle funzioni del motore S (per lo scatto singolo), C (per le sequenze a due scatti al sec) ed ST per l’impostazione dell’autoscatto.
Il mirino della Contax 137 MD mostra il valore del diaframma selezionato, l’intera scala delle velocità di otturazione con un diodo che indica la velocità selezionata, ed il numero delle pose scattate. L’alimentazione dipende da quattro batterie a stilo da 1.5 volt AA, alloggiate in un porta-batterie posto sul fondello della fotocamera.


1980 - Contax 137 MD Quartz
 

Alla Photokina del 1982 viene presentata una nuova versione della Contax 137 motorizzata, denominata Contax 137 MA, caratterizzata dalla stessa carrozzeria della Contax 137 MD, dallo stesso otturatore e circuito esposi metrico, con il motore che raggiunge la velocità massima di tre scatti al secondo e con la possibilità di selezione manuale delle velocità di otturazione fra 1 sec a 1/1000 di secondo. E’ identica nei comandi, nella alimentazione e nelle informazioni contenute nel mirino, ma risulta appena più leggera.

FAMIGLIA YASHICA FX
Ci sono otto fotocamere della serie Yashica FX, con la carrozzeria abbastanza simile a quella delle Yashica FR. La serie inizia nel 1975 con la presentazione del modello Yashica FX-1 (elettronica), un apparecchio automatico e manuale che utilizza il nuovo innesto degli obiettivi a baionetta, inaugurato con la Yashica-Contax RTS. Il mirino a pentaprisma non è intercambiabile ed ha un disegno del cappuccio diverso,  l’otturatore permette le velocità fra 1 secondo ed 1/1000 di secondo oltre alla posa B e la velocità di 1/125sec per il sincro-flash. Il controllo dell’esposizione è automatico a priorità del diaframma AE o manuale ed il circuito esposimetrico si basa su due fotocellule al CdS. Viene seguita nel 1976 dalla Yashica FX-2 (meccanica), con caratteristiche simili ma un po' più compatta.
La Yashica FX-3, presentata nel 1979, non deriva direttamente dal modello precedente, dal quale si discosta alquanto sia dal punto di vista estetico che meccanico, di nuovo ha l'otturatore con tendine metalliche ed un esposimetro con cellule al silicio invece che al CdS. Per un certo periodo si è visto in circolazione anche un modello della FX-3 ma con finiture cromate anziché nere.


1975 - Yashica FX1


1976 - Yashica FX2


1979 - Yashica FX3


1980 - Yashica FX-D Quartz


1982 - Yashica FX70

1984 - Yashica FX3 Super


1985 - Yashica FX103 Program


1987 - Yashica FX3 Super 2000

Il 1980 è l'anno della Yashica FX-D Quartz, che però ha ben poco a vedere con i precedenti apparecchi della serie FX ma ricorda molto di più la Contax 139 ed è in grado di utilizzare tutti i suoi obiettivi, ma costa quasi 1/3 in meno. È un modello che va letteralmente a ruba. Ne esistono tre distinte versioni: la prima è stata sostituita quasi subito dalla seconda serie, esternamente identica ma con un circuito elettronico completamente rinnovato, mentre la terza serie non ha variazioni interne ma la calotta ed il fondello sono in plastica nera invece che in metallo verniciato, sono quindi più leggere ma molto più resistenti a graffi e abrasioni.
La serie prosegue con la Yashica FX-70 del 1982 e la Yashica FX 103 Program del 1985. La Yashica FX3 viene successivamente aggiornata nella versione Yashica FX-3 Super (1984), dotata di un nuovo rivestimento e arricchita con alcuni dettagli tecnici ed ergonomici. Nel 1987 nasce la Yashica FX-3 Super 2000, con l'introduzione di alcune modifiche all'otturatore (portato a 1/2000sec) e con alcuni adeguamenti di contorno (per esempio l'adozione del bocchettone degli obiettivi in plastica). Vedi anche le tabelle obiettivi Yashica/Contax.

Passare a Kyocera

L'azienda Yashica continua ad avere alti e bassi. Nell'ottobre del 1983, la società viene posta sotto il controllo totale di un gruppo giapponese molto potente, la Kyocera Corp., gigante della ceramica e dell'elettronica, che prosegue la produzione dei marchi Contax e Yashica e snellisce molto la produzione, decretando anche la fine degli apparecchi serie FX.

CONTAX RTS II

Nel corso del 1982 ed in occasione del cinquantesimo del nome Contax, la Contax RTS viene modificata in alcune funzioni ed assume la sigla Contax RTS II o 2. Identica nella carrozzeria e nelle dimensioni, appena un poco più pesante con i suoi 735 grammi di peso, la Contax RTS2 viene modificata con l’aggiunta, attorno al pulsante per l’attivazione del circuito esposi metrico, della levetta per il blocco della misurazione esposimetrica, con la sostituzione dell’autoscatto meccanico con un autoscatto elettronico e con la sostituzione della tendina in stoffa con una tendina in titanio. Inoltre la Contax RTS2 viene equipaggiata con un oscillatore al quarzo per il controllo delle velocità di otturazione e con la possibilità di scattare con la velocità di otturazione meccanica pari ad 1/60 ed indipendentemente dallo stato di carica delle batterie. E’  possibile selezionare manualmente tutte le velocità di otturazione fra 4 sec ed 1/2000 di secondo.
La Contax RTS 2 in occasione del cinquantesimo anniversario viene realizzata in una versione speciale con le finiture dorate ed il rivestimento in pelle di lucertola.


1982 - Contax RTS II
 

CONTAX 159 MM

Alla Photokina del 1984 viene presentata la prima Contax elettronica che offre la possibilità di selezione automatica programmata, che viene individuata con la sigla Contax 159 MM (Multi Mode). La sua carrozzeria ricorda quella della Contax 139 ed è caratterizzata dal rigonfiamento della parte destra del frontale sagomato come una impugnatura. L’esposimetro utilizza una fotocellula al silicio.
L’otturatore a tendina metallica con lo scorrimento verticale offre le velocità in automatico fino a 60 secondi. Il selettore delle velocità diu otturazione è posto attorno al manettino di ribobinamento, e comprende la posizione A, per la selezione automatica, la posizione P, per l’esposizione programmata, e le posizioni PH e PL per una esposizione automatica programmata che privilegia rispettivamente le alte velocità ed i diaframmi chiusi. La selezione automatica del diaframma avviene con i nuovi obiettivi Carl Zeiss T Star della serie MM con il valore minimo del diaframma colorato in verde.


1984 - Contax 159 MM

Sulla parte destra del tettuccio, oltre alla leva di carica con la levetta per le esposizioni multiple ed al pulsante di scatto, è presente il grosso selettore con la correzione manuale dell’automatismo dell’esposizione. L’interruttore dell’autoscatto è elettronico con la spia luminosa ed è presente la levetta per la chiusura manuale del diaframma. I vetri di messa a fuoco sono intercambiabili e nel mirino è visibile l’intera scala delle velocità di otturazione oltre alla indicazione del valore del diaframma selezionato e della funzione o della correzione impostata. La Contax 159MM può montare un dorso datario Data Back D6, il motore W7, con la velocità massima di ripresa di 3 scatti al secondo.

Curiosità: Compatta Contax T

1984 - Contax T

1990 - Contax T2

1994 - Contax TVS

Nel 1984 viene presentata una compatta (in occasione del 50° Anniversario) con il nome Contax T ed il pulsante di scatto costituito da uno zaffiro sintetico Kyocera. Derivata concettualmente dalla Minox 35, è estremamente ridotta nelle dimensioni (98x67x33 mm) e nel peso (290 gr) ma la costruzione è in titanio quindi molto robusta e leggera. L'ottica è un Carl Zeiss Sonnar 38mm f/2.8 con trattamento T* e l'otturatore elettronico automatico offre le velocità da 8 sec. a 1/500. E' bella ma anche costosa.
Nel 1990 viene sostituita dal modello autofocus Contax T2 ma la carrozzeria cambia: non c'è più l'antina incernierata sul frontale e dispone di un motore incorporato, dell’autoscatto, del contapose e di un piccolo flash incorporato. Nel 1994 viene presentato un altro modello, denominato Contax TVS, che offre le stesse prestazioni ma è appena più lunga perché l'obiettivo è uno zoom Vario Sonnar 28-56mm f/3.5-6.5. Fra le diverse funzioni permette la riduzione del formato standard a panoramico 13x36mm, mediante due antine verticali.

 

CONTAX 167 MT
Alla Photokina del 1986 viene presentata una nuova fotocamera Contax equipaggiata con il motorino elettrico incorporato, individuata come Contax 167 MT. La carrozzeria è caratterizzata dalla presenza del rigonfiamento in funzione di maniglia sulla parte destra del frontale, dove si trovano anche la spia luminosa dell’autoscatto ed il pulsante per la chiusura manuale del diaframma. Sulla parte sinistra del tettuccio è presente il selettore delle funzioni del motore e dell’autoscatto con le posizioni S per lo scatto singolo, C per le sequenze con una velocità di ripresa fino a tre scatti al secondo ed ST per l’autoscatto. Sempre sulla parte sinistra del tettuccio è presente un grande display con le indicazioni della velocità di otturazione, del diaframma, della funzione e del contafotogrammi: due tasti permettono di impostare la funzione e la sensibilità del film. Sulla parte destra del tettuccio oltre al pulsante di scatto elettromagnetico con l’interruttore generale sono presenti l’anello per la correzione manuale dell’automatismo dell’esposizione ed i due selettori principali delle funzioni. Una levetta permette di commutare la misurazione della luce dalla media ponderata alla misurazione dell’area centrale ristretta e permette il blocco della misurazione esposimetrica.

Una levetta permette inoltre l’impostazione della funzione bracketing ABC per la realizzazione di tre scatti consecutivi con l’esposizione diversificata fino a più o meno due diaframmi. La Contax 167 MT permette l’automatismo completo AV della selezione della velocità di otturazione, permette l’automatismo completo TV della selezione del valore del diaframma, e permette la selezione automatica della coppia diaframma e velocità di otturazione secondo un programma standard P, secondo un programma HP che privilegia le velocità alte di otturazione e secondo un programma LP che privilegia il valore del diaframma più chiuso, oltre a permettere la selezione manuale M sia del valore del diaframma che della velocità di otturazione. Può essere accessoriata con il dorso datario D7, alimentato da due batterie al litio da 3 volt.

 


 1986 - Contax 167 MT

Curiosità: l'ABC

La nuova Contax 167 è ultraprogrammata, bimotorizzata, con due display e possiede l'A.B.C. Cos'è?  
Un automatismo col sistema più antico: scattando tre foto invece di una ABC, cioè Auto Bracketing Control permette di ottenere una sequenza di tre fotogrammi con una sottoesposizione e una sovraesposizione regolabile da 1/2 a 1,5 EV, a seconda del programma utilizzato. Il primo sottoesposto, il secondo corretto, il terzo sovraesposto: in questo almeno uno dei tre è sicuramente esposto bene!

AUTOFOCUS YASHICA
Nel 1986 viene presentata la Yashica 230 AF, la prima reflex autofocus prodotta dalla Kyocera. Si tratta di un apparecchio sofisticato, dotato di un motore incorporato, con la messa a fuoco automatica e svariate possibilità di esposizione: programmi, automatismi vari ed impostazione manuale del tempo e del diaframma. Gli obiettivi Yashica AF disponibili sono una decina, sia con la focale fissa che zoom.
La Yashica 230 AF è caratterizzata da linea squadrata e dimensioni generose, ma risulta molto più leggera di quanto si potrebbe immaginare. Il motivo è presto spiegato: pochissime parti sono realizzate in alluminio, dove è richiesta una maggiore precisione costruttiva, ed il resto è in policarbonato, una materia plastica analoga a quella impiegata per i caschi dei motociclisti. Il colore non è nero ed è insolito: grigio con riflessi azzurri.
Il mirino è luminoso e il display a cristalli liquidi informa circa l'automatismo impostato, la velocità di otturazione ed il diaframma, la sovra e sottoesposizione, il pronto flash e la sensibilità della pellicola. L'esposizione corretta può essere selezionata in vari modi: P (programmato), AT e AE (automatismo a priorità dei tempi e quello a priorità dei diaframmi), M (manuale, da 16 secondi a 1/2000 di sec), oltre alla solita posa B. Le velocità di otturazione sono tutte molto precise perché controllate da un circuito al quarzo.
La fotocamera utilizza il sistema  TRAP-focus, una possibilità esclusiva: l’otturatore scatta solamente quando un soggetto entra nella zona di messa a fuoco stabilita. L'alimentazione della fotocamera viene fornita da una pila al litio da 6 volt, alloggiata all'interno dell'impugnatura. Lo stato di carica può essere controllato con facilità: un segnale sul display esterno inizia a lampeggiare quando la tensione ha raggiunto il livello di guardia. La Yashica 230 AF dispone anche di un piccolo lampeggiatore ausiliario, che calza sul pentaprisma come un guanto: si chiama CS 110, pesa 50 grammi, è dotato di numero guida 11 e viene alimentato direttamente dalla stessa pila della fotocamera, però non è TTL.


1986 - Yashica 230 AF


1987 - Yashica 200 AF


1991 - Yashica 270 AF


1994 - Yashica 300 AF

A circa un anno di distanza viene presentata la nuova Yashica 200 AF che presenta qualche differenza ed è completamente nera. A parte la differenza cromatica, il corpo macchina è ugualmente in policarbonato, mentre le parti interne, dove è richiesta una maggior precisione costruttiva, sono in alluminio. Le dimensioni sono le stesse, anche se si nota qualche differenza costruttiva (la 200 AF ha gli spigoli un po' più arrotondati e una maggior sporgenza dell'impugnatura laterale), così come anche il peso di circa 527 grammi (solo tre grammi di differenza). Comunque sono abbastanza simili fra loro. Per l’esposimetro viene utilizzata una sola fotocellula al silicio, contro le due della 230 AF, e la luce che passa attraverso l'obiettivo viene misurata su tutta la superficie inquadrata, con prevalenza della zona centrale sui bordi. Manca invece la possibilità di misurare solo la luce presente al centro, ossia di effettuare misurazioni spot. Un'altra differenza riguarda l'alimentazione, assicurata da quattro comunissime batterie stilo AAA.
Alla Photokina del 1988 viene presentato un altro modello Yashica 210 AF, quasi una copia dei modelli precedenti. La carrozzeria è appena diversa, mentre tutto il resto è sempre lo stesso.
Nel 1991 viene presentata la innovativa Yashica 270 AF (battezzata 230 AF Super solo in America) con il modulo TRAP-focus e la possibilità di limitare la distanza fino a circa 3 metri. Viene alimentata da una batteria al litio da 6 volt del tipo "2CR5", con una durata buona ma piuttosto costosa. L'ultimo modello AF viene presentato nel 1994, viene denominato Yashica 300 AF, utilizza un corpo più tondeggiante ed un'impugnatura più accattivante ma con differenze trascurabili nella sostanza funzionale e meccanica. La novità più importante è costituita dai contatti elettronici presenti sul bocchettone di innesto delle ottiche, dieci contatti che anticipano la "comunicazione" tra corpo macchina e le ottiche "AF Power Zoom".
Gli obiettivi autofocus disponibili sono Yashica AF 24/2.8, 28/2.8, 50/1.8, 60/2.8 macro, e sei zoom. E' possibile utilizzare gli obiettivi Yashica e Contax ma perdendo l'automatismo della messa a fuoco. Vedi la tabella Yashica/Contax.
Purtroppo le Yashica AF sono state messe sul mercato con un certo ritardo rispetto alla concorrenza, che disponeva all’epoca anche una selezione più ampia di obiettivi compatibili.

SERIE MULTIPROGRAM
Nel 1988 viene messa sul mercato una reflex 35mm Yashica 107 MP, (Multi Program). La linea del nuovo apparecchio è spigolosa ma non squadrata, tutti gli spigoli sono smussati, dalla sporgenza del pentaprisma alla considerevole sporgenza dell'impugnatura, una impugnatura larga che contrasta con le dimensioni relativamente contenute dell'insieme. La carrozzeria è in policarbonato, la sagoma del pentaprisma è incassata, con i lati che degradano lentamente e il frontale fortemente smussato sul davanti. Sulla sua sommità è presente la slitta del flash, dotata di un buon numero di contatti, necessari a far funzionare il lampeggiatore dedicato.


 1988 - Yashica 107 MP


 1989 - Yashica 108 MP

1990 - Yashica 109 MP

La Yashica 107 MP è una fotocamera sofisticata, equipaggiata con un motore incorporato ed un programma che permette di scegliere fra vari tipi di modalità di impiego: standard, LP e HP. Il programma LP privilegia i tempi di posa più lunghi rispetto al programma standard, a favore dei valori del diaframma più chiusi,  per immagini con una maggiore profondità di campo, in condizioni di illuminazione abbastanza intensa. Con il programma HP invece si ottiene l'esatto contrario: velocità più alte e diaframmi più aperti, per evitare il pericolo di immagini mosse quando si fotografano soggetti in movimento o si utilizzano obiettivi con focale relativamente lunga. L’esposimetro utilizza due fotocellule al silicio ed ha un campo di misurazione EV 2-19, la sensibilità del film può essere impostata fra 25 a 3200 ISO. L'otturatore è del tipo a tendine che scorrono verticalmente sul piano focale. Le velocità di otturazione sono tutte controllate da un circuito al quarzo e risultano, di conseguenza, piuttosto precisi. La gamma delle velocità disponibili va da 1 secondo a 1/2000, oltre alla posa B. L'alimentazione elettrica dell'apparecchio viene fornita da 4 pile a microstilo AAA alloggiate all'interno dell'impugnatura. Dimensioni 149x93x52 mm, peso circa 500g.
Ad un anno di distanza viene presentato un secondo modello Yashica 108 MP che si differenzia soprattutto per una nuova circuitazione interna ed offre una maggior varietà di modalità di esposizione. Oltre all'impostazione manuale dei tempi di posa e dei diaframmi, è possibile selezionare l'automatismo a priorità dei diaframmi oppure impostare uno dei due programmi (Normal e High Speed) con cui la fotocamera sceglie sia la velocità che il valore del diaframma. Alla fine, nel 1990, viene presentato il modello Yashica 109 MP di colore è nero-argento ed un poco più grande e pesante (dim. e peso 150.5x95.5x62 mm, 510grami). La Yashica 109 MP possiede il riavvolgimento motorizzato della pellicola esposta, e si alimenta con quattro pile AA . La linea 107MP/108MP/109MP non ottiene un grande successo commerciale, e rimane in produzione fino alla sua soppressione nel 2002.

Curiosità: Samurai al verticale


 1988 - Samurai X3


1989 - Samurai X4


1990 - Samurai Z


 1990 - Samurai ZL


1998 - Samurai 4000 IX

Alla Photokina del 1988 viene presentata la prima fotocamera dalla forma avveniristica, caratterizzata da uno strano ma comodo modo di impugnarla: la Yashica Samurai X3.0, una via di mezzo fra le reflex e le compatte. Si caratterizza innanzi tutto per la forma verticale ed assomiglia più a una cinepresa che a una reflex, utilizza le pellicole 135 ma per fotogrammi che sono la metà del formato tradizionale e misurano 18x24 mm, come i fotogrammi del cinema. L'obiettivo è fissato all'interno del corpo ed è uno zoom grandangolare-tele 25-75mm f/3.4-4.3. Trattandosi di una fotocamera per il mezzo formato, l’escursione focale corrisponde a 35-105 mm nel 24x36mm.  L’obiettivo sporge appena dalla  carrozzeria solo focheggiando alla distanza minima di messa a fuoco. La zoomata viene comandata da un paio di pulsanti, proprio come nelle cineprese video. La messa a fuoco è automatica, l'avanzamento della pellicola è motorizzato, l'esposizione è programmata. A tutto questo si aggiunge un piccolo flash incorporato e, dulcis in fundo, un dorso datario. Sei mesi più tardi viene seguita da un altro modello Yashica Samurai X4.0,  con prestazioni analoghe, a parte l'obiettivo 25-100mm f/3.8-4.8 ed un flash più potente. Nel 1990 viene presentata una novità, la Yashica Samurai Z, che si impugna da destra come le altre, ma è accompagnata da un modello analogo, la Yashica Samurai ZL, che si impugna invece con la mano sinistra, trattandosi di una versione per mancini. Si tratta comunque di fotocamere assolutamente uguali, anche se l'una sembra l'immagine riflessa nello specchio dell'altra. Le nuove Samurai sono leggermente più compatte delle precedenti versioni (misurano 63x108x118 mm) e più leggere (460 grammi) e sono dotate di un mini-lampeggiatore incorporato, che emerge automaticamente dalla parte superiore dell'apparecchio. Il sistema autofocus è completamente rivisto e corretto, quindi più veloce e sensibile, arrivando a funzionare dal limite minimo di 2 EV. Nel 1998 l'ultima Yashica Samurai 4000 IX, ricorda la forma delle precedenti, ma invece della pellicola 35mm tradizionale utilizza la tecnologia Advanced Photo System o APS, i caricatori sono diversi, ed i fotogrammi misurano solo 16,7x30,3mm. L'esposizione è automatica programmata (con velocità da 3 secondi ad 1/500), l'obiettivo è uno zoom 30-120 mm f/4,5-9,9, le dimensioni sono 59x81x110 mm e pesa 295 grammi senza pile.

CONTAX RTS III
Nel 1990 la Contax RTS2 viene sostituita dal modello Contax RTS III che incorpora il motore di avanzamento del film, monta un otturatore del tipo a tendine controllato elettronicamente e fornisce una gamma di tempi di posa che va da 32 secondi a 1/8000, sincronizzato con il flash con la velocità di 1/250 di sec. La Contax RTS III incorpora inoltre un sistema di aspirazione della pellicola che ne assicura la planeità quasi perfetta. Si caratterizza per la sagoma alta e massiccia dovuta alla presenza del motore, per la sagomatura della carrozzeria che forma una impugnatura laterale, e per un secondo pulsante di scatto laterale per le inquadrature verticali.


1990 - Contax RTS III

 

 

La strumentazione posta sul tettuccio si compone  di 11 elementi, fra pulsanti, bottoni, leve, pulsanti. Sulla destra vi sono l’attivazione dell’esposimetro e la leva per il sollevamento manuale dello specchio, il pulsante di scatto elettromagnetico con l’interruttore generale, il bottone per l’impostazione manuale della sensibilità della pellicola fra 6 ASA e 6400 ASA, la correzione manuale dell’esposizione -/+2 e la funzione bracketing -/+ 0.5 e 1 per tre scatti. Un secondo bottone permette la selezione della funzione S per lo scatto singolo, CL per le sequenze lente fino a tre scatti al secondo e CH per le sequenze veloci fino a cinque scatti al secondo, per le riprese multiple e per l’autoscatto con un ritardo di due o di dieci secondi. E’ presente anche un display che funge da contapose.
Il lato sinistro ospita il selettore delle velocità di otturazione fra 4secondi ed 1/8000
  con le velocità sincronizzate con il flash di1/125 o 1/250 di secondo, il selettore delle funzioni (AV per la selezione automatica della velocità di otturazione, TV per la selezione automatica del diaframma, M per la selezione manuale del diaframma e della velocità di otturazione e B per la posa), il pulsante per la chiusura manuale. Il dorso della Contax RTS 3 è predisposto per la registrazione dei dati.

Nel mirino, oltre alla scala delle velocità di otturazione, sono presenti le indicazioni relative al valore del diaframma, della funzione selezionata, del numero di scatti effettuato, della eventuale compensazione esposimetrica e del tipo di misurazione selezionata. Il mirino permette la sostituzione del vetro di messa a fuoco, incorpora un sistema di correzione diottrica ed una tendina di protezione contro le luci parassite. La Contax RTS III viene alimentata da sei batterie a stilo da 1.5 volt, sostituibile con una batteria da 6 volt o da accumulatori ricaricabili. La nuova reflex e' dotata di motore incorporato e pesa un po' più di un chilo, con delle dimensioni di 156x66x121 mm.

Curiosità: medioformato Contax 645

La tipologia delle reflex monobiettivo dalla forma vagamente cubica per il formato 4,5x6cm viene riscoperta nel 1975 dalla Mamiya con il modello M-645. Un anno più tardi  nasce la Zenza Bronica ETR che si propone come sua antagonista. Nel 1984 viene presentata la Pentax 645 e, nel 1990, l'ultima fotocamera di questo tipo, la Contax 645. La fotocamera di formato 4.5x6cm è completa di un sistema autofocus, un motore elettrico incorporato, un sistema che assicura la planeità del film, un otturatore da 1/4000 ed un sistema di obiettivi intercambiabili Carl Zeiss. Viene costruita con materiale leggero e robusto, di notevole spessore ed elevata resistenza, e tutti i contatti sono placcati in oro per renderli resistenti alla corrosione.
L'autofocus ha una velocità più che sufficiente, in confronto alle reflex 35mm, ed è molto preciso e silenzioso, la rumorosità è contenuta, lo specchio ed il motore sono relativamente silenziosi.


1990 - Contax 645

 

Il pentaprisma MF-1 è grande, il mirino è ampio, luminoso e ricco di informazioni, lo schermo di messa a fuoco è intercambiabile. L'otturatore sul piano focale ha una velocità massima pari a 1/4000 di secondo con la sincronizzazione a 1/90. Il magazzino intercambiabile evita le manovre di caricamento e sostituzione della pellicola. L'esclusivo sistema RTV di aspirazione della pellicola, basato su di un piatto in ceramica, assicurare la massima planerà della pellicola ed è molto preciso. L'esposimetro è affidabile e si possono scegliere le impostazioni a priorità tempi, a priorità del diaframma, manuale e TTL flash. I tempi possono essere selezionati sia automaticamente (32 sec-1/4000 sec.) che manualmente (8 sec-1/4000 sec., posa B e X = 1/90 sec).

Sono possibili la compensazione dell’esposizione - tra + 2 EV. ed il noto sistema ABC o Auto Bracketing. L'alimentazione è fornita da una pila 2CR5 litio da 6 volt. La fotocamera si impugna bene ma è pesante (1550g più la batteria), le dimensioni del solo corpo completo di pentaprisma MF1 e dorso sono di 141x138.5x145.5 mm,.
Gli obiettivi Zeiss disponibili sono relativamente pochi:
vedi
obiettivi Yashica/Contax

CONTAX ST e S2

Nel 1992 viene presentata la nuova fotocamera Contax ST con il motore elettrico incorporato, che utilizza un otturatore a tendina con lo scorrimento verticale fra 16 secondi ed 1/6000, oltre alla posa B e con il flash sincronizzato ad 1/250 di secondo. Si caratterizza per una linea sobria con la sporgenza sulla parte destra del frontale in forma di maniglia e con il pulsante per la chiusura manuale del diaframma. Sulla parte sinistra del tettuccio è presente il grosso selettore delle velocità di otturazione, insieme alla levetta per la selezione del modo di funzionamento, AV per la selezione automatica della velocità di otturazione (priorità del diaframma), TV per la selezione automatica del valore del diaframma (priorità dell’otturatore), P per la selezione programmata del diaframma e della velocità di otturazione, M per la selezione manuale del diaframma e della velocità di otturazione e B per la posa. Sulla parte destra del tettuccio attorno al pulsante di scatto elettromagnetico è presente l’interruttore generale ed è presente il selettore per la misurazione esposimetrica media ponderata o ristretta all’area centrale e per il blocco della misurazione esposimetrica. Sulla stessa parte del tettuccio è presente il selettore per la correzione manuale della esposizione automatica e per l’impostazione della funzione di bracketing per tre esposizioni in sequenza con la diversificazione dell’esposizione fino ad un valore del diaframma in più o in meno.

1992 - Contax ST

 

L’oculare del mirino può essere chiuso da una tendina e può essere regolato per la correzione diottrica. Il mirino mostra l’intera scala delle velocità di otturazione fra un secondo ed 1/4000 di secondo, indica il valore del diaframma selezionato, il tipo di misurazione impostata ed il numero degli scatti effettuati. L’esposimetro con due fotocellule al silicio ha un campo di misurazione fra EV 4 ed EV 20. L’alimentazione della Contax ST dipende da quattro batterie ministilo da 1.5 volt.

1992 - Contax S2

 

 

Sempre al Photokina del 1992 viene presentato un altro modello di reflex 35mm equipaggiata con un otturatore completamente meccanico, realizzata in titanio con la finitura esterna di colore argentato: la Contax S2. E' lunga 135mm, alta 89mm e pesante 565 grammi. Ha i comandi disposti in maniera tradizionale: la leva di carica, il pulsante filettato di scatto, con il blocco di sicurezza, ed il selettore delle velocità sulla parte destra del tettuccio, il manettino di ribobinamento con il disco per la selezione della sensibilità del film fra 12 ASA e 6400 ASA sulla parte sinistra mentre del frontale c'è la levetta per il caricamento del meccanismo dell’autoscatto. Una finestrella posta sul dorso permette di verificare la presenza del caricatore e la sensibilità del film.
L’otturatore del tipo a lamelle metalliche con lo scorrimento verticale veloce offre tutte le velocità di otturazione, fra 1 secondo
  ed 1/4000, oltre alla posa B, e la sincronizzazione con il flash ad 1/250 di secondo.

La misurazione della luce avviene sulla zona centrale dell’inquadratura e nel mirino la corretta esposizione viene segnalata per mezzo di diodi luminosi che indicano la velocità di otturazione impostata ed i segnali di sovra e sotto esposizione. La Contax S2 offre la possibilità delle doppie esposizioni intenzionali con una levetta posta di fianco alla leva di carica e permette la chiusura manuale del diaframma con un pulsante posto in basso sulla parte destra del frontale. L’alimentazione è fornita da due batterie da 1.5 volt alloggiate nel fondello.
Per celebrare in qualche modo i sessanta anni del marchio Contax viene messa in produzione una serie limitata della Contax S2, che porta incisa sul frontale la scritta Contax 60 Years, utilizza una carrozzeria di un colore grigio più scuro e la misurazione della luce sull’intera area inquadrata, con prevalenza all’area centrale. La produzione delle Contax S2 si interrompe nel 2000.

 

FAMIGLIA CONTAX "X"


1994 - Contax RX

 

 

Nel 1994 la serie delle reflex 35mm Contax viene incrementata con la presentazione della Contax RX, caratterizzata da una sagoma simile a quella della Contax ST, ma anche della informazione nel mirino della corretta messa a fuoco.  Nel mirino un ampio display mostra il numero degli scatti effettuati, il tipo di misurazione selezionato, la compensazione dell’esposizione, i valori del diaframma e della velocità di otturazione, oltre al segnale di messa a fuoco corretta o errata. L’oculare del mirino offre la possibilità di regolazione diottrica e gli schermi di messa a fuoco sono intercambiabili. La Contax RX incorpora il motore di avanzamento del film e monta un otturatore elettronico che offre le velocità di otturazione fra 16 secondi ed 1/4000, oltre alla posa B e il sincro flash di 1/125 di sec.
Sulla parte destra del frontale, sagomato a maniglia sporgente, sono presenti il pulsante per l’attivazione e la leva per la chiusura manuale, oltre alla spia luminosa dell’autoscatto. Un display posto indica le impostazioni selezionate, sempre a destra, il bottone con la funzione bracketing, il selettore per la misurazione media ponderata o ristretta centrale, e per le funzioni del motore S (scatti singoli), C (sequenze fino a 3 scatti al sec), scatti multipli e dell’autoscatto.

Sulla parte sinistra sono presenti il grosso selettore delle velocità fra 4 secondi ed 1/4000, oltre alla levetta per le funzioni AV (selezione automatica della velocità di otturazione), TV (selezione automatica del valore del diaframma), P (selezione programmata), M (selezione manuale), X (sincronizzazione con il flash) e B per la posa. Il campo di misurazione della luce varia fra EV 1 ed EV 20 con la misurazione media ponderata e fra EV 5 ed EV 20 con la misurazione sull’area centrale ristretta. Il dorso staccabile offre la possibilità di registrazione dei dati e l’alimentazione è fornita da una batteria da 6 volt alloggiata nel fondello. Dimensioni è lunga 151mm, è alta 105mm e pesa 810 grammi.
Due anni più tardi viene presentata la fotocamera Contax AX caratterizzata dalla possibilità di messa a fuoco automatica mediante lo spostamento del piano pellicola, mantenendo gli obiettivi Carl Zeiss dotati della tradizionale messa a fuoco manuale. La Contax AX si caratterizza anche per le dimensioni ed i pesi generosi. Lo spessore della fotocamera è maggiorato a causa del piano mobile della pellicola ed arriva a 72mm.

La Contax AX incorpora il motore di avanzamento del film ed un otturatore elettronico con velocità fra 32 secondi ed 1/6000. Sulla parte destra del frontale, oltre ai pulsanti per l’attivazione dell’esposimetro e per la chiusura manuale del diaframma, è presente un illuminatore per la rilevazione della distanza del soggetto. Sulla parte sinistra del tettuccio è presente il grosso selettore delle velocità di otturazione oltre alla levetta per le funzioni, con le posizioni AV, TV, P, M, X e B per la posa (come la Contax RX). Sulla parte destra del tettuccio, oltre al pulsante di scatto elettromagnetico con l’interruttore generale ed il blocco della misurazione esposimetrica, sono presenti il selettore per la correzione manuale dell’automatismo dell’esposizione con la funzione bracketing, il selettore per la misurazione e per le funzioni del motore S (scatti singoli), CL (sequenze fino a tre scatti al secondo), CH (sequenze rapide fino a 5 scatti al sec), scatti multipli e autoscatto (ritardo di 2 o  10 secondi).

1996 - Contax AX

La sensibilità viene impostata automaticamente con i caricatori DX e manualmente fra 6-6400 ASA per mezzo di due pulsanti e di un display posto sulla parte destra del tettuccio. L’oculare del mirino offre la possibilità di regolazione diottrica e gli schermi di messa a fuoco sono intercambiabili.

Curiosità: Contax G a telemetro

Nel 1994 la società Kyocera presenta un fotocamera a telemetro aggiornata con le ultime tecnologie: la Contax G1, piccola e leggera, motorizzata, dotata di messa a fuoco automatica e corredata con obiettivi intercambiabili Carl Zeiss. Il fondello e la calotta sono in titanio, la fotocamera misura 134x78x43 mm e pesa 455 (solo corpo). L'otturatore è elettronico a tendina con le velocità fino a 1/2000 di sec, il motore  permette  l’avanzamento della pellicola con lo scatto singolo o continuo, un esposimetro TTL con fotocellula al silicio permette l’automatismo dell’esposizione. Un display mostra tutte le funzioni come il contapose, lo stato della batteria, autoscatto o esposizioni multiple. Gli obiettivi hanno nomi noti, come Sonnar, Planar, Biogon e Tessar, ed utilizzano un esclusivo innesto a baionetta di 29 mm. Fra gli accessori vi sono un dorso datario, un flash dedicato ed un anello di conversione per l’impiego degli obiettivi delle Contax reflex. Vedi le tabelle dei obiettivi Yashica/Contax.

1994 - Contax G1

 

 

1996 - Contax G2

Nel 1996 La Contax G1 viene affiancata dalla Contax G2, ancora con funzioni automatiche personalizzabili, un otturatore che raggiunge il 1/6000 sec, ed un motore veloce per 4 fotogrammi al secondo.
Nel 1997 viene presentata la fotocamera compatta Contax Tix per caricatori APS, dotata di un automatismo a priorità dei diaframmi o programmato, di un otturatore centrale con velocità da 15 sec a 1/1000 sec, un sistema autofocus da 156 punti ed il flash incorporato.

CONTAX ARIA
Nel 1998 viene presentata l’ultima delle fotocamere reflex Contax con la messa a fuoco manuale, la Contax Aria caratterizzata da dimensioni e pesi contenuti, nonostante la presenza del motorino di avanzamento del film incorporato. La fotocamera si caratterizza anche per un frontale libero dai comandi, ad eccezione della sporgenza della maniglia e del pulsante per la chiusura manuale del diaframma. L’otturatore elettronico è analogo a quello della Contax RX con velocità fra 16 secondi ed 1/4000, la posa B e sincro 1/125 di sec. Sulla parte sinistra del tettuccio è presente il grosso selettore delle velocità di otturazione oltre alla levetta per le funzioni AV, TV, P, M, X e B per la posa. A destra vi sono il pulsante di scatto, il selettore OFF-ON-AE ed un bottone per la correzione manuale e per l’impostazione della funzione di bracketing. La regolazione della sensibilità del film con i caricatori privi del codice DX viene impostata manualmente fra 6 ASA e 6400 ASA per mezzo di due pulsanti e di un display posto sulla parte destra del tettuccio, ed anche la regolazione delle funzioni del motore incorporato avviene per mezzo dei pulsantini, sulle posizioni S per lo scatto singolo, C per le sequenze fino a tre scatti al secondo e ST per l’autoscatto.

Il mirino mostra i valori della velocità di otturazione e del diaframma, la funzione selezionata, il tipo di misurazione selezionata, l’eventuale compensazione dell’esposizione ed il numero dei fotogrammi esposti. La misurazione della luce avviene su cinque settori con il calcolo automatico della media risultante, oppure con il sistema della media ponderata al centro o con il metodo sull’area ristretta centrale, con fotocellule al silicio ed un campo di misurazione fra EV 2 ed EV 20. Gli schermi di messa a fuoco sono intercambiabili (FU-3, FU-4, FU-4, FU-5 e FU-6) ed il dorso staccabile può essere sostituito con un dorso datario Data Back D9. L’alimentazione della Contax Aria da due batterie al litio da 3 volt, tipo CR2.

1998 - Contax ARIA

Curiosità: il nome "aria"

Molti marchi commerciali di fotocamere vengono individuati con sigle alfabetiche, numeriche o alfanumeriche (ad es. Nikon F2, F3,  Canon T80, T90, Zeiss SL 701, ed anche naturalmente Yashica 107MP, 108MP o Contax 159MM, 167MT, ecc).
La Kyocera decide invece, per una volta, di utilizzare un nome proprio, facilmente memorizzabile (come per esempio nell’industria automobilistica
  le FIAT Panda, Uno, Croma, etc.). Il nuovo modello Contax si caratterizza per dimensioni e pesi contenuti, nonostante la presenza del motorino di avanzamento del film incorporato ed, alla fine, viene scelto il nome "ARIA" perché semplice e breve, di facile lettura.
Durante la Photokina del 1998 viene presentata al pubblico con grande enfasi il nuovo marchio "Contax Aria".
Però l'accoglienza della critica e del pubblico, forse ancora troppo legato alla individuazione dei prodotti per mezzo di sigle e numeri, fu negativa. Per questo vengono abbandonati i nomi, e neppure due anni più tardi anni, il nuovo modello viene battezzato Contax N1.

LE ULTIME CONTAX
Dopo avere sperimentato sulle Contax RX la messa a fuoco assistita, con le indicazioni nel mirino e sulle Contax AX un sistema di messa a fuoco automatica con gli obiettivi tradizionali, basando l’automatismo sullo spostamento del piano focale e della pellicola, la società Kyocera mette in produzione nel 2000 un nuovo modello di reflex autofocus, provvisto di un più tradizionale motorino per la messa a fuoco automatica, realizzando per questo una nuova serie di obiettivi speciali.


2000 - Contax N1

 
confronto N1 e 139

 

La Contax N1 incorpora il motore per l’avanzamento della pellicola ed offre la possibilità di messa a fuoco automatica singola, continua, con l’autoscatto (2 e 10 sec), o con il blocco della messa a fuoco (rilevamento su 5 punti) e per le condizioni di luminosità. Il cappuccio del pentaprisma è largo e schiacciato sulla parte destra si trova l’interruttore generale, posto attorno al pulsante di scatto, con le posizioni OFF, ON e AE-L (blocco AE).
Sulla parte sinistra del tettuccio si trova il selettore delle velocità di otturazione completo delle posizioni AV (selezione automatica della velocità),  TV (selezione automatica del diaframma), P (programma della coppia velocità/diaframma), M (selezione manuale), X (sincro flash a 1/125) oltre alla posa B.
Il sistema di misurazione della luce può essere selezionato fra il tipo medio ponderato, selettivo o valutativo e con la possibilità di correzione manuale dell’esposizione fra due diaframmi in più o in meno. Il mirino possiede la correzione diottrica ed offre nella barra inferiore numerose indicazioni sul pannello a cristalli liquidi, e lo schermo di messa a fuoco è intercambiabile. Il pulsante per lo sblocco degli obiettivi, diversamente dalle altre Contax, si trova sulla parte sinistra del frontale.
Molte funzioni della Contax N1 sono personalizzabili, come l’intervallo del bracketing dell’esposizione o della messa a fuoco, l’esclusione del blocco dell’esposizione, la funzione dell’illuminatore ausiliario ed altre. L’alimentazione elettrica è assicurata da una batteria al litio da 6 volt del tipo 2CR5.

La Contax N1 viene seguita nel 2002, dalla fotocamera più economica Contax NX, più corta e più bassa (142mm x 113mm) e decisamente più leggera (605 grammi che salgono a 625 con il dorso datario). L’otturatore va da 32 secondi ad 1/4000, oltre alla posa B e con la sincronizzazione X ad 1/125. La messa a fuoco avviene ancora su 5 punti e l’esposizione automatica può essere P, AV, TV, M o automatica con il flash TTL. Il motore incorporato può effettuare lo scatto singolo, la sequenza (circa di 2 scatti al secondo), o comandare l’autoscatto.
La misurazione della luce può essere effettuata con la media ponderata al centro, con il sistema valutativo, o su aree selezionate. La strumentazione della Contax NX è ridotta, rispetto a quella del modello professionale, un piccolo flash incorporato con il numero guida 13.5 è posto sotto il cappuccio del pentaprisma, ed un selettore posto sulla parte sinistra del tettuccio serve per la selezione delle funzioni (verde, SET, ISO, e CF per la personalizzazione).
Due piccoli pulsanti selezionano i modi di funzionamento, mentre sul dorso della fotocamera si trovano un tasto per la selezione dei modi e l’impostazione delle velocità di otturazione, la leva per la selezione del punto di messa a fuoco, ed il bottone per la selezione del modo di messa a fuoco, singolo o continuo.
La Contax NX si alimenta con due batterie al litio da 3 volt tipo CR2.


2002 - Contax NX
 

Permette numerose funzioni, dal bracketing automatico dell’esposizione al comando a distanza, dalla selezione automatica della sensibilità con i caricatori codificati DX, al blocco dell’esposizione, e mostra nel mirino una serie di dati, mentre altri dati sono visibili sul pannello posto sulla parte destra del tettuccio.

Curiosità: La foto dei dentisti

Il produttore leader di apparecchiature odontoiatriche, Tokyo Shizaisha Co. Ltd, commercializza negli anni Settanta una apparecchiatura Yashica Oral Eye, costituito dalla fotocamera compatta Yashica Electro 35 modificata, equipaggiata con un obiettivo 55mm f/4 macro incorporato in un flash anulare e con l’alimentatore elettrico. Prevista per l’impiego della pellicola da 64 ASA, il corredo comprende un filtro a densità neutra per l'uso della pellicola da 100 ASA. Alla Photokina del 1984 viene presentata la fotocamera reflex Yashica Dental Eye, che la sostituisce, basata su di una fotocamera reflex Yashica FX-3 Super modificata, equipaggiata con un obiettivo fisso 55mm f/4.0 macro incorporato nel flash anulare, previsto per riprese ravvicinate con rapporti di ingrandimento da 1:1 a 1:10, oltre che con un dorso datario speciale . Nel 1998 viene presentata la Yashica Dental Eye 2, che utilizza un corpo Yashica 107MP, motorizzato ed un obiettivo Macro 100mm f/4 incorporato nel  flash anulare. Nel 2004 viene sostituita dalla Yashica  Dental Eye 3, più piccola ed equipaggiata con lo stesso obiettivo è 100mm f/4 macro incorporato nel solito flash anulare.


 1966 - Oral Eye


1984 - Dental Eye


1998 - Dental Eye 2


2004 - Dental Eye 3

Alla Photokina  del 2000, viene presentato io prototipo della fotocamera reflex digitale Contax N Digital, elaborata sulla base della Contax N1. Il 25 aprile del 2005 Kyocera annuncia la fine interrompe della produzione delle fotocamere Contax-Yashica per pellicola.
Alla fine, nel 2008, la Kyocera vende il marchio Yashica allo Jebsen Group & C. di Hong Kong, che con questo nome mette in commercio fotocamere, videocamere, cornici e altri prodotti digitali.

LA LISTA DEI MODELLI

DATA

REFLEX 35mm

VARIE

NOTE

1945

 

- - -

orologi e oltre

1953

 

Pigeonflex

TLR= Twin Lens Reflex

1957

 

Yashica Mat

TLR

1958

 

Yashica 44

TLR - 127film

1959

 

Nicca 33/Yashica YE

 

1960

Pentamatic

 

il primo reflex 35mm

1961

Pentamatic II

 

 

1962

Pentamatic S, Penta J

 

 

1963

Penta J-3

 

 

1964

Penta J-P, Penta J-5

Yashica 35 EE

 

1966

Penta J-7

Yashica Electro 35

 

1967

Yashica TL

Yashica Oral Eye

scientifico

1968

Yashica TL Super

Yashica Mat 124G

 

1969

Yashica TL Electro X

 

 

1970

Yashica TL Electro X ITS, TL E

 

 

1972

Yashica TL Electro, Electro AX

 

 

1974

Contax RTS, Yashica FX-1

 

 

1976

Yashica FX-2, FR

 

 

1978

Contax 139 Quartz, Yashica FX-3, Yashica FR-1, FR-2

 

 

1980

1978 Contax 137 MD Quartz, Yashica FX-D Quartz

 

 

1982

Contax RTS II, 137 MA Quartz, Yashica FX-70 Quartz

Yashica Dental Eye

scientifico

1983

<= = =>

<===>

gruppo Kyocera totale

1984

Contax 159 MM, Yashica FX-103 Program

Contax T

compatta

1986

Contax 167 MT, Yashica 200 AF e 230 AF, FX-3 Super 2000

 

 

1988

Yashica 107 Multi-program, Samurai X3.0

 

Bridge

1989

Yashica 108 Multi-program, Samurai X4.0, Samurai Z e ZL

 

 

1990

Contax RTS III, Yashica 230 AF Super

Contax 645, Contax T2

medioformato

1992

Contax S2, Contax ST

 

 

1994

Contax RX, Yashica 300 AF

Contax G1, Contax TVS

telemetri

1996

Contax AX, Yashica 109 MP

Contax G2

 

1998

Contax Aria

Yashica Dental Eye 2

scientifico

2000

Contax N1

 

 

2002

Contax NX

Yashica Dental Eye 3

scientifico

2005

Kyocera: chiude le camere delle pellicole delle

 Yashica e Contax

 

A volte la data di presentazione di fotocamere anticipate alla Photokina (che si tiene a settembre) non coincide con la data di commercializzazione delle stesse fotocamere, che generalmente inizia nel corso dell'anno successivo.

Testo: la storia Yashica di Danilo Cecchi e Candido Scocco
Bibliografia: "50 fotocamere senza segreti" e l'estratto di fotografare e Almanacco
Immagini e ritoccate: captainchaoz.talktalk.net (10), camerapedia.wikia.com (6), flickr.com (5), fotobox.over-blog.fr (4), fotoriflessiva.blogspot.it (6), yashicatlr.com (2), aabloga.blog93.fc2.com, forum.videohifi.com, getdpi.com, nadir.it, marcocavina.com, leicashop.com, johnstons.org, collectiblend.com, thecamerasite.net, aki-asahi.com, cameraleather.com