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LA STORIA DELLA...

LE MARCHE DELLA UNIONE SOVIETICA

Diversamente da quanto accade nella produzione capitalistica, in cui il nome della fabbrica e quello del modello sono quasi sempre abbinati, (ad esempio il nome Nikon individua il fabbricante e la lettera "F" il modello), nella Unione Sovietica questo accade raramente ed il nome del fabbricante spesso viene omesso o sostituito dal solo logo della fabbrica. Sul tettuccio delle ЗОРКИ (Zorki), ad esempio, compare in piccolo il logo della fabbrica KMZ (un trapezio).
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GOMZ LOMO KMZ ARSENAL KOMZ ZMOZ VOMZ FED BELOMO

 

ARSENAL KIEV

La fabbrica Arsenal viene fondata nel 1764 a Kiev, capitale della Ucraina, per la produzione militare dell'esercito russo. Nel 1946, immediatamente dopo la seconda  Guerra Mondale, una parte della fabbrica viene trasformata per la produzione di  macchine fotografiche battezzate con il nome "KIEV" (КИЕВ nell'alfabeto di cirillico) ed è la città stessa.
La officina Arsenal sono ben note sia per aver costruito dalla fine degli anni 1947 le fotocamere a telemetro Kiev, identiche alle Contax-II prebelliche e realizzate con le stesse attrezzature prelevate a Dresda come parziale risarcimento dei danni di guerra, che per aver messo in produzione a metà degli anni Cinquanta le monoreflex di medio formato e, il 1964, forte di tale esperienza l’industria fotografica ucraina, inizia a costruire anche delle reflex 35 mm ma questa volta non si tratta di copie ma di fotocamere completamente originali.

Contax II   

Kiev   

LE GRANDI REFLEX

Come è noto, nel 1957 la società svedese di Victor Hasselblad manda in pensione la fotocamera medio formato Hasselblad 1000F con otturatore a tendine per fare posto alla Hasselblad 500C con otturatore centrale Synchro Compur. Esattamente nello stesso periodo le officine Arsenal iniziano la costruzione di una monoreflex 6x6cm con obiettivi, mirini e magazzini intercambiabili, battezzata con il nome Saljut (САЛЙУТ), una parola che in russo significa salve, nel senso di saluto.

1957 -

SALJUT

La fotocamera Saljut, a parte la forma del mirino a pozzetto, che è diverso, è virtualmente identica alla Hasselblad ed accetta gli stessi obiettivi, gli stessi magazzini ed offre le medesime prestazioni. La velocità massima di otturazione, che nei primi esemplari arriva solo a 1/500, viene in seguito portata a 1/1000 di secondo, proprio come sulla Hasselblad 1000F. Viene equipaggiata con un obiettivo standard Industar 29, da 80 mm con luminosità f/2.8. La Saljut ha una lunga vita, e viene costruita dal 1957 al 1972 in circa cinquantamila esemplari destinati ad un impiego professionale.
Nel 1972 la Saljut viene modificata in alcune parti e viene ribattezzata Saljut S (САЛЙУТ C secondo l’alfabeto cirillico). Equipaggiata con l’obiettivo Vega 90 mm f/2.8 o con il Volna 80 mm f/2.8, la Saljut C vive fino all’inizio degli anni Ottanta e viene commercializzata anche al di fuori dei confini dell’Unione Sovietica con i nomi Zenit 80 e Kiev 80.
Per le "Hasselblad sovietiche" vengono realizzati diversi obiettivi intercambiabili, come il grandangolare Mir 3 da 66 mm f/3.5, l’Industar 58 da 75 mm f/3.5 e il teleobiettivo Tair 33 da 300 mm f/4.5. Tutti gli obiettivi della prima serie sono in alluminio satinato e sono privi della riapertura automatica del diaframma.
La saga delle medio formato sovietiche prosegue nel corso degli anni Ottanta e Novanta con i modelli Kiev 88 e Kiev 88 TTL, caratterizzate da alcune piccole modifiche estetiche e dalla presenza di una staffa per il flash con contatto diretto. La Kiev 88 TTL viene equipaggiata di serie con un mirino pentaprisma dotato di esposimetro, che misura l’intensità della luce direttamente sul vetro smerigliato.
Per queste nuove fotocamere vengono messi in produzione alcuni nuovi obiettivi, come il grandangolare Mir 26 da 45 mm f/3.5, il FishEye Zodiak da 30 mm f/3.5, il tele da ritratti Vega 120 mm f/2.8, il tele Kaleinar 3 da 150 mm f/2.8, i teleobiettivi Telear da 250 mm f/3.5 ed un teleobiettivo lungo da 600 mm di focale f/8.0.

1971 - KIEV 6C

1975 - KIEX 80

1980 -

KIEV 88

1980 - KIEV 88 TTL

1984 - KIEV 60

Per anni '71 si affianca la produzione di un’altra reflex di medio formato, stilizzata a somiglianza della fotocamera tedesca orientale Praktisix o Pentacon Six, è la nuova fotocamera viene battezzata semplicemente Kiev 6C utilizza lo stesso otturatore a tendine in stoffa con scorrimento orizzontale e con tempi da mezzo secondo a 1/1000, lo stesso innesto a baionetta con collare di serraggio e lo stesso sistema di mirini intercambiabili, ma il corpo macchina ha una caratterizzazione estetica diversa: il frontale è più squadrato, la leva di carica si trova sulla parte destra del tettuccio insieme al pulsante per la chiusura manuale del diaframma, mentre il selettore delle velocità si trova sul lato sinistro del tettuccio. La Kiev 6C non ha l’autoscatto mentre il pulsante di scatto, inclinato come quello delle Pentacon Six, si trova curiosamente sul lato sinistro del frontale. Questa fotocamera viene costruita a partire dal 1971 fino al 1980 e nel 1978 viene affiancata dal modello Kiev 6C TTL, dotata di mirino pentaprisma completo di esposimetro TTL non accoppiato che misura la luce sul vetro smerigliato di messa a fuoco.
Nel 1984 viene sostituita nel modello Kiev 60, simile alla precedente dal Kiev 6C ma con il mirino esposimetro di serie e l'obiettivo standard Volna 3 da 80 mm con luminosità f/2.8 che rimpiazza il vecchio obiettivo Vega. La Kiev 60 si caratterizza per il frontale completamente nero e per il pulsante di scatto posto sul lato destro del frontale, anziché sul lato sinistro. Poiché la Kiev 60 è predisposta anche per l’impiego di pellicole in rulli tipo 220, il contapose arriva fino a 24.
Come la Kiev 80, anche la Kiev 60 ha rappresentato e continua a rappresentare una scorciatoia economica per l’ingresso nel mondo delle reflex di medio formato.

LE REFLEX DI KIEV

La prima reflex 35 mm, del 1964 e costruita dalle Officine Arsenal, viene battezzata con il nome Kiev-10 (КИЕВ-10 in caratteri cirillici), e presenta parecchie caratteristiche originali, sia nella carrozzeria che nel funzionamento. Bassa e schiacciata, squadrata e decisamente goffa, la Kiev-10 nasconde la leva di carica sul dorso ed ostenta sul frontale un grosso bottone di scatto squadrato rivestito in plastica nera. Il frontale del pentaprisma è completamente occupato da una enorme fotocellula al selenio che garantisce non solo l’accoppiamento dell’esposimetro ai selettori della velocità e del diaframma, ma anche il funzionamento automatico della fotocamera. Oltre a queste caratteristiche, la Kiev-10 presenta un originalissimo otturatore a tendine metalliche con movimento a ventaglio e velocità da mezzo secondo a 1/1000, ha il selettore dei diaframmi sul corpo macchina, con una escursione da f/2 a f/22, compresa la posizione A per l’esposizione automatica.
Monta un obiettivo Helios 65 o Helios 81 Automat con focale di 50 mm e luminosità f/2.0 intercambiabile con un innesto a baionetta completamente originale. Infatti la Kiev 10 può montare anche gli obiettivi con innesto a vite 39x1 mm perdendo l’automatismo del diaframma. Viene costruita in un paio di versioni esteticamente appena diversificate, e vive fino al 1974, per essere rimpiazzata da un modello analogo ma con esposimetro al CdS e lettura TTL battezzato Kiev 15.

1964 - KIEV 10

1974 - KIEV 15 TTL

La Kiev-15 o Kiev-15 TTL, come viene battezzata nelle diverse versioni, monta la leva di carica e il pulsante di scatto sul tettuccio, è priva della grossa griglia fotoelettrica sul frontale ma conserva il selettore dei diaframmi sul frontale. Equipaggiata con lo stesso tipo di otturatore e di automatismo basato sul diaframma, la Kiev-15 presenta una carrozzeria un po' più accattivante di quella della Kiev-10 e monta sul pentaprisma una staffa per il flash completa di contatto sincro. Il corredo ottico comprende diversi obiettivi da 20 mm a 200 mm, in pratica gli stessi delle Zenit riproposti con innesto a baionetta e servo diaframma. La Kiev-15 viene costruita fino al 1978 e con la sua uscita di produzione si chiude un ciclo produttivo, ma non termina l’esperienza delle reflex 35 mm di fabbricazione ucraina.

CURIOSITA': MINI KIEV-VEGA

Nel periodo prebellico una delle tipologie di fotocamere più diffusa è quella delle Leica con numerosi modelli e numerose imitazioni. L'Unione Sovietica comincia a costruire delle copie FED-Zorki/Leica, Kiev/Contax, Saljut/Hasselbad e, anche, la Kiev-Vega, una copia perfetta del modello Minolta 16  ispirata vagamente alla tecnologia della Minox formato 8x11mm.

Kiev Vega (Киïв Вега), del 1958, è una mini-camera per film da 16mm e fotogramma 10x14mm. La macchina ha un sistema di apertura telescopico e, quando è chiusa, nasconde obiettivo e mirino. Le caratteristiche sono le velocità di 1/30-1/60-1/200 sec, apertura di f/3.5-11, obiettivo Industar-M 23mm f/3.5 e finitura esterna solo in alluminio.
Kiev Vega 2, del 1961, appena modificata nell’estetica, con niente di nuovo se non la facciata.
Kiev 30, costruita a partire dal 1974 per un paio di decenni, è come la precedente sorella sovietica Kiev Vega, con il formato aumentato a 13x17mm e Kiev 30M, del 1987, semplificata senza la sincronizzazione con il flash.
 Kiev 303 del 1990, identica nel meccanismo, con le velocità di 1/30-1/60-1/125-1/250 sec. E con il guscio esterno in plastica colorata in diversi colori.

VEGA

VEGA  2

 

KIEV 30

 

LE KIEV PER NIKON

Alla fine degli anni Settanta nelle officine Arsenal avviene un radicale cambiamento della filosofia produttiva: il tempo delle Kiev a telemetro è quasi alla fine e le reflex Kiev-15 si dimostrano complesse e fragili ed comincia ad essere superato dall’automatismo offerto dagli otturatori elettronici. Si impone una svolta che i dirigenti di Kiev realizzano in tempi brevi, mettendo in cantiere una nuova fotocamera reflex.
La Kiev-17, del 1977, è organizzata come una reflex giapponese, monta un otturatore a tendine metalliche con lo scorrimento verticale con tempi da un secondo a 1/1000, ed impiega la disposizione dei comandi delle reflex tradizionali, con leva di carica, il pulsante di scatto ed il manettino di ribobinamento sul tettuccio e con la levetta dell’autoscatto sul frontale. Il bocchettone d'innesto degli obiettivi non è centrato, come su tutte le altre reflex, ma spostato verso destra. Un’altra caratteristica particolare della Kiev 17 è l’innesto degli obiettivi, che è perfettamente compatibile con quello delle Nikon. Viene equipaggiata con obiettivi standard Helios con luminosità f/2.0 o con obiettivi Volna con luminosità f/1.4.

1977 - KIEV 17

1978 - KIEV 20

1985  -

 KIEV 19

1988 - KIEV 19M

Monta una staffa per il flash con il contatto sincro e non è dotata di esposimetro, che viene invece utilizzato sulla successiva Kiev-17M, commercializzata anche con la sigla Kiev-20, per il resto identica. Le due fotocamere vengono costruite fino degli anni 1985 e vengono sostituite dal modello semplificato Kiev-19 che mantiene l’esposimetro con misurazione TTL, ma perde l’autoscatto e ha una gamma di velocità di otturazione limitata da 1/2 a 1/500 di secondo. La Kiev-19 viene a sua volta sostituita dal modello Kiev 19 M, che offre le stesse prestazioni ed è modificata solo nell’estetica, con l’aggiunta sul lato destro, di una piccola maniglia asportabile per il miglioramento della presa. Rifinita con la tradizionale cromatura argentata satinata, ma anche con una verniciatura nera.
Nel 1987 viene messa in cantiere l’ultima delle Kiev 35 mm, battezzata Kiev-18 e caratterizzata, oltre che dalla finitura nera e dal selettore dei tempi sul tettuccio, da un otturatore a tendine con controllo elettronico e dalla predisposizione per l’esposizione automatica. Carrozzata in maniera analoga alla più modesta Kiev-19M, la Kiev-18 offre una gamma di tempi da 4 secondi a 1/1000, è dotata di autoscatto elettronico, viene alimentata da quattro batterie ed è predisposta per la motorizzazione. Nonostante queste caratteristiche la Kiev 18 viene costruita in un numero bassissimo di esemplari.

Per le Kiev con innesto Nikon vengono messi in produzione numerosi obiettivi intercambiabili, dal fish-eye Zenitar 16mm f/2.8 ai grandangolari Mir-20N, 20 mm f/3.5 e Mir-24N, 35 mm f/2.0, dai medio tele Kaleinar-5N, 100 mm f/2.8, ai tele lunghi Telear-N, 200 mm f/3.5, e Yachima-4N, 300 mm f/2.8. Segno dei tempi moderni sono il grandangolare decentrabile Mir-67N da 35 mm f/2.8 e gli obiettivi zoom Iantar 28-85 mm e 35-200 mm e Granit 80-200 mm.

 

CURIOSITA': COMPATTA KIEV 35

La Kiev 35A è una macchina fotografica semi-automatica costruita dalla fabbrica Sovietica di Kiev-Arsenal tra il 1985 ed il 1991. E' la copia del Minox 35 ed è simile alla Minox 35EL; praticamente identica nell'aspetto e nel funzionamento, è piccola e leggera; ha l'esposizione automatica a priorità del diaframma e le velocità di otturazione fra 4s e 1/500s. L'obiettivo è un Korsar 35mm/f2.8 in montatura retrattile. La qualità meccanica e ottica della Kiev 35A è un po' trascurata e la produzione è stata realizzata solamente in quantità molto piccole.
Annunciata nel 1987 e costruita del 1989-90, con disegno nuovo, la Kiev 35 AM: ha le velocità fra 2 sec e 1/500, il contatto sincro e l’autoscatto. Nel 1994 la produzione cessa e le quantità conosciute sono molto piccole.

KIEV 35A

KIEV 35AM   

MEDIO FORMATO 4.5x6

Alla fine degli anni Ottanta accanto alle reflex di formato 6x6cm le officine Arsenal costruiscono una originale reflex di formato 6x4.5cm battezzata Kiev 90, caratterizzata da un otturatore a tendine metalliche con il controllo elettronico ed esposizione automatica. La Kiev 90 utilizza un mirino e un magazzino intercambiabili, utilizza lo stesso innesto obiettivi della Kiev 60. L’otturatore elettronico offre una gamma di tempi da 4 secondi a 1/1000 di sec e viene alimentato da quattro pile a stilo da 1.5 volt. Il mirino a pozzetto può essere sostituito con un pentaprisma, ed entrambi i mirini permettono la visione dei LED che indicano l’esposizione corretta. Non ottiene un grosso successo e viene costruita in un numero limitato di esemplari, forse solo duemila.

Con la caduta dell’impero sovietico e la relativa indipendenza acquisitadall’Ucraina, la produzione della Kiev 90 si interrompe.

PS = La traslitterazione dei caratteri cirillici in caratteri latini non è sempre facile. Quindi ecco laTastiera Russa Virtuale ed è italiana: http://www.linginfo.it/ita/support/keyboard. Vedi tutti gli obiettivi della Unione Sovietica di tabelle Dr.Donau

testo: di Danilo Cecchi e Candido Scocco
immagini: commons.wikimedia.org e camerapedia.wikia.com (9), flickr.com (3), ussrphoto.com, camerapage.blogspot.com, cryptomuseum.com, collectiblend.com, rahmatabdaziz.blogspot.com, leicashop.com