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LA STORIA DELLA...

ROBOT

Non è una reflex, non ha un otturatore ne a tendine ne centrale ma a disco rotante, ha una molla e un formato 24x24mm. Interessante. Che fotocamera è? E' una Robot!
Nel 1931 il progettista Heinz Kilfitt, dopo cinque anni di lavoro di sviluppo, completò da solo il suo prototipo di fotocamera. Però aveva bisogno di uno "sponsor". Nel 1932 il figlio del proprietario della fabbrica, Hans-Heinrich Berning, riconobbe l'opportunità di fare affari.
Quindi chiese danaro per il capitale iniziale al suo ricco padre Otto Berning e a suo zio 
Hermann Berning.

Heinz Kilfitt

 Hans-Heinrich
Berning

Il prototipo di Kilfitt utilizzava un motore a molla che trasportava la pellicola, azionava l'otturatore e il contapose. Questo motore a orologeria era il cuore della fotocamera e rese la Robot famosa come "fotocamera a scatto rapido".
Dopo lunghe prove, fu trovata una lega di acciaio inossidabile per il motore a orologeria e l'otturatore rotante a disco. 

Nel 1933, fu fondata l'azienda Otto Berning & Co. E fu aperto un ufficio di progettazione.


pubblicità del 1934

la fabbrica Robot

Per marchio fu scelto il nome “RoBoT”, parola probabilmente mutuata dalla radice della parola RoBoTer, come si può vedere negli annunci risalenti al 1934 "Jetzt Kommt die Erklarung:" (trad. italiano "ora arriva la spiegazione:"), e fin dall'inizio fu deciso che avrebbe avuto uno standard tecnico elevato.

CURIOSITA': LA "CULATTA" DEL ROBOT

Ispirato alla tecnologia delle fotocamere a pellicola, l'otturatore sul piano focale del disco rotante è realizzato interamente in metallo e le esposizioni non si ottengono modificando la larghezza della fenditura bensì modificando la velocità di rotazione: l'otturatore funziona direttamente dietro l'obiettivo con il vantaggio che gli obiettivi possono essere sostituiti a piacimento.

La Robot I, fotocamera in acciaio molto pubblicizzata a livello internazionale, aveva due caratteristiche notevoli, la prima era un tipo moderno di avanzamento della pellicola con blocco della doppia esposizione e armamento dell'otturatore accoppiato, e la seconda era un tipo di otturatore rotante a più velocità di Gauthier, realizzato completamente in metallo e il mirino angolare per una visione a 90 gradi.


K1 - rullino - K2

Nel 1934 non esisteva ancora una cartuccia standard da 35 mm, quindi avevano la propria "K-cassetta", cioè un rullino proprietario e dopo aver realizzato le 50 possibili esposizioni 24x24mm, la pellicola si ritrovava avvolta in una seconda cassetta K.
Era possibile estrarre la pellicola a metà rullo in quanto quella esposta era al sicuro nel rullino ricevente mentre la pellicola vergine era ancora nel rullino cedente.

Der unverwùstliche ROBOT
= il Robot indistruttibile!

Nel 1935 furono ricevuti alla Fiera di Primavera di Lipsia numerosi ordini.  La Robot aveva questa caratteristica: dopo lo scatto per un'esposizione l'otturatore rimaneva bloccato fino a quando non veniva fatta avanzare la pellicola e contemporaneamente l’otturatore veniva riarmato.
Il motore a molla consentiva una notevole velocità di esposizione anche perché erano state evitate tutte le possibili fonti di attrito: non c’era feltrino sulle cassette e quando la pellicola veniva fatta avanzare un meccanismo allargava l’ingresso delle cassette e spostava indietro temporaneamente il pressapellicola: GENIALE!
Le fotocamere poi erano dotate di ottimi obiettivi Zeiss o Schneider. Sempre lo stesso anno, ecco la speciale Robot Ib, aveva un potente motore a molla per l'avanzamento della pellicola, realizzato dal produttore di orologi di Baeuerle & Söhne. Ciò permetteva di realizzare una serie di immagini in pochi secondi.

Robot I e Ib mirino:
normale e angolare 90°,

come una spia

CURIOSITA': COLORI PER I COLLEZIONISTI

Nel 1934 fu ordinato, per i collezionisti, un certo quantitativo di fotocamere con il rivestimento nei colori beige, wassergrun (verde), weiss (bianco), rot (rosso) con numeri matricola dedicati, accompagnate da uno speciale certificato che ne attestava l'originalità. Avrebbero dovuto essere circa 60 Robot II, ma a causa dell'alto costo, alla fine ne furono prodotti solo 15 esemplari. Una di queste fotocamere, oggi è valutata milioni di euro.

  
Robot II beige

Nel1939 il design fu cambiato, con il mirino all'interno della parte superiore della fotocamera: questo modello era chiamato Robot II.

1935 Robot I

1936 Robot Ib

1939-1949 Robot II

Robot obiettivi e accessori

Durante la Seconda Guerra Mondiale, la produzione fu temporaneamente spostata in Sassonia.
Il robusto corpo in acciaio inossidabile della fotocamera, l'ha resa una delle fotocamere preferite dall'esercito tedesco. Soprattutto la Luftwaffe Eigentum tedesca ne possedeva versioni speciali, come la Robot 375 prodotta del 1939 in poi; aveva un motore a molla più robusto e un obiettivo Xenar da 75 mm.
Oltre alle fotocamere costruite su specifiche per l’esercito e per la Luftwaffe, sembra che molte fotocamere siano state vendute anche agli Alleati passando per il neutrale Portogallo.

Più di 200 furono distrutte nella seconda guerra mondiale abbattute sugli Stuka Ju-87 o ME-189.


1939 Robot 375

Dopo la fine della guerra, nel 1949, era ancora in produzione la Robot II, del tutto identica al modello prebellico. Invece nel 1951 fu presentata la Robot IIa modificata per l'uso con cartucce di pellicola standard da 35 mm.

Nel 1954 fu immesso sul mercato un modello economico con il nome di Robot Junior. Era un altro modello derivato della modello dalla Robot-IIa e in gran parte identico.
Nel 1955, venne presentato il primo modello della serie Star, la
Robot Star I, una evoluzione della Robot II, alla quale fece seguito nel 1958 la Robot Star II.
Sempre nel 1958
fu presentata la Robot Vollantomat Star II, era un'importante riprogettazione della fine degli anni '50. La "Vollautomat" era "completamente automatica".


1954 Robot Junior


1958 Vollantomat

Negli anni '60 seguirono le Star 25 e Star 50, entrambe ancora con attacco delle ottiche a vite, basate sulla Robot Star II. La Robot Star 25 eseguiva 24x24 mm con 25 esposizioni mentre la Robot Star 50, sempre 24x24 mm, era con 50 esposiz.

Nel 1990 circa, la produzione terminò con un modello da collezione in edizione limitata, la Robot Star Classic.


1990 Star Classic

Nel 1962, i due modelli principali erano il Robot Star II/25, con un otturatore Rotor interamente in metallo (da 1/4 a 1/500), un mirino a visione diretta e un attacco a vite per obiettivi intercambiabili della Schneider. L'obiettivo standard era uno Schneider Xenon 40mm f1.9. Disponibile anche il Robot Star II/50, con motore a doppia molla per 50 esposizioni e obiettivo Xenar 38mm f2.8.


1958 Robot Star II


... sopra...


...e dorso

Nel 1953 fu presentata la Robot Royal, ridisegnata completamente e maggiorata nelle dimensioni per poter contenere un telemetro accoppiato, un nuovo sistema di riavvolgimento e una nuova molla caricabile con una chiave posta sul fondello anziché la solita manopola sul tettuccio. Era disponibile in due versioni: Royal 24 e Royal 36. La Robot Royal aveva una capacità "Kinografica" di 4 o 5 esposizioni consecutive al secondo e una scelta di otto obiettivi intercambiabili con attacco a baionetta.


1962 Royal 24s


1962 Royal 36s

La Robot Royal 24s aveva una dimensione del telaio di 24x24 mm e una scelta tra tre obiettivi standard, tutti di Schneider: Xenar 38 mm f2.8, Xenon 40 mm f1.9 e Xenar 45 mm f2.8.
La Robot Royal 36s, fu l'ultima evoluzione del Robot originale. 
Il mirino  era progettato per la lunghezza focale standard di 50 mm  sul formato 24x36 mm sfoggiava un obiettivo Schneider Xenar 45 mm f2.8.

Mantenne il caratteristico otturatore rotativo dei modelli precedenti in una versione più grande. Le velocità andavano da 1/500 s a 1/2 s più posa B con sincronizzazione flash X e M.
Queste fotocamere robotizzate furono aggiunte e integrate ad apparecchiature professionali, quali ad esempio microscopi, endoscopi e strumenti oftalmologici per il controllo oculare, in medicina e in altre scienze, perché le Robot si erano dimostrate affidabili e per la comodità del motore a molla.
Verso la metà del 1950, Hans Heinrich Berning, prese a questo punto una decisione che probabilmente assicurò la sopravvivenza dell'impresa: il definitivo abbandono del mercato amatoriale a favore della specializzazione nella produzione di fotocamere per impieghi tecnico-scientifici.

Hans Hass, nato a Vienna il 23 gennaio 1919, nel 1950, fu il primo a riconoscere i vantaggi della custodia subacquea in alluminio: costruì il modello sperimentale  Robot UW1. Quindi, nel 1951, il Robot UW2 per la Robot IIa o Robot Star I, nel 1953 il Robot UW3 per le Robot Star o Robot Royal; alla fine, nel 1956, anche un apposito lampeggiatore.


libro "ROBOT - Das Sammlerbuch"


strumenti oftalmologici


 microscopi


 custodia subacquea


endoscopi


accessori

CURIOSITA': LA "POLIZEI"

Nel 1955 il Robot Recorder, nel 1970 il Robot SuperRecorder e nel 1981 Motorrecorder 36: la leggendaria robustezza delle Robot ha aperto loro il mercato delle apparecchiature per il controllo della velocità delle auto da parte della Polizei (Polizia tedesca). La Robot TRAFFIPAX, è stata integrata negli strumenti mobili e permette di stampare sulla fotografia la data, l'ora, la velocità del veicolo.


1955 Robot Recorder


1970 SuperRecorder


1981 Robot Traffipax...


... e aperto

Il Recorder è stato utilizzato dalla polizia per la ripresa di foto di criminali: scattava tre foto, una di fronte una di profilo e una a 3/4. Il dispositivo aveva un motore elettrico, che dopo la prima foto ruotava la sedia dove si trovava l'arrestato.
Il Recorder poteva essere usato anche per videosorveglianza e per riprese "time lapse" (lasso di tempo).

Robot Recorder 500

videosorveglianza...

... e catturato!

quasi video...

(libro "ROBOT - Das Sammlerbuch" pag. 50, 52, 53, 64)

Se H.H. Berning non avesse impresso questa repentina sterzata alla politica commerciale dell'azienda, questa sarebbe stata in breve tempo spazzata via dall'avvento dei prodotti giapponesi che invasero il mercato della fotografia amatoriale a valere dagli anni '60.
Fu così che nel 1957 Berning riorganizzò la società rendendo tecnicamente possibile l'espansione della produzione della sua gamma di prodotti per la fotografia tecnico scientifica.
Parimenti modificò il nome dell'azienda in Robot Foto
und Electtronic GmbH & Co. Nello stesso periodo H.H. Berning avviò le trattative con due grandi società tedesche di vendita per corrispondenza: Neckermann e Quelle con lo scopo di smaltire le scorte di fotocamere tradizionali. Però i punti vendita Quelle non raggiunsero le aspettative e la commercializzazione fu interrotta dopo pochi mesi.

  
1982 Robot SC eletronic 35

Nel 1982 fu presentata l’ultima fotocamera: la Robot SC eletronic 35  "Made in Germany"  e poi, nel 1985, la nuova Robot OS 35 F.
Erano fotocamere professionali automatiche dotate di motore con tempi da 1/30 a 1/500 + B e obiettivo Xenagon 3.5/30mm. 
Il prezzo della Robot OS 35 F, nel 1990 era di € 2.700: pari al costo di una autovettura!


1985 Robot OS 35 F

Hans Heinrich Berning rimase ancora in carica solo per alcuni anni e si ritirò nella sua tenuta di campagna nella Germania meridionale.
La
società tedesca Robot Foto und Electtronic GmbH & Co KG, Dusseldorf, chiuse i battenti nel 1994.

CURIOSITA': ROBOT IN MINIATURA

Nel 2000 Minox iniziò a commercializzare repliche di fotocamere in miniatura in scala 1/3 sia digitale che analogiche prodotte dalla società giapponese Sharan Megahouse. Erano riproduzioni in miniatura del design Rolleiflex, Leica IIIF e M3, Contax, Nikon F, Hasselblad SWC, ecc.
La miniatura del Robot Ib era solo analogica con le pellicole 8x11 mm.
L'obiettivo era un Sharan AZONON 15 mm f/5.6 con messa a fuoco fino a 10 cm. Il meccanismo di base su tutti i modelli sembra essere simile con una velocità dell'otturatore singola (1/250) e un'apertura fissa.
Oggi su Ebay si trova a circa 200 euro.

Testo: C. Scocco e G.A. Suardi

Immagini e ritocchi: http://robot-camera.de

Bibliografia: wikipedia.org, http://corsopolaris.net, http://www.submin.com

Libri: "ROBOT - Das Sammlerbuch"  di Hans Grahner,